A TUTTA ADRENALINA: EXTREME SCI E SNOWBOARD SUL BEC DES ROSSES
di Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet
Chi ama l’adrenalina deve una volta nella vita essere spettatore o protagonista, se ne ha le capacità, del contest del Freeride World Tour del Bec des Rosses, la magica montagna incombente su Verbier in Svizzera, dove i più forti sciatori o snowboarder del mondo si sfidano dando prova della loro audacia più estrema.
Prendendo a prestito quel “Se no i xe mati no li volemo”, titolo della commedia di Gino Roca, si può affermare quanto questo si adatti ai protagonisti della specialità estrema del Freerider. Per fare ciò che fanno ci vuole una certa dose di sana follia. Comunque sia sanno regalare momenti di puro spettacolo.
Ma vediamone ora il perché.
Il Bec des Rosses ha la sua vetta a 3.223 metri, una sorta di dente acuto, dove è posta la partenza, dalla quale poi si discenderà all’arrivo allocato 600 metri più sotto. Gli atleti, tanto per scaldarsi, devono raggiungere la tenda dello start a piedi con sci e zaino in spalla. Ma l’entusiasmo e la loro preparazione fisica sono tali da non fare fatica più di quel tanto. La vera e divertente fatica sarà quella che da lì a poco affronteranno.
LA STORIA
Si sa che le generazioni di fine millennio scorso e quelle del nuovo hanno dato vita a sport completamente nuovi e fuori dai tradizionali schemi, in cui il denominatore comune era ed è l’adrenalina del gesto estremo. Tra quelli della nuova generazione, uno su tutti, lo snowboard è quello che ha sdoganato il senso di libertà sulla neve, dove, ben presto, si è accodato lo sci. Ecco così nascere movimenti che non si riconoscono nelle federazioni degli sport invernali e conseguentemente nel CIO, poiché non desiderano essere intruppati da lacci e lacciuoli. Proprio perché amano la libertà. Così è anche per il Freeride World Tour.
Nasce allora il “Big Mountain”, ovvero la specialità che tiene conto delle discese ripide all’inverosimile; della velocità; della linea di discesa e dei salti.
Il Board internazionale che la dirige è costituito da otto Freerider professionisti. Come otto sono i freerider sciatori ed otto snowboarder, maschi e femmine, che si contendono il trofeo finale messo in palio dalla Swatch e dalla North Face nella località svizzera.
LA GARA
Prima di arrivare alla finale di Verbier, dove si sfidano i migliori otto maschi e femmine delle rispettive specialità, i partecipanti si affrontano in quattro prove di qualificazione: Giappone, Canada, Andorra e Svizzera.
Come abbiamo già detto i concorrenti salgono a piedi sul Bec des Rosses e da lì scelgono una linea di discesa, senza averla mai provata, ma immaginata, lungo un pendio che varia dal 40 al 50% di inclinazione tra speroni di roccia, salti incredibili ed improvvisi ostacoli: un pot-pourri di ostacoli incredibili.
CRITERI DEI GIUDICI
Le valutazioni della giuria tengono conto di 5 fattori:
- Linea di discesa: valutata per difficoltà ed originalità;
- Salti e acrobazie: numero e qualità acrobatiche;
- Fluidità: essa deve essere continua nella discesa dove le pause sono penalizzate e la velocità premiata;
- Controllo: perdita equilibrio e controllo della sciata vengono penalizzate;
- Tecnica: modo di discesa e di curve
La giuria (5 componenti) da una valutazione che spazia da 0 a 100.
Freeride World Tour è stato anch’esso penalizzato proprio nell’ultima prova di Verbier del 2020, quella che per la località del Vallese doveva festeggiare la ricorrenza del 25° anno dell’EXTREME VERBIER, annullata per il maledetto virus. Ma tutto è ricominciato con il solito entusiasmo.
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