L’amore di Fred Bongusto “…è nato a Malaga”, speriamo sia foriero per la conquista della Coppa Davis da parte dei nostri Azzurri,
Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Verona G.Brera UniVr – Area1 Veneto Trentino/AA
DAY 4
Dopo aver perso con un netto 3-0 dal Canada, la strada era diventata molto ripida, ma il miracoloso 3-0 inflitto al Cile aveva riaperto i giochi per accedere ai quarti di finale in novembre. Tuttavia, se il Canada si fosse accordato con il Cile sul risultato complessivo dell’incontro diretto, l’Italia avrebbe potuto arrivare terza nel girone, ma il temuto “biscotto” (totalmente estraneo alla tradizione della Coppa Davis) era solo un timore privo di fondamento diffuso da qualche giornalista reso malizioso dall’esperienza vissuta in altri campi. In realtà non s’è vista alcuna traccia né di biscotti né di torte, ad onore dei responsabili delle due nazionali e dei giocatori, che anzi si sono impegnati al massimo.
Il secondo 3-0 subìto dai cileni ha addirittura aperto per l’Italia una via d’uscita quasi insperata: a quel punto agli azzurri, per arrivare secondi nel girone, sarebbe bastato vincere contro la Svezia un solo incontro.
Con la coscienza, da parte della squadra italiana, di essere quindi ad un passo dal traguardo, è iniziato il singolare tra i due numeri due. Da una parte il nostro Arnaldi e dall’altra Leo Borg, figlio dell’indimenticabile dominatore del tennis mondiale (ora sessantasettenne) nella seconda parte degli anni settanta, inventore del tennis liftato da fondo campo, basato sull’evitare prima di tutto la palla in rete e sull’alternanza della difesa con il contrattacco. Il ventenne Leo è solo n. 334 nella graduatoria ATP e non ha nè la classe nè la fermezza di suo padre, anzi è piuttosto discontinuo; ma ha dato l’impressione di poter migliorare parecchio.
Arnaldi l’ha affrontato credendo forse che sarebbe stata una passeggiata, ma in realtà non lo è stata per nulla. La probabile presunzione di vincere facilmente, soprattutto perchè la Svezia, priva di vittorie, era ormai tagliata fuori da qualsiasi speranza di superare il girone, ha probabilmente giocato un brutto scherzo al sanremese (ultima scoperta del nostro tennis, attualmente n. 47 del ranking), che ha iniziato l’incontro con scarsa concentrazione, commettendo vari errori non provocati e addirittura perdendo a zero il servizio al terzo gioco. Il break ha avuto però l’effetto di generare in Matteo lo stimolo reattivo di cui aveva bisogno a livello di concentrazione, con il risultato di consentirgli di ottenere il controbreak al sesto gioco. Sul 5-4 a favore dell’italiano si è però verificata una strana crisi nello svedese che, dopo aver neutralizzato un set point, ha involontariamente regalato il parziale su un piattino d’argento all’avversario, commettendo due doppi falli consecutivi, in barba alla fama di freddezza che si attribuisce ai nordici, anche se, a livello di lettura del linguaggio corporeo, il giovane scandinavo non ha fatto trapelare nessuna emozione, nemmeno un po’ di rabbia o di delusione: una mummia.
La crisi si è ripresentata allo svedese all’ottavo gioco del secondo set, con un altro 0-40. Questa volta Leo ha reagito con convinzione, annullando tutte e tre le palle-break. Subito dopo, però, non ha saputo contrastare la risposta alla battuta che gli ha rimandato l’italiano e infine non è riuscito a controllare il proprio rovescio dopo il servizio.
In vantaggio per 5-3 nel secondo set, Arnaldi si è fatto infine annullare due match-point, diffondendo apprensione e panico, tipici di questo meraviglioso sport, in cui non si è mai sicuri di avere ormai in tasca la vittoria (ma neppure di non poter rimontare), perchè nel tennis non c’è il condizionamento del tempo. Per fortuna o per merito il nostro Matteo è però riuscito a concludere positivamente alla terza occasione.
Matteo ha vinto, ma ha sbagliato molto. D’altra parte non è il caso di andare troppo per il sottile con il giocatore che ci ha dato la certezza di andare a disputare le finali.
A quel punto il singolare tra il numero uno Lorenzo Sonego ed Elias Ymer, terminato con il successo dell’italiano in due set (per 6-4, 6-4), non ha avuto alcuna importanza, così come il doppio tra Bolelli- Musetti e Bergevi-Goransson, vinto dagli svedesi per 4-6, 7-6 e 10-8 (al super tie-break), se non altro per concludere che l’Italia ha passato il girone grazie soprattutto ad un miracolo di Sonego. Ma facciamo notare che, se ci interessa davvero la Coppa Davis, non possiamo rinunciare a creare coppie stabili di doppio.
Domani sapremo chi saranno i nostri avversari nei quarti.
E più avanti si saprà quali saranno i componenti della nostra squadra.