ARYNA SABALENKA VINCE PER LA SECONDA VOLTA CONSECUTIVA GLI AUSTRALIAN OPEN
GRANDE ATTESA PER LA FINALE DI SINNER.
Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Panathlon Verona G.Brera UniVr – Area1 Veneto Trentino/AA
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Il vero tennis è il singolare, perchè solo in questa gara si richiede all’atleta la massima efficienza fisica.
Nel doppio, invece, si può continuare ad essere bravissimi anche dopo i quarant’anni, come sta dimostrando l’indiano Rohann Bopanna, che a 44 anni ha vinto gli Aus Open in coppia con l’indigeno Mattew Ebden, battendo gli azzurri Simone Bolelli e Andrea Vavassori, arrivati sorprendentemente in finale.
I nostri hanno perso in due set, lottando alla pari per 12 giochi e rischiando persino di vincere il primo parziale perché sul 5 pari hanno avuto a disposizione una palla break, che però è stata annullata da Ebden con un servizio verso Vavassori al corpo. Dopo di che la coppia mista ha poi vinto il game, perdendo successivamente a zero il dodicesimo gioco.
Nel tie break si è però verificato un totale cedimento dei due italiani, che non sono riusciti a vincere neppure un punto. Una spiegazione potrebbe essere, rispetto agli avversari, il differente livello di fiducia in se stessi nel momento più critico, derivante dalla coscienza di occupare posizioni molto diverse nella graduatoria ATP di doppio, con la conseguenza di affrontare il game decisivo del set con una determinazione e un orgoglio comprensibilmente dissimili.
Un fenomeno analogo si è poi ripetuto a carico dei nostri nel secondo set, in cui si è mantenuto tra le due coppie fino al 5 pari un perfetto equilibrio, rotto all’undicesimi game da un devastante break a zero, anticamera dell’inevitabile sconfitta, formalizzata nel gioco successivo per 7-5.
Con una maggiore esperienza, da arricchire nei prossimi mesi, Bolelli e Vavassori potrebbero essere per Volandri una carta preziosa per la Coppa Davis, in alternativa a Sinner-Sonego, così come era stata la coppia Bolelli-Fognini.
Prima del doppio maschlle è stata disputata la finale del singolare femminile tra Sabalenka e Zheng.
La bielorussa, come ormai succede con quasi tutte le sue avversarie, è riuscita anche nella finale ad incutere una sorta di ansia in quella di turno grazie alla propria micidiale risposta al servizio, al tempo stesso potente e precisa: la battitrice, in tale situazione, non ha il coraggio di forzare la prima palla, avendo il timore che non entri, per evitare di dover fare poi ricorso alla seconda; ma, se la prima non entra, sulla seconda si sente costretta a tirare più forte del solito per limitare la potenza della risposta, esponendosi così al rischio del doppio fallo.
Lo schema è senza dubbio vincente, ma per attuarlo c’è bisogno di tenniste molto brave, potenti e precise: come era Serena Williams qualche anno fa e come è oggi, appunto, Sabalenka.
La bielorussa ha iniziato prepotentemente nei primi due giochi: vinto rapidamente il primo a zero, nel secondo ha fatto break da 15-40, mettendo alle corde la cinese Zheng, incerta su dove posizionarsi per la risposta al servizio. Nel terzo gioco, però, inaspettatamente Sabalenka ha subìto un passante e poi ha commesso due errori nell’eseguire l’1-2 di partenza, trovandosi così sotto per 0-40; ma con estrema sicurezza è riuscita ad annullare le 3 palle-break e a vincere il game. Sul 2-5 la cinese ha compiuto un identico miracolo, ma nulla ha potuto per evitare di perdere il gioco successivo e quindi il primo set per 6-3.
Zheng nel secondo parziale ha realizzato la non facile impresa di commettere ben 3 doppi falli nel primo game, compromettendolo senza scampo. Nel quinto gioco ha fatto quasi il bis, limitandosi a 2 doppi falli, ma con identico risultato. Complessivamente ha comunque giocato meglio nel secondo set, disegnando spesso il campo con palle lunghe e piazzate, ma senza vincere game.
Molto tormentato l’ultimo gioco, in cui Sabalelenka, dopo essere arrivata a 40-0 (quindi con 3 match point a disposizione), se li è fatti annullare, procurandosi poi una quarta palla-match (anch’essa non trasformata); in seguito si è passati addirittura ad un break-point per la cinese (risolto con un ace), prima di arrivare al quinto match-point, finalmente conclusivo: 6-2.
Le difficoltà finali di Sabalenka nel portare a termine l’incontro confermano che la campionessa bielorussa non è ancora riuscita a liberarsi del tutto di quella instabilità emotiva che ogni tanto la condiziona.
Dopo questa finale Sabalenka rimarrà n. 2 del mondo (dopo Swiatek), mentre Zheng salirà al settimo posto.
Siamo ormai alla conclusione di questo bellissimo slam.
Speriamo che Sinner confermi la sua superioritò su Medvedev, battendolo.
Dovrebbe essere una formalità, dopo aver eliminato Djokovic.
In sostanza: il tennis di qualche anno fa contro il miglior tennis attuale.