Fornaio di note campione di giorno, ci ha lasciato per sempre l’8 giugno scorso
Ludovico Malorgio – Redazione Lecce Area8 Puglia Calabria Basilicata
PILLOLE DI STORIA
E’ morto Renato Longo! In molti si chiederanno chi era. E sarebbero pure giustificati. Allora, diciamo subito che è stato un campione di ciclismo, ma aveva 85 anni ed era uscito di scena da oltre mezzo secolo, quindi, per i giovani sportivi è uno sconosciuto. I più vecchi, ,invece, sanno benissimo che Renato é stato un asso del ciclocross, il migliore di tutti in Italia e nel mondo. Una leggenda vivente come dice il suo ricco palmares: 5 titoli mondiali e 12 italiani vinti tra il 1958 e il 1972. Era nato a San Lorenzo, una frazione di Vittorio Veneto, è morto l’8 giugno scorso in un ospedale di Conegliano Veneto. Il prossimo 9 agosto avrebbe compiuto 85 anni. La sua carriera era iniziata a Milano dove a 14 anni si era trasferito con la famiglia. E’ stato l’indiscusso mattatore in un ventennio in cui ha dominato la scena del cross a due ruote accendendo l’entusiasmo di alcune generazioni di appassionati di ciclismo. Sotto la pioggia, nel fango e nella polvere, Longo arrivava sempre primo. E’ viva nei ricordi di tutti l’immagine di questo campione immerso in tetri paesaggi invernali, che corre con la bici in spalla nei viottoli di campagna col viso sporco di fango, che pedala sciolto sullo sterrato e salta in sella per affrontare i tratti di strada asfaltata. La sua storia sportiva si è sviluppata tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’70, l’era d’oro del ciclismo su strada in cui Felice Gimondi e Eddy Mercx, il campionissimo belga, infiammavano gli animi dei loro tifosi con incredibili imprese ed un’accesa rivalità. Renato, umile e grande campione, con i suoi successi, in un certo senso ripagava gli appassionati di ciclismo delle delusioni e delle amarezze provocate on le sue straordinarie vittorie dal ‘cannibale’ nel vincente confronto con il nostro campione. Longo iniziò un po’ tardi a correre. Faceva il fornaio, di notte impastava farina, la mattina pedalava duro per consegnare quintali di pane alle mense aziendali di Milano. Ma furono le lunghe ed estenuanti pedalate compiute per lavoro a fargli venire la voglia di mettersi alla prova per verificare se in sella ad una bici da corsa senza il peso del pane, poteva fare qualcosa di buono. Ci provò con grandi sacrifici e senza mai abbandonare il suo lavoro di panettiere. Correva su strada e in pista prima di scegliere il ciclocross. Continuava a lavorare di notte e ad allenarsi di giorno, in gara riusciva a sprigionare la forza dei suoi muscoli, che con la ferrea volontà e la vocazione al sacrifico fecero di lui un campione indiscusso. Colse le sue prime affermazioni importanti nel 1958 con il titolo di campione italiano di stayer su pista e il quarto posto al mondiale di cross. Con la maglia tricolore addosso, a 21 anni decise finalmente di abbandonare il lavoro di panettiere e l’anno dopo, al ‘mondiale ‘ di Ginevra conquistò la maglia iridata. Fu il primo italiano campione del mondo nella storia di questo sport. Nello stesso anno fece sua la medaglia di bronzo ai ‘mondiali’ stayers. Nel ’60 partecipò al Giro di Svizzera , al Giro del Delfinato e al Giro del Portogallo, dove vinse una tappa. Ma il suo destino era segnato, si dedicò anima e corpo al ciclocross e presto diventò il leader indiscusso della specialità. Non c’era gara, giro, kermesse a qualsiasi livello che non lo vedesse vincitore. Longo non aveva rivali in Italia, a parte lo storico Amerigo Severini, che lo aveva avviato al cross. In Europa ebbe accesi rivali prima in Jean Robic, un francese che aveva segnato un’epoca nel ciclocross internazionale. Dovette spesso vedersela con Roger De Clercq belga e il tedesco Rolf Wolfshohl, che però non gli impedirono di fare incetta di vittorie ai ‘mondiali’ della specialità. Vinse cinque volte il titolo mondiale (1959-‘ 62-’64-’65-’67). La sua immagine è legata indissolubilmente alla maglia iridata, che in corsa alternava con quella tricolore di campione italiano conquistata ben dodici volte. Longo si ritirò nel 1972 da campione d’Italia con un palmarès straordinario di 233 vittorie in 388 corse disputate. Nella sua straordinaria carriera Renato Longo aveva indossato, tra le altre, le gloriose maglie della Ignis e della Salvarani. Lasciato lo sport attivo aveva lavorato per 25 anni alla Snia Viscosa di Vittorio Veneto, senza mai rinunciare alle quotidiane salutari uscite in bici. Lo ha fatto fino all’ultimo giorno della sua vita. Se n’è andato per sempre lo scorso ’8 giugno, poche ore dopo l’ultima passeggiata sulla sua amata biciletta. CAMPIONE VERO – Renato Longo era un uomo riservato, educato, di poche parole, non amava mettersi in mostra, ma raccontava con orgoglio un episodio della sua vita. Nel 1959, alla vigilia del campionato italiano, era partito il venerdì per Cavaria (Va), aveva fatto 50 chilometri per visionare il percorso di gara, era rientrato a Milano e all’una di notte aveva preso servizio nel panificio. La domenica aveva corso e vinto e in nottata era tornato al lavoro. La mattina, davanti al negozio, c’erano i fotografi che volevano immortalare il nuovo campione italiano di ciclocross. Renato Longo era questo: un campione di sport e di umiltà.