Una storia lunga 146 anni che ha fatto la storia del tennis
Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Verona G.Brera UniVr – Area1 Veneto Trentino/AA
Da almeno otto secoli è molto popolare un gioco che si pratica con una racchetta e una palla, da lanciare e rilanciare in un campo diviso da una rete. In Italia aveva il nome di pallacorda. Gli inglesi, padri di tutti gli sport moderni, l’hanno poi ripreso e codificato con nuove regole, chiamandolo tennis.
Wimbledon, uno dei tantissimi quartieri di Londra, ne ospita il torneo più antico e più prestigioso del mondo: quindi il più importante tra i quattro “Slam” (gli unici che si disputano al meglio di 5 set), in programma notoriamente dall’inizio di ogni anno prima in Australia, poi in Francia e in Inghilterra, infine negli Stati Uniti.
Wimbledon non è solo un torneo: è considerato addirittura una sorta di tempio sacrale del tennis sia dai giocatori sia dagli appassionati.
La sua sede è quella dell’”All England Lawn Tennis & Croquet Club” , nei cui campi in erba – ben 19 – si svolgerà da lunedì 3 a domenica 16 luglio l’edizione 2023, la 136ª dal 1877.
Il favorito numero uno del singolare maschile è Novak Djokovic, nonostante i suoi 36 anni. Djokovic, che ha acquisito sul campo (probabilmente per sempre) il diritto di essere considerato il tennista più forte di tutti i tempi, ormai può sentirsi stimolato principalmente dal desiderio di conseguire altri record. E a Wimbledon avrebbe l’occasione per acquisirne un altro, se eguagliasse le otto vittorie di Roger Federer (che comunque rimane senza Irivali nell’arte del gesto tennistico). Attualmente il serbo detiene infatti sette titoli, sullo stesso gradino di Pete Sampras (1993-2000) e William Renshaw (1881–1889, consecutivamente)
Il serbo parte a Wimbledon come n. 2 del tabellone, essendo preceduto nella graduatoria ATP dallo spagnolo Carlo Alcaraz. Oltre a quest’ultimo, gli avversari più temibili per Novak potrebbero essere il russo Daniil Medvedev, il greco Stefanos Tsitsipas, l’australiano Nick Kyrgios e il danese Holger Rune.
Nel femminile, invece, la polacca Iga Swiatek, la bielorussa Aryna Sabalenka e la tunisina Ons Jabeur tenteranno di sostituirsi alla kazaka Elena Rybakina, vincitrice dell’edizione 2021.
Undici tennisti italiani sono entrati direttamente nel tabellone principale: 5 nel singolare maschile (Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Berrettini, Lorenzo Sonego e Marco Cecchinato e 6 in quello femminile (Martina Trevisan, Camila Giorgi, Elisabetta Cocciaretto, Jasmine Paolini, Sara Errani e Lucia Bronzetti).
Sinner e Musetti, pur non partendo tra i favoriti, sarebbero potenzialmente capaci di compiere notevoli imprese che, tra l’altro, hanno già ottenuto. Lo stesso si può dire di Sonego. Mentre saremmo troppo ottimisti se avessimo fiducia in questo momento anche in Matteo Berrettini, che troppo frequentemente è stato bloaccato da problemi fisici.
Carlos Alcaraz e Novak Djokovic sono ovviamente i più quotati nel singolare maschile. Ma non si può dimenticare che nel 2023 Medvedev ha già vinto a Miami e Roma ed è arrivato in finale a Indian Wells, dove ha perso da Alcaraz. Successivamente è stato però eliminato sorprendentemente al Roland Garros dal brasiliano Thiago Seyboth Wild, n. 172 del mondo. D’altra parte le giornate negative possono capitare a tutti.
Oltre a Medvedev si deve tener conto anche del danese Holger Rune e dello statunitense Taylor Fritz, entrambi in grado di battere chiunque. Specialmente Rune.
Ma non escluderei nemmeno Kyrgios, attualmente n. 33 ATP, finalista lo scorso anno.