Di Claudio Beccalossi – Redazione Panathlon Verona 1954
Verona – Fu il Pierre de Coubertin (Charles Pierre de Frédy, barone di Coubertin, Parigi, 1° gennaio 1863 – Ginevra, 2 settembre 1937, dirigente sportivo, pedagogo e storico, fondatore delle Olimpiadi moderne) della città scaligera, antesignano e promotore locale dello sport, soprattutto tra i giovani.
Si tratta di Marcantonio Bentegodi (Verona, 25 aprile 1818 – Verona, 9 agosto 1873) alla cui memoria d’impegno e mecenatismo venne intitolata un’“Istituzione Comunale” (dal 1° gennaio 2007 Fondazione “Marcantonio Bentegodi”, in seguito alla delibera consiliare del 24 luglio 2006 – https://fondazionebentegodi.it), Stella d’oro e Collare d’oro Coni al merito sportivo.
Bentegodi venne al mondo in via Leoncino 25, dove sorge il signorile e maestoso Palazzo Pindemonti Ongania Bentegodi (risalente alla prima metà del Cinquecento), con pregevoli affreschi esterni alquanto stinti (monocromi di Battista d’Angolo detto del Moro, Verona, 1514 ca. – Venezia ?, 1573 ca., realizzati tra il 1550 ed il 1560), adesso sede dell’Italian Diplomatic Academy (IDA, Accademia italiana per la formazione e gli alti studi internazionali). Sulla facciata è stata apposta una targa marmorea commemorativa: “In questa casa nacque, visse e morì Marcantonio Bentegodi (Verona, 1818 – 1873) munifico benefattore e promotore dell’istruzione e dello sport a Verona Il Comune di Verona e la Fondazione Bentegodi riconoscenti posero nel 150° anniversario della morte – 2023”.
Consigliere comunale e membro del Consiglio provinciale di Sanità, Marcantonio, supportato da altri insigni veronesi (tra cui il poeta, politico e patriota Aleardo Aleardi, nato Gaetano Maria Aleardi, Verona, 14 novembre 1812 – Verona, 17 luglio 1878), nel 1868 fondò la “Società Veronese di Ginnastica e Scherma”, considerate “nobili arti”, che inglobò il precedente nucleo sportivo, la “Società dei vecchi schermitori veronesi”, esistente perlomeno dal 1862. Nella ginnastica, all’epoca, trovarono posto attività motorie come l’atletica, il pugilato, la lotta, il sollevamento pesi ed altre ancora non ben definite e destinate, in seguito, ad assumere caratteristiche ben precise.
Secondo disposizione testamentaria, Bentegodi assegnò al Comune di Verona la quarta parte del suo consistente patrimonio formato da fabbricati, terreni, titoli e denaro “per non dimenticare l’educazione fisica della gioventù veronese”. Nel 1875 il Consiglio comunale elesse una commissione incaricata d’attuare le volontà del benemerito, deceduto un paio d’anni prima. La Deliberazione consiliare del 20 aprile 1877 sancì l’“Istituzione Comunale di ginnastica e scherma Marcantonio Bentegodi”. L’avvicendamento tra settori (calcio, tamburello, lotta, ciclismo, pugilato ecc.) dei primi tempi, si rassodò nelle nove sezioni odierne: atletica leggera, ginnastica artistica (maschile e femminile), ginnastica ritmica, nuoto, pallanuoto, pesistica, scherma e tuffi.
Il lascito venne gestito a lungo dal Comune e, dopo alienazioni, impiegato nella sfera d’azione e pure per fini extra-sportivi.
Il ricordo riconoscente da parte di Verona a Bentegodi non s’è limitato alla dedica d’un organismo dapprima comunale ed oggi fondazione. Il suo nome venne dato al vecchio stadio (el vecio Bentegodi) realizzato nell’attuale area del parcheggio sotterraneo tra piazza Cittadella e via Cesare Battisti, iniziato nel 1906, inaugurato nel 1910 e demolito nel 1963. Fu rimpiazzato dal nuovo impianto sportivo in piazzale Olimpia, inaugurato il 15 dicembre 1963 e sempre nominato “Marcantonio Bentegodi”.
Inoltre, il filantropo dello sport s’è meritato una via (tra corso Porta Nuova e via Carlo Montanari, nella zona del vecio Bentegodi), l’attribuzione dell’Istituto Agrario Provinciale (poi Istituto Tecnico Agrario Statale che, ora, accorpato con l’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente “Ettore Stefani”, costituisce l’Istituto d’Istruzione Superiore “Stefani-Bentegodi”) e d’una scuola dell’infanzia, in via Don Gaspare Bertoni.
(Foto dell’autore)