Scherma: eccellenze mondiali al Panathlon club Rovigo
di Paolo Avezzù – Redazione Panathlon Rovigo
“La serata degli ori” venerdì 12 aprile scorso al Panathlon club di Rovigo, con campioni del calibro di Mauro Numa, Andrea Cipressa, e l’azzurra Martina Favaretto. La Federazione Italiana Scherma è la più invidiata al mondo, il palmares olimpico ed iridato è da brividi, esporta tecnici ed arbitri in tutto il Pianeta, con 25 mila atleti in poco più di 300 società è un fiore all’occhiello nazionale.
Il Veneto ha espresso campioni di livello mondiale, molti lo diventeranno, la stessa Martina Favaretto è ai vertici del ranking, è in attesa della convocazione per le prossime Olimpiadi. Per molti è la nuova Vezzali.
Una serata organizzata grazie alla socia Maddalena Zanetti, motore inesauribile del Centro Scherma Rovigo, proprio in città dal 12 al 14 aprile e dal 20 al 21 aprile, complessivamente 1400 atleti Under 14 si sfideranno al padiglione E del Censer.
In programma la 2^ prova di qualificazione Gran Prix Kinder Joy of Moving G.P.G. (Under 14) fioretto e sciabola Maschile e Femminile, e la prova di qualificazione regionale al campionato Nazionale “Gold” Cadetti e Giovani.
Le gare under 14 sono valevoli per la qualificazione alla fase finale Nazionale che si svolgerà a Riccione a maggio 2024. Contemporaneamente nel fine settimana del 20 e 21 aprile si svolgerà la Prova Regionale di qualificazione al Campionato Nazionale “Gold” di Spada riservato alle categorie Cadetti e Giovani.
Ospiti della presidente del Panathlon club Rovigo Pia Poliero, affiancata dai past president Gianpaolo Milan e Federico Cogo, anche lo schermidore polacco Leszek Martewicz, vincitore di una medaglia d’oro, una d’argento ed una di bronzo ai campionati mondiali di scherma, nonché maestro della palestra cittadina, il consigliere del Centro Scherma Rovigo Massimo Bertaglia, l’atleta ed arbitro rodigino Irene Pivari, Alberto Spiniella presidente del Comitato Veneto, Guido Di Guida consigliere nazionale Federscherma e Lucio Taschin delegato provinciale del Coni.
Preparazione atletica la mattina con i fratello, in pedana al pomeriggio. Per la 22enne Martina Favaretto un impegno giornaliero tra sport e studio, il riposo è previsto solo la domenica, se non ci sono gare in programma. E’ allieva del campionissimo Mauro Numa da 12 anni “Ho iniziato nel 2008 guardando le Olimpiadi di Pechino, volevo provare, poi ho scelto il fioretto. L’Italia ha grandi campioni, mi sono ispirata alla grande Valentina Vezzali, ma anche a Mauro Numa. La scherma è un ambiente sportivo sano, fatto di disciplina, si impara il rispetto delle regole, lo sport dà una marcia in più anche nello studio”.
Già vice presidente nazionale della Federscherma (come Andrea Cipressa), Mauro Numa ha aperto una palestra a Camposampiero (Padova) dove cerca di allevare nuovi campioni. Il suo palmares parla da solo, ha vinto tutto. 2 ori olimpici a Los Angeles (individuale e a squadre), 4 mondiali, 1 europeo, 4 universiadi, 2 giochi del mediterraneo, 13 campionati assoluti. Di più non c’è. “Martina è l’atleta che tutti gli istruttori vorrebbero avere – ha spiegato Numa – ha sempre il desiderio di imparare, non si lamenta mai, è venuta da me dalla categoria ragazzi, ho visto tutto il suo percorso, atleta di una serietà incredibile fin da piccola.
La scherma è uno degli sport più difficili che esistono, nella velocità il più veloce vince, nella nostra disciplina servono concentrazione, freddezza, preparazione. Ti ritrovi a gareggiare con 20 avversari diversi, devi avere la capacità in pochi secondi trovare il punto debole di chi hai davanti. Il numero 50 del mondo può battere il numero 1, non c’è nulla di scontato. Il più forte è quello che si adatta all’avversario, imponendosi. I bambini devono divertirsi, non si deve avere in mente di iniziare per vincere le Olimpiadi, poi crescendo, se il ragazzo va bene i consigli sono semplici: l’allenamento, non montarsi la testa e mantenere i piedi ben piantati a terra”.
Numa e Cipressa, compagni di squadra in Nazionale, sono legati non solo da una medaglia Olimpica (Los Angeles 1984), ma anche da una profonda amicizia. In camera insieme in Azzurro con infinite partite a carte, Numa è stato anche testimone di nozze di Cipressa: “Mauro era il più forte di tutti, lo dicono i dati, ha vinto tutte le gare possibili”. Cipressa è una figura di riferimento del panorama nazionale, capo delegazione in due Olimpiadi, tecnico vincente a Rio e Tokyo “mi manca solo di fare il tecnico delle armi e il presidente federale”. Ha fondato società nel territorio, ha contribuito in maniera determinante alla crescita di questo sport “Abbiamo un nuovo impianto a Mogliano, il comune ci ha costruito una palestra spettacolare, siamo a 130 iscritti, ma vogliamo arrivare a 200”.
Tutti concordi sui cambiamenti epocali dalla scherma degli anni ’80 a quella attuale. Dalla preparazione atletica e mentale, all’epoca il mental coach non c’era, all’organizzazione delle gare non più di stampo amatoriale. “Mi complimento con Rovigo – ha evidenziato Cipressa – negli anni è diventato una sede storica di eventi legati alla scherma, appuntamenti che generano un indotto per il territorio”.