Di Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet
DAGLI INHUIT A ZANNA BIANCA
Ognuno di noi, almeno una volta, avrà assistito ai film, oppure letto i due best seller dell’avventura, come “ Zanna Bianca “ e “ Il richiamo della Foresta “, entrambi scritti da quel Jack London, che ha regalato a diverse generazioni emozioni sconfinate.
In entrambi si sono consumate le grandi avventure della nostra mente giovanile, dove si sono conquistati infiniti spazi, a noi sempre negati, giocoforza, dal contesto in cui viviamo quotidianamente, avaro com’è di spazi vitali di cui necessiteremmo.
Gli ingredienti erano, e sono, sempre l’uomo, la neve, i cani, le slitte, le racchette da neve, gli sci, le immense foreste, le piane, gli agguati dei lupi, i fiumi.
E tutto ciò era vissuto in un incomparabile paesaggio incontaminato, che ci è rimasto dentro, e del quale ne avvertiamo di continuo il bisogno.
Questo preambolo è d’uopo per trattare su quanto leggerete di seguito a proposito di chi ha la fortuna di “vivere la neve “ non nei soliti modi convenzionali, bensì rifacendosi a quei racconti d’avventura, praticando cioè lo “ Sledog, o Sleddog ”, che dir si voglia, o praticando lunghe camminate con le racchette da neve, o “ Ciaspole “, che dir si voglia ancora una volta.
IL SIGNIFICATO DI SLEDOG O SLEDDOG
La slitta trainata da cani è meglio conosciuta con il termine inglese di Sledog o Sleddog, termine quest’ultimo composto, a sua volta, dalle parole Sled (slitta) e Dog (cane).
LA STORIA
Le notizie che si hanno, fanno risalire la sua comparizione a circa quattromila anni or sono. Gli utilizzatori da sempre furono le popolazioni esquimesi ed indiane del Nord America, stanziate all’altezza del Circolo Polare Artico, dove ancora ai giorni nostri esistono zone gelide, desolate ed inaccessibili.
L’utilizzo iniziale , di questo mezzo di trasporto, era soprattutto riservato alla persona, ed a ciò che doveva trasportare per proprio uso. In seguito, quando anche là arrivò la “ nuova civiltà “ con il suo il commercio, la slitta divenne il mezzo necessario per ospitare le merci, le vettovaglie, le pelli, nonché la posta.
Le due regioni nordamericane, dove l’utilizzo è ancora prassi giornaliera, sono il Canada, l’Alaska e la Groenlandia.
LA NECESSITA’, DIVIENE SPORT
E l’Alaska è senz’altro la madre di questo affascinante sport. Esso si può dire nasca da quell’evento, che lungamente rese famosa quella terra lontana e fredda: la corsa all’oro ( The Gold Rush ) nel primo novecento. Tra l’alcool, le carte, le poche donne presenti ed il gioco d’azzardo, si consumavano le ore libere di quella variegata umanità dei cercatori d’oro, che non trovavano di meglio che organizzare anche delle corse con le slitte trainate da cani.
IDITAROAD
E’ il nome di un importante villaggio di minatori, stazione di posta, dove venivano fatti riposare i cani, situato sul fiume da cui prende il nome.
E’ senz’altro la gara più importante, quella che in un certo senso ha fatto la storia dello Sledog moderno. Il via è dato ogni anno al 1° di Marzo, ed il pettorale “1” è alla memoria del leggendario Musher Leonard Seppiala.
Essa si rifà ad un evento realmente accaduto nel 1925 nella città di Nome inAlaska. Si era infatti nell’inverno di quell’anno, e nella città in questione, rimasta completamente isolata causa la neve, scoppiò una grave epidemia di difterite, che stava mietendo centinaia di vittime tra la popolazione. L’unica salvezza poteva venire dalla distribuzione di un siero antidifterico. Ma il problema era che i depositi del prezioso medicinale si trovavano ad Anchorage, situati a circa 1000 miglia.
Si organizzò allora una vera e propria staffetta di uomini, slitte e cani, che in 5 giorni arrivarono a destinazione. L’impresa, conclusasi felicemente, vide l’impiego di 20 Musher (conduttori) e 160 Siberian Husky, che trovarono così la loro definitiva consacrazione.
Ancor’oggi la corsa è un vero e proprio “cult”. Infatti, in onore di Balto, il capo muta del leggendario evento, nel 1926 nella centralissima Central Park di New York, venne inaugurata una statua, che rappresenta il cane da slitta con la sua imbracatura.
COME SONO QUESTE SLITTE
Le slitte, nate con gli indiani Athabaska e con la popolazione esquimese degli Inhuit, variano nella forma e nella struttura a seconda delle regioni in cui sono fabbricate.
Chi la utilizza nei fitti e grandi boschi le costruisce corte per avere una migliore manovrabilità. Chi invece la utilizza per andare sul ghiaccio le fa molto lunghe per una maggior sicurezza nel caso di attraversamenti di crepacci nella banchisa.
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