Importante riconoscimento della lotta sarda
di Raimondo Meledina/Redazione Ozieri Area13 Sardegna
Dopo la necessaria bollinatura da parte dell’UNESCO, s’Istrumpa, antichissima lotta da sempre conosciuta e praticata in Sardegna, in occasione del 17° Comitato Intergovernativo della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio culturale e Immateriale, è entrata nel Registro delle buone pratiche dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.
S’ Istrumpa ha condiviso l’importante traguardo insieme al Tocatì di Verona, Associazione, questa, che ormai da oltre due decenni, si occupa della salvaguardia dei giochi e sport tradizionali (26 le Comunità ludiche che il festival raggruppa).
La tradizionale lotta, originaria di Ollolai, Barbagia di Nuoro, ed i cui inizi, collegati all’istinto degli uomini di di misurarsi fra loro, risalgono alla notte dei tempi, prende il nome dal termine sardo “istrumpare”, ossia gettare violentemente a terra il proprio avversario, ed ormai fa parte a pieno titolo della cultura dell’intera Regione, tant’è che in vari territori sardi sono stati trovati dei bronzetti nuragici raffiguranti appunto dei lottatori.
Nel tempo la tradizione non è andata dispersa e s’Istrumpa, alla quale venivano attribuite proprietà educative in ordine alla “balentia” (valore) e crescita dei giovani, e infatti, non a caso è citata nel libro Padre Padrone di Gavino Ledda, era la regina dei giochi in occasione della tosatura delle pecore, feste paesane,nel corso delle quali si organizzarono veri e propri tornei di Istrumpa, ed altri contesti , quali il servizio militare di leva e prima ancora le visite di idoneità, in cui ciascuno cercava di rappresentare al meglio il paese di provenienza, proprio distinguendosi in s’istrumpa.
Poche, e semplici, le regole: lottatori che, in presenza di un arbitro, si pongono in piedi uno di fronte all’altro, con un braccio sotto l’ascella e l’altro sopra l’omero-spalla dell’avversario e poi il combattimento, tenendo sempre la presa e facendo leva sulle capacità di forza, equilibrio e destrezza per far cadere l’avversario, utilizzando gli arti inferiori, o per mezzo di trazioni, spinte in avanti/indietro e di lato e sgambetti, grazie a “sa trassa”, l’abilità dei contendenti, uno dei quali alla fine avrà la meglio sull’avversario. La lotta viene interrotta quando uno dei due lottatori cade al suolo.
Un riconoscimento molto importante – questo il commento di Giampiero Columbu, già lottatore di vaglia ed ora presidente della Federazione S’Istrumpa- che da quando il gioco è stato istituzionalizzato grazie al riconoscimento del CONI, coordina l’attività e la partecipazione ad eventi sportivi anche di livello internazionale.
Attualmente la lotta barbaricina è riconosciuta dalla FILA ed i suoi praticanti partecipano a veri e propri campionati di lotta etnica e tornei fra la Sardegna e diverse Nazioni fra cui Francia, Scozia, Spagna e Svizzera. Come per tante altre discipline Il COVID ha determinato il fermo dell’affascinante combattimento, in attesa della ripresa delle competizioni, da sempre avvenute con grandi consensi e partecipazione di pubblico.