di Mirko Rimessi – Redazione Ferrara Area5 Emilia Romagna Marche
Ieri avrebbe spento le 100 candeline l’indimenticabile Orlando Polmonari, nato a Ferrara l’11 marzo 1924 e scomparso sempre a Ferrara il 27 agosto 2014, icona, nell’immaginario collettivo della Città Estense, della ginnastica artistica.
Uomo, Sportivo, Artista, “Nonno” dei suoi nipoti e di decine di ferraresi che, sotto la sua guida hanno iniziato l’attività sportiva, è uno dei nove Campioni dello sport ferrarese ad essersi fregiati di una medaglia olimpica, nello specifico quella di Bronzo ai Giochi di Roma 1960 nel concorso a squadre di ginnastica artistica maschile.
Orlando iniziò a praticare la ginnastica nel 1938 ma fu presto interrotto dalla guerra. Fu deportato in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale dopo aver schiaffeggiato un ufficiale tedesco e fu imprigionato per sei anni. Al suo ritorno riprese la ginnastica e aiutò l’Italia a vincere la medaglia d’argento a squadre ai Giochi del Mediterraneo del 1951, migliorando fino all’oro nel 1955. Nel ‘52 la prima partecipazione a cinque cerchi con il 10° posto di Helsinki. Nel 1955 fu anche quarto individualmente su cavallo con maniglie ai Giochi del Mediterraneo, arrivando poi al momento clou della sua carriera con il bronzo olimpico.
Polmonari ha legato indissolubilmente il suo nome a quello della Palestra Ginnastica Ferrara, società con la quale ha condiviso il suo percorso sportivo di atleta, concluso oltre i quarant’anni, e poi come istruttore, e dove il suo ricordo è sempre vivo: il PALAGYM, quella che da vent’anni è la casa della società sportiva fondata nel 1879 e che, con la sua Storia, attraversa quella della Città di Ferrara e dello Sport Italiano, gli è stato intitolato già al trigesimo della sua scomparsa, ed è sempre pieno di giovani atleti pronti a formarsi e rivivere un sogno grande come il suo, grazie agli insegnamenti dei suoi eredi.
Orlando ha inoltre dato spazio al suo estro creativo dedicandosi al mondo della cultura e all’arte decorativa, insegnando anche pittura. Oltre alle onorificenze sportive, il Quirinale gli ha conferito il titolo di Cavaliere della Repubblica al Merito Sportivo.
«Polmonari, il “nonno olimpionico” — racconta il nipote Claudio Pasquali, anche lui ex ginnasta, ora allenatore della Palestra Ginnastica Ferrara e Direttore Tecnico Regionale della FGI — era una persona sempre allegra, spensierata e piena di energia, un artista eclettico amante del ballo e della vita;
Per chi vuole approfondire è disponibile anche “Il Bronzo Olimpico di Orlando Polmonari (scritto da Mirko Rimessi il 7 settembre 2020, in calce la dichiarazione del nipote Claudio Pasquali)
Con foto https://www.pgf-fe.com/2020/09/07/il-bronzo-olimpico-di-orlando-polmonari/
Oggi, 7 settembre, sessant’anni fa. Ho un biglietto speciale, per assistere ad una delle finali più emozionanti dei Giochi della XVII Olimpiade, quella del concorso generale a squadre di Ginnastica Artistica Maschile.
Come tutto il programma della ginnastica anche questa competizione, sviluppata su 3 giorni, dal 5 al 7 settembre 1960, si svolge presso le spettacolari Terme di Caracalla, inaugurate nel 217 dallo stesso Imperatore al quale sono intitolate.
L’impianto studiato per i Giochi è eretto nella palestra laterale sinistra guardando il boccascena dell’attuale teatro lirico. Tutto il campo di gara è completamente libero alla visuale, dando vita ad un teatro eccezionale per un evento unico.
La squadra italiana, formata da Franco Menichelli, Giovanni Carminucci, Angelo Vicardi, Pasquale Carminucci, Gianfranco Marzolla e Orlando Polmonari, ha un obbiettivo ben preciso da centrare, il podio, ma i 6 portacolori sanno che non sarà facile.
La storia di ognuno di loro è complessa, ma a noi in particolar modo interessa quella dell’estense Orlando Polmonari. Il “Palestrino”, come a Ferrara si è soliti chiamare i portacolori della Palestra Ginnastica Ferrara, ha 37 anni e con quella di Roma avrebbe potuto vantare quattro partecipazioni olimpiche ma, complice un fato spesso avverso, Orlando è solo alla seconda. Infatti, dopo la Guerra che gli è costata la deportazione in Germania come punizione per aver dato uno schiaffo a un ufficiale tedesco, riprende subito l’attività sportiva arrivando ad un soffio dalle Olimpiadi del 1948 a Londra, alle quali però infine non partecipa per motivi finanziari. Quattro anni più tardi nessuno può impedirgli di essere ad Helsinki, mentre rimane senza biglietto per il viaggio in Australia, a Melbourne, sfumato per un contrasto con la Federazione che lascia a casa l’intera squadra azzurra di ginnastica maschile. Ma, 8 anni dopo la Finlandia, a Roma sa che è il suo momento, sa che alla sua età il “Sogno a 5 Cerchi” terminerà con quella finale, quel 7 settembre. E non può sbagliare.
Il resto è Storia, il susseguirsi delle rotazioni è rapido in un concorso che prevedeva esercizi liberi e obbligatori al corpo libero, al volteggio, alle parallele, alla sbarra, agli anelli e al cavallo con maniglie per ognuno dei 6 atleti delle 20 nazionali qualificate. La lotta per l’Oro diventa presto un affare a due tra Giapponesi, che la spunteranno, e Russi. Ma il bronzo no, il bronzo è li alla portata. Pochi, pochissimi, punti, racchiudono i nostri, la Cecoslovacchia, gli Stati Uniti, la Germania… e Polmonari lo sa, e al cavallo con maniglie, il suo “attrezzo”, ottiene il punteggio di 9.50, il risultando migliore tra gli azzurri, contribuendo a scavare quel piccolo divario di meno di 2 punti che consentirà al sestetto italiano di coronare il sogno di gloria. La medaglia di bronzo è loro, pronta per essere appesa al collo.
Oggi come sessant’anni fa si fa festa per quella medaglia, ricordata con enfasi dai suoi protagonisti, oggi con una differenza: è il primo decennale da quella conquista nel quale Orlando Polmonari non c’è più, morto novantenne nella sua Ferrara il 27 agosto 2014, dopo aver dedicato il resto della sua vita all’insegnamento della ginnastica, alla pittura e alla sua famiglia.
Il suo ricordo è però sempre vivo nella casa della Palestra Ginnastica Ferrara, il Palagym, che gli è stato intitolato già al trigesimo della sua scomparsa, e che oggi, nonostante il periodo di grave difficoltà che il mondo sportivo attraversa a causa della pandemia, è sempre pieno di giovani atleti pronti a formarsi e rivivere un sogno grande come il suo, grazie agli insegnamenti dei suoi eredi. Non è anno facile per grandi ricordi “pubblici” però la PGF, impegnata dallo scorso anno, 140° della propria fondazione, in un’opera di recupero storico, non poteva dimenticarsi di questa ricorrenza, dedicandogli una cartolina celebrativa a tiratura limitata, patrocinata da Panathlon Club Ferrara, Atleti Azzurri di Ferrara ed UNASCI. Una cartolina che è anche l’occasione per salutare un altro Amico, che ci ha lasciato da pochi giorni, il Maestro Andrea Samaritani, che nel 2010 ha fotodipinto Orlando Polmonari impegnato al “suo” cavallo con maniglie, concedendoci poi di usare questa sua immagine.
«Polmonari, il “nonno olimpionico” — racconta il nipote Claudio Pasquali, anche lui ex ginnasta, ora allenatore della Palestra Ginnastica Ferrara e Direttore Tecnico Regionale della FGI — era una persona sempre allegra, spensierata e piena di energia, un artista eclettico amante del ballo e della vita; mi sono spesso chiesto con quale spirito invece Orlando abbia potuto affrontare una gara così impegnativa come quella delle Olimpiadi di Roma, che impone di stare in un contesto pieno di tensioni e di difficoltà. A questo interrogativo, ho sempre faticato a dare risposta, fino a quando ho ricevuto questa bellissima fotografia in bianco e nero inviatami da Gianfranco Marzolla (compagno di squadra di Polmonari): si tratta di una foto scattata durante la gara di Roma, ed è bellissima perché mostra come tutti i membri della squadra siano profondamente concentrati nell’osservare l’esercizio del compagno Angelo Vicardi (nella foto da sinistra vediamo infatti: Giovanni Carminucci, Gianfranco Marzolla, Franco Menichelli, Pasquale Carminucci e in ultimo a destra Orlando Polmonari). Della gara non si hanno a disposizione che pochi documenti, ma questa foto, meglio degl’altri, è capace di proiettarci all’interno delle terme di Caracalla e farci rivivere il clima e le emozioni di quei momenti concitati e di trepidazione, sui quali tanto a lungo mi sono interrogato e ho cercato di immaginare. Credo che questo spirito di squadra, che la foto mette in perfetta luce, sia stato determinante nel far raggiungere a questi sei grandi atleti il meraviglioso traguardo che hanno conquistato: il bronzo olimpico nel concorso a squadre del 1960, regalando a Polmonari e alla Palestra Ginnastica Ferrara uno dei risultati più importanti e indimenticabili».