STORIA DI MAX WINTER, L.A.LAKERS ai MINNESOTA VIKINGS
di Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet
Alle volte nel firmare gli articoli lo faccio sotto lo pseudonimo di Max Winter, non so perché l’ho adottato, sta di fatto che lo utilizzo da diversi anni e che è divenuto un mio secondo nome, tanto mi è familiare. Così ho deciso recentemente di vedere quanti Max Winter esistono nel mondo dello sport.
La mia ricerca è stata immediatamente soddisfatta avendo trovato il mio omonimo niente che meno tra i grandi presidenti del basket Usa.
Il nostro Max Winter prima di essere cittadino americano è stato austriaco, essendo nato nella cittadina di Mährisch Ostrau, allora facente parte dell’Impero Austro-Ungarico, il 29 giugno 1904, oggi l’odierna Ostrava nella Repubblica Ceka. Allora quel piccolo villaggio era sede di una forte attività mineraria e certamente la vita non offriva un granché, tanto da obbligare molti suoi abitanti ad emigrare in cerca di fortuna al di là dell’Atlantico negli Stati Uniti d’America. Così avvenne anche per il nostro Max Winter nel 1914 che, assieme alla madre, si ricongiunse con padre e fratelli, già emigrati tre anni prima a Minneapolis.
La posizione familiare come si deduce leggendo le note del personaggio non doveva essere poi così male, tanto che Max ebbe l’opportunità di frequentare la North High School, praticando in quegli anni, si diplomò nel 1922, prima il Football americano e quindi la pallacanestro, della quale fu anche il capitano.
Terminati gli studi liceali, Max vinse una borsa di studio, grazie alla quale s’iscrisse alla Hamline University, continuando così a giocare a basket nel team universitario nel ruolo di play, si presume, vista la sua bassa statura che raggiungeva il metro e sessantatre centimetri.
Terminati gli studi aprì un ristorante, dove il piatto più prelibato era il tacchino (Turckey). Il fiuto per gli affari era di primordine tanto che in breve divenne il maggior commerciante del tradizionale incolpevole animale, divenendo così “The Turkey’s King”, ovvero il Re del tacchino. Da questo gallinaceo iniziò la sua fortuna e, conseguentemente, il suo impero.
Era il 1947 quando entrò in quelli che diverranno successivamente i favolosi Lakers, a quel tempo si chiamavano Detroit Gems, quale azionista di minoranza, assieme a Ben Berger, un ricco polacco naturalizzato americano, padrone di cinema e caffè, e Morris Chaffen, il creatore dello spettacolo Holiday on Ice, che avevano acquisito la proprietà per 15 mila dollari. Da subito essendo note le sue capacità manageriali divenne il General manager.
Da Detroit la società si trasferì a Minneapolis, città dove i tre abitavano.
In quegli anni i Lakers militarono dapprima nella National Basket League, quindi nella Basket Association of America, vincendo nei due anni di militanza nelle due leghe i rispettivi titoli in palio, prima di confluire definitivamente nella National Basket Association, nata dalla fusione delle prime due nel 1950. Neanche a dire vinsero anche quello.
Nel 1950 i Gems si trasferirono a Los Angeles divenendo così i famosi L.A. Lakers, uno dei miti a stelle e strisce: 16 titoli NBA e 2.905 vittorie (dato 2010).
Dopo i successi con il basket Max Winter, nel 1955, ebbe un colpo di fulmine assistendo ad un match di Football Americano dei Chicago Bears., e se ne innamorò. Abbandonò i Lakers per cercare di entrare nel mondo della palla ovale, ma questo suo desiderio poté realizzarsi che cinque anni dopo quando fondò i Minnesota Vikings, era il 28 gennaio 1960, divenendo la quattordicesima realtà della National Football League (NFL).
Nove anni, 1969, dopo vinsero il loro primo campionato conquistando il diritto di affrontare i Kansas City Chiefs nella finale della mitica Superbowl. Altre tre volte cullarono l’illusione di vincere la prestigiosa coppa, ma furono sempre sconfitti.
Winter rimase in carica come presidente sino al 1987, morì il 26 luglio 1996. I Vikings riconoscenti gli dedicarono il Winter Park.
P.s. I Lakers devono il loro nome al fatto che Minneapolis è circondata da 10 mila laghi.