La ricerca ha rilevato che tra i 15 e i 17 anni è più complesso mantenersi attivi e quando i giovani abbandonano l’esercizio fisico subiscono un impatto negativo sul proprio stato mentale futuro. In Italia, coloro che hanno praticato regolarmente attività fisica tra i 15 e i 17 anni hanno un punteggio medio di 61/100 in età adulta, mentre chi lo è stato meno nella stessa fascia d’età ha ottenuto 54/100.Facendo un confronto, gli intervistati che hanno abbandonato l’attività fisica prima dei 15 anni mostrano livelli di attività inferiori e punteggi più bassi di State of Mind in età adulta. A livello globale, il 30% degli adulti è inattivo; l’11% si sente meno concentrato, il 10% meno fiducioso, il 10% meno calmo e il 10% meno composto rispetto al campione che ha praticato sport da teenager.Dall’altro lato, per ogni anno in più in cui un adolescente si dedica all’esercizio fisico regolarmente, si rilevano punteggi di State of Mind in età adulta più elevati. A livello globale, coloro che hanno smesso di fare esercizio prima dei 15 anni mostrano un punteggio medio inferiore del 15% rispetto alla media, mentre un calo dell’attività fisica a 16-17 anni e prima dei 22 anni riduce i punteggi medi rispettivamente del 13% e del 6%.Oggi preoccupa il divario generazionale nello sport: i più giovani sono sempre meno attivi, con un conseguente impatto sul proprio State of Mind. In Italia, un terzo (33%) della Silent Generation (coloro che hanno oltre 78 anni) ha dichiarato di aver condotto quotidianamente uno stile di vita attivo nella prima infanzia, rispetto ad appena il 9% della Gen Z (tra i 18 e i 27 anni), confermando così che le generazioni più giovani sono meno attive e abbandonano l’attività fisica prima di quelle che le hanno precedute.Coloro che fanno parte della Gen Z in Italia hanno un punteggio medio significativamente più basso, pari a 57/100, rispetto al punteggio di 63/100 dei Baby Boomers (59-77 anni) e di 65/100 della Silent Generation.Il professor Brendon Stubbs, ricercatore leader nel campo dell’esercizio fisico e della salute mentale presso il King’s College di Londra, ha dichiarato: “È preoccupante vedere questo calo dei livelli di attività da parte degli intervistati più giovani in un’età così critica, soprattutto perché lo studio ha scoperto un’associazione con un minore benessere in età adulta”.“I Gen Z di tutto il mondo mostrano già risultati più bassi di State of Mind rispetto alla Silent Generation, quindi questo potrebbe avere un impatto enorme sul futuro benessere mentale in tutto il mondo”.Gary Raucher, Executive Vice President di ASICS EMEA ha dichiarato: “ASICS è stata fondata sulla convinzione che lo sport e l’esercizio fisico siano utili non solo al corpo, ma anche alla mente. È per questo che ci chiamiamo ASICS: ‘Anima Sana in Corpore Sano’. I risultati del nostro secondo studio globale sullo State of Mind mostrano quanto sia importante che i giovani si mantengano attivi e l’impatto che questa scelta possa avere sulla loro mente negli anni a venire. Noi di ASICS ci impegniamo a sostenere e ispirare le persone a muoversi per raggiungere un benessere mentale positivo lungo il corso di tutta la vita”. |