di Mirko Rimessi – Redazione Ferrara Area5 Emilia Romagna Marche
Ieri la nostra Costituzione, ha compiuto 75 anni, essendo stata promulgata da Enrico De Nicola proprio il 27 dicembre 1947.
Dopo 75 anni ora anche lo sport dovrebbe entrarne a far parte, con questa aggiunta all’articolo 33: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme».
Leggetelo bene questo comma, esperime al meglio il valore dello sport, ed in poche parole dice cose bellissime. Manca solo il valore economico dell’attività sportiva.
Poco male, in Costituzione potrebbe anche non starci. Peccato che sia una mancanza che fa il pari con l’ennesimo, visto che siamo per Natale, “regalo” mancato a buona parte dei “lavoratori” del mondo dello sport: slitterà infatti ancora l’entrata in vigore della legge che normerà la disciplina, una legge che, se in origine era la devastazione del mondo sportivo italiano, con il correttivo è quantomeno un buon inizio. E, soprattutto, il minimo dovuto a migliaia di persone che lavorano, senza virgolette, in quest’ambito, e che vedono i loro diritti tutelati solo dell’onestà morale di molte associazioni sportive.
Intanto, con malizia si potrebbe dire, all’opinione pubblica è stata raccontata la favola dell’apertura al professionismo dello sport femminile. Peccato che cosa voglia dire “professionismo” in ambito sportivo in Italia lo sappiano in pochi, come pochi riguarda.
La cosa quasi comica è che questo slittamento è stato voluto proprio da alcuni dirigenti del mondo sportivo (un presidente federale in primix), che così, fingendo di tutelare le sue società, regala altri mesi di purgatorio (forse meglio dire inferno) a molti operatori.
Buon 2023, almeno, si spera!