di Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet
Lo sport nella sua larga accezione è fatica ed etica, quando l’etica però va a farsi benedire, perché l’atleta vuole vincere a tutti i costi, poiché vincere significa possibilità di guadagni, utilizzando sostanze dopanti che ne alterano la forza, allora è il principio della fine morale e spirituale.
A questo punto chi lo fa non è più un vero atleta, è un laido essere di cartapesta che ha abiurato ai principi di lealtà verso sé stesso e verso gli altri. Uno zombi senza vita.
Ma la retorica domanda è :” Caro atleta, quando sei solo e ti guardi allo specchio la tua immagine non ti ripugna ? . Perchè se ancora ti resta un briciolo di onestà ti dovresti sputare addosso, vergognandoti “.
So bene che le mie sono parole di una filosofia panathletica, ma proprio per questa mi devo battere.
Il marchese De Coubertin paventava che con il professionismo alle Olimpiadi arrivassero anche le scommesse e che lo sport ne venisse alterato e contagiato come una peste bubbonica.
Oggi oltre al problema delle scommesse si è aggiunta anche una questione di alti guadagni provenienti da altri proventi, ergo il doping serve per raggiungere risultati (fasulli) e così spuntare ingaggi faraonici dagli sponsor.
Di questo problema e di quello etico se ne parla spesso nel mondo dello sport, e di chi lo ama, ma altrettanto spesso si fa poco o niente per contenerlo. Si filosofeggia nelle occasioni in cui i media evidenziano cavalcando, pro domo loro, un qualche grave fatto di cronaca. Poi passata la buriana si tace, sino ad una nuova puntata.
Dunque sovente si preferisce mettere la testa sotto la sabbia per ignorare volutamente questa piaga, come fanno le tre scimmie: non vedo, non sento, non parlo.
E così si proseguirà su questa strada, fino al giorno in cui il doping potrà essere assunto ufficialmente, senza più alcuno scandalo.
Quel giorno sarà l’alba di un nuovo giorno, un giorno, paradossalmente, fatto di una nuova etica. Quella dell’onestà dopata, che tutti accetteranno, tranne qualche nostalgico.
E noi, se ancora presenti su questa terra, saremo tra questi.