RUOTE D’ORO – Gold Wheels – Capitolo n. 52
Ruote d’Oro di Roberto Gerosa – Redazione Verona Area1 Veneto-Trentino/AA
La Fiat 126
Presentata al salone dell’automobile di Torino nel novembre del 1972 per sostituire la “500”, la 126 aveva tra gli altri, un importante miglioramento nella meccanica: il cambio che, a parte la prima, aveva le altre tre marce sincronizzate; una miglioria molto apprezzata in modo particolare dal gentil sesso. Con una cilindrata di 594cc e una potenza di 23 CV aveva un prezzo, ovviamente superiore a quello della “500”, di circa 800.000 lire. Il raffreddamento era ad aria a circolazione forzata tramite una ventola in plastica che dirigeva il flusso anche verso la coppa dell’olio, i freni a tamburo e il carburatore invertito era un Weber da 28 IMB.
La produzione della 126, che dal 1977 venne realizzata nella nuova cilindrata da 652cc e 24CV, oltre che negli stabilimenti Fiat di Mirafiori, avvenne anche in quelli di Cassino. Non va poi dimenticato che, dal 1973, si produsse anche in Polonia ispirando poi modelli come la Jungla Savio, la 126 Moretti Minimax e le centinaia di vetture presentate in Germania con il Marchio “FIGO 126” che erano però dotate di un motore da 250cc. Anche l’Austriaca Steyr Puch costruì dal 1973 al ’75, sempre su licenza Fiat, una 126 identica di carrozzeria ma con un motore da 643cc che raggiungeva una velocità di oltre 115 km/h. Alcune di queste vetture, ulteriormente modificate, furono usate anche in competizioni sportive.
Come non dimenticare poi il modello Cavalletta, presentato direttamente dalla Fiat nel 1976 definita “Spiaggina” in quanto permetteva l’installazione di un hard-top. Non mancarono gli elaboratori tra cui Abarth e Giannini modificando quest’ultimo, gli accessori e la cilindrata del motore con i modelli: 126 GP, 126 NP 650 (652cc), NP 700 e NP 800.
Ricordo che negli anni ’80 possedevo una Fiat 126 Giannini NP 650 usata e da me poi elaborata con la quale ho partecipato a manifestazioni di regolarità e gare in salita. Non ottenni i risultati sperati, forse per l’elaborazione un po’ artigianale o forse per la mia irruenza e poca esperienza, aumentando spesso il lavoro del “carro attrezzi”. Solo in una gara in salita ottenni un buon piazzamento nella categoria da 500 a 750cc a cui ero iscritto dove, per rallentare la velocità, gli organizzatori avevano sistemato delle chicane, una doppia curva artificiale posta a metà di un lungo rettilineo.
Considerata la minor lunghezza della 126 rispetto alle altre auto partecipanti, l’assetto ribassato per renderla più aderente e l’elaborazione del motore, fui abbastanza facilitato nelle chicane. La “piccola” rombava da far vibrare i vetri, anche se erano in plexiglass, assicurandomi al termine della gara un tempo tale da permettermi di essere inserito tra i premiati. Pensai poi di venderla, con un po’ di nostalgia ma, la potenza del motore non permetteva grandi performance tant’è che la sostituii con una leggera Zagato con carrozzeria in allumino e una cilindrata di 1100cc descritta dettagliatamente nel capitolo 13 di questa rubrica.
Frase del mese: E’ vero amore quando scendendo dalla macchina, Lei apre lo sportello contro il muro e tu, con nonchalance ma a denti stretti le dici: amore devi stare più attenta. – Twitter-
Gli appuntamenti “storici” nel mese:
Benaco Auto Classiche Veteran For Friends sulle Dolomiti – 10/11.
Club Giulietta e Romeo -Rievocazione “Salita delle Torricelle”- 04 (regolarità moto)
HCC Verona L’auto incontra la musica- 16. Un giro sui colli Euganei (moto)- 17. Auto raduno “l’idea del Mamo”- 18.
VCC E. Bernardi Verona –Partecipazione Salita delle Torricelle (moto)- 04. Varano dei Melegari – 12/13/14.
VCC Legnago Gran Premio autopista Polistil – 11.
2 Comments
Gianni
Come avrai notato sono un tuo assiduo lettore articoli scorrevoli, conoscenza della materia e perché no, anche un po’ di ironia. Gianni
Angelo
Ogni articolo che scrivi mi attrae sempre più,in materia di conoscenza sai fare il tuo lavoro,la 126 e stata l’auto del Popolo dopo la 500 , anche perché in quegli anni la crisi energetica con le auto a targhe alterne e la gente voleva un cambiamento.