Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Verona G.Brera UniVr – Area1 VenetoTrentino/AA
DAY 3
Dopo aver perso dal Canada, detentore del titolo 2022, con un netto e addirittura umiliante 0-3, l’Italia ha ribaltato il risultato contro il Cile nella fase a gironi, riaccendendo la speranza di qualificarsi per le finali che si svolgeranno a Malaga a metà novembre.
Il primo merito di questo successo va attribuito al capitano Filippo, che ha avuto il coraggio di compiere le sue scelte senza farsi influenzare. Infatti, come aveva avuto il coraggio di non convocare Fognini perché a suo parere non era in forma, così ha preferito contro il Cile togliere dal singolare Musetti, schierare l’esordiente Arnaldi come n. 2 e confermare Sonego; infine, con mossa azzardata, inserire quest’ultimo in un doppio inedito assieme a Musetti. I fatti gli hanno dato ragione, perché l’Italia ha vinto tutti e tre gli incontri, anche se ha rischiato parecchio.
Ma li ha vinti grazie anche al sostegno del pubblico di casa e all’enorme coinvolgimento emotivo che si è creato tra i giocatori, in campo e ai margini, con il contributo importante di Berrettini, che non solo ha sostenuto i compagni, ma ha continuato a dare preziosi consigli in quanto li conosce perfettamente.
Tutti dicono che piace poco questa nuova formula di 2 singolari e un doppio in una sola giornata, al posto di quella vecchia (che si disputava in 3 giornate, con 2 singolari nella prima, un doppio nella seconda e 2 singolari nella terza).
Però si deve ammettere che rimane immutato in Coppa Davis il fortissimo spirito di squadra legato alla nazione di appartenenza.
Arnaldi (n. 47 ATP) ha vinto in tre set contro Garin (n. 103, ma n. 17 nel 2021). Dopo aver perso il primo parziale con un netto 6-2, il sanremese è diventato sempre più sicuro di sé, riuscendo ad aggiudicarsi il secondo al decimo gioco (per 6-4), in cui l’avversario si è fatto dominare palesemente dalla paura di perdere. Nel terzo set Garin ha cercato di difendersi con i denti, specialmente nel quarto game, in cui ha annullato ben 5 palle-break, senza riuscire tuttavia a difendere la sesta. Nonostante avesse perso il servizio sull’1-3, il cileno ha annullato 3 match point sul punteggio di 2-5, reagendo con orgoglio e con rabbia grazie alla battuta (ottenendo 2 ace e un terzo servizio vincente). Ma sul più bello, in svantaggio per 3-5, non ha più vinto neanche un punto, perdendo così il set decisivo per 6-3.
Sonego (n. 38 ATP) è stato travolto nel primo set da Jarry, che poi nel secondo sembrava avesse ormai in tasca la vittoria. Ma nel nono gioco il torinese, in svantaggio per 4-5, ha compiuto il miracolo di annullare incredibilmente addirittura 4 match-point (!), per poi rovesciare l’esito del parziale contro un avversario attonito.
Nel terzo set il dramma si è ripetuto per Jarry nel terzo game, in cui il cileno si è fatto strappare il servizio dopo essere andato in vantaggio per 40-0. Sul 3-5 Jarry ha poi annullato due palle-match, arrivando a 4-5. Ma successivamente, un po’ come era successo nell’incontro precedente tra Arnaldi e Garin, l’italiano non ha più concesso neppure un punto, vincendo così il set decisivo per 6-4.
Nel doppio i nostri due singolaristi improvvisatisi doppisti avevano una bella gatta da pelare, perché i loro avversari – Tabulo e Barrios Vega – erano invece dei veri doppisti. E in doppio, anche se si corre molto meno, i riflessi e la velocitò di reazione devono essere prontissimi per poter affrontare gli stimoli ravvicinati che si presentano a ripetizione. Inoltre le geometrie sono molto più ampie, così come è più complesso il presidio degli spazi. Insomma, sembra quasi un altro sport. Quasi, ma non del tutto, anche se il doppio è una squadra. Ma rimangono intatte la grinta e la volontà di penetrazione del singolarista di razza. Purchè non creda di poter risolvere qualsiasi problema unicamente con la forza bruta, cercando di spaccare tutto invece che creare continuamente spiragli, mirandoli con il tocco più appropriato.
E’ esattamente quello che hanno fatto i nostri Sonego e Musetti, che hanno annullato la superiorità tecnico-strategica dei due cileni, imponendosi per 6-7, 6-3, 7-6. Con intelligenza, ma soprattutto con l’anima e con il cuore.
Ma non è finita.
Il problema principale consiste nel possibile “biscotto” tra Canada e Cile.
Oggi si saprà se è vero ancora una volta che, ad essere maliziosi, “ci si azzecca”.