di Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet
“La decisione sulla location non è spettata certamente a me, però non è un segreto che è stata mia la proposta di questa sede prestigiosa. Per me Agrigento è un luogo dell’anima, un luogo dove mito e realtà si incontrano, dove la bellezza della Sicilia raggiunge l’apoteosi. Un luogo che permette di respirare un’aria probabilmente simile a quella dei Giochi Panellenici, da cui tutto è nato, nell’antichità. Tante erano infatti le rappresentanze siciliane a primeggiare nelle olimpiadi greche e tra queste quelle di alcuni posti a me cari come Siracusa, Naxos, Messina e, appunto, Agrigento.
Spinto dalla voglia di far conoscere queste meraviglie agli amici Panathleti di tutto il mondo ho fatto questa proposta e sono onorato che sia stata positivamente accolta”.
Eugenio Guglielmino innamorato della sua Sicilia, come lo sono i suoi conterranei, senza saperlo si era fatto un ultimo regalo: portare l’Assemblea elettiva del Panathlon International per la prima volta in terra di Trinacria. Ma un destino avverso gli ha impedito di essere l’anfitrione che avrebbe atteso ed intrattenuto i panathleti in arrivo da tutto il mondo, con la nota squisita signorilità siciliana.
La sede prescelta non poteva che cadere sulla perla archeologica di Agrigento, che si appresta nel 2025 ad essere la Capitale italiana della Cultura.
Arroccata sul colle della Rupe Atenea, la città moderna, ha ai suoi piedi un comprensorio archeologico di rara importanza e bellezza.
Akragas, Agrigentum, Kirkent, Girgenti e, finalmente, Agrigento: queste le sue diverse denominazioni nel corso della sua storia bimillenaria, che hanno scandito i tempi e le genti che vi hanno risieduto, lasciando ai posteri importanti ed incomparabili vestigia, celebrate nei loro scritti, da Orville, a Riedsel, da Munter al viaggiatore per eccellenza Johann Wolfgang Goethe.
Il paesaggio che la circonda, stendendosi ai suoi piedi, è dolce ed aspro a seconda delle stagioni; ma il leit-motif è dato dalla simbiosi armonica dei suoi colori: ora intensi, ora smorzati. Una simbiosi che sta tra l’azzurro cielo-mare, di un’intensità africana, il giallo ocra della sua terra, capace, ad ogni tramonto, di rinnovare il grandioso spettacolo che la rende protagonista, tingendosi di delicati riflessi dorati, conferendo ai templi, maestosi, là sulla dorsale collinare, un’aurea di perenne regalità, per non parlare poi del verde degli innumerevoli ulivi, quasi un ricamo sui suoi dolci declivi che, ad ogni frusciar del vento, si tingono d’argento, quasi le loro chiome volessero ricordare l’antichità dei luoghi.
Ed Agrigento ed il suo territorio sono la fonte d’ispirazione degli scritti di Luigi Pirandello, il grande agrigentino.
Ecco, dunque, il perché Eugenio Guglielmino ha scelto Agrigento quale sede prestigiosa culturalmente ad ospitare l’importante evento del Panathlon International, un regalo non solo a sé stesso, ma ai numerosi panathleti che avranno la fortuna di soggiornare in quella che Pindaro non esitò a definire “città più bella fra quante gli uomini avessero edificato”.