NIl Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Verona G.Brera UniVr – Area1 Veneto Trentino/AA
DAY 10
Nel quarto di finale tra Medvedev e il connazionale Rublev, vinto dal primo in tre set, si è visto chiaramente che il secondo ha una sorta di complesso di inferiorità rispetto all’altro: complesso che nello sport agonistico determina la cosiddetta “paura di vincere”. Nel primo set, infatti, Rublev si è portato avanti per 3-0, poi è stato rimontato e ha perso per 6-4; nel secondo si è trovato in vantaggio per 3-1, ma è andato sotto per 6-3; nel terzo si è verificata una cosa simile e si è arreso definitivamente per 6-4. E’ la dimostrazione lampante dell’importanza del mondo emotivo nel controllo delle nostre azioni e della forza mentale nel perseguire un obiettivo. Inoltre si può anche osservare un’altra cosa. Rublev vale sicuramente la posizione che occupa tra i primi 10 del mondo, perché il suo tennis aggressivo e piazzato è validissimo; ma un conto è essere tra i “top ten”, un altro è essere tra i primi 4 o 5, cioè tra quelli che possono aspirare a diventare i primi del mondo. Rublev non sa andare a rete, non fa palle smorzate, tira forte ma è prevedibile. Giocando così non potrà mai fare un salto di qualità, anche se può accontentarsi (si fa per dire) di essere quello che è.
E’ poi doveroso far notare che due russi hanno giocato in condizioni quasi impossibili a causa del caldo e dell’umidità insopportabile. Medvedev, che ha avuto qualche problema, alla fine ha fatto dichiarazioni importanti, sulle quali sarebbe doveroso riflettere, denunciando la scarsa attenzione alla salute degli atleti da parte degli organizzatori sportivi. Aspettiamo forse il morto prima di introdurre nuove correzioni? Aggiungerei: ha senso giocare al meglio di 3 set su 5? I set non potrebbero essere accorciati arrivando ai 4 giochi vinti invece che ai 6? E’ proprio necessario concedere la seconda palla di battuta a chi sbaglia il servizio? Dobbiamo ricordare a tale proposito, che una volta non c’era neppure il tie-break …
In semifinale Medvedev dovrà affrontarne Alcaraz, che si è liberato abbastanza facilmente (per 6-3, 6-4, 6-2) di Zverev, tornato in gran forma. Vedremo che cosa potrà fare Medvedev, abilissimo giocatore di scacchi capace non solo di rimandare tutte le palle tenendole in campo, ma anche di attaccare sull’angolo più favorevole, contro questo incontenibile spagnolo, a suo agio in qualsiasi punto del campo e agile come un felino.
Il vincitore farà la finale molto probabilmente con l’eterno Djokovic, a meno che l’americano Shelton non riesca a compiere un colpo così grosso da fare fatica solo a pensarlo: battere Nole agli US Open … No, impossibile.
Nel femminile Sabalenka e Keys si sono imposte con identico punteggio (6-1, 6-4) sulle rispettive avversarie Zhen e Vondrousova. In semifinale, dove dovranno incontrarsi, è nettamente favorita la bielorussa, che a conclusione dello slam dovrebbe giocare con l’esuberante Coco Gauff (erede delle Williams) o con la ceca Muchova, gattona sempre vigile.