E’ URGENTE UNA NUOVA REGOLAMENTAZIONE.
di Ludovico Malorgio – Redazione Lecce Area8 Puglia Calabria Basilicata
Si diceva che dall’avvento della moviola in campo il calcio avrebbe tratto grande giovamento. La direzione di gara, gli arbitri sarebbero stati tutelati, si sarebbero evitate proteste, reazioni violente e risse in campo. A distanza di cinque anni dalla sua introduzione (Stagione 2017/2018 nel Campionato di Serie A e in Coppa Italia) la situazione non é cambiata, non sono cessate liti, proteste, e polemiche. Confesso di non essere stato mai molto preso dalla introduzione di questo mezzo, avendo immaginato in anticipo che alle polemiche sugli errori arbitrali campo, si sarebbero aggiunte quelle riguardanti le decisioni prese con il supporto delle immagini registrare ed esaminate subito sul campo. L’utilizzo del Var non ha smentito quanti sostenevano che nel definitivo bilancio di un stagione torti e favori finivano per bilanciarsi e che tanto valeva lasciare le cose come stavano. E’ evidente che non é così. Nell’era della tecnologia molto avanzata che stiamo vivendo, era impossibile rinunciare al supporto di straordinari mezzi tecnici per aiutare gli arbitri nella gestione della partita. Il problema era come utilizzarli. Dopo cinque anni ce lo stiamo ancora chiedendo perché il Var ha tradito clamorosamente la sua funzione. Non manca domenica che non si discuta su episodi dubbi in cui l’intervento del Var é risultato ininfluente o addirittura dannoso. Qualche domenica fa, nel corso di Juventus – Salernitana é accaduto qualcosa di inverosimile, avendo il Var modificato, sbagliando, un corretta decisione arbitrale. Si é trattato,ovviamente, di un caso limite, ma di decisioni discutibili degli addetti al Var, spesso contrastanti con quelle del direttore di gara, se ne contano a decine ogni domenica sui campi di serie A e B, a causa del cattivo uso di questo strumento. Siamo infatti convinti che il Var dovrebbe intervenire solo ed esclusivamente in caso di oggettività di un episodio. Per fare un esempio, per un fuorigioco di mezzo metro non rilevato dall’arbitro o per un fallaccio da cartellino rosso non visto perché commesso lontano dall’azione di gioco. Per il resto, ogni valutazione dell’arbitro deve essere privilegiata e considerata insindacabile. Per chiarire, se un arbitro considera ininfluente, una pestatina o un o strattone in area di rigore e non interviene bisogna rispettare la sua decisione. Sarà una scelta opinabile, certo, ma altrettanto opinabile sarebbe quella di una altro giudice che siede davanti al video ed é autorizzato a modificarla. La verifica per immagini sul campo dovrebbe riguardare solo errori e mancanze arbitrali assolutamente incontestabili. Questo perché lo strumento tecnologico, escluso il caso del ‘gol-non gol’, affida le immagini ad una valutazione degli di addetti, soggettiva quanto quella dell’arbitro, pertanto soggetta ad errori. In molti casi, perciò, il Var che dovrebbe aiutare l’arbitro a migliorare la direzione di gara, finisce per complicarla o stravolgerla irreparabilmente come accaduto in Juventus – Salernitana.
IL CASO – Un episodio che dimostra quanto la differente valutazione di un fallo di gioco possa risultare decisiva ai fini del risultato, si é avuto in Roma-Lecce di domenica scorsa. Un normale scontro di gioco tra il leccese Hjulmand e il romanista Belotti, entrati in collisione a terra nel tentativo di contendersi il pallone, é passato al vaglio del Var per un presunto fallo del danese del Lecce. L’arbitro Prontera di Bologna non aveva rilevato alcuna irregolarità, ma é stato richiamato dall’addetto al Var, il signor Banti di Livorno, e dopo aver visionato un fermo immagine dell’episodio ha cambiato letteralmente parere decretando l’espulsione del giocatore del Lecce per gioco violento. E’ parso evidente che al giovane arbitro emergente della sezione di Bologna (di origine salentina n.d.r) sia mancato il coraggio di sconfessare il suo illustre collega ‘internazionale’. Un caso evidente di sudditanza psicologica. In effetti, nel dopo gara gli esperti di settore hanno unanimemente giudicato eccessivo e fuori luogo il ‘rosso’ per un fallo che avrebbe meritato al massimo l’ammonizione. Una magra consolazione se si considera che per l’ingiusta espulsione di Hjulmand il Lecce ha giocato la partita in dieci uomini per 70′ ed é uscito dal campo battuto per 2 a 1 per un calcio di rigore, peraltro generoso, assegnato da Prontera alla Roma. Questo episodio di cattivo arbitraggio ha fatto il paio con lo scempio perpetrato al ‘via del mare’ ai danni del Lecce, l’11 settembre scorso in Lecce – Monza. Nell’occasione l’arbitro Pairetto in campo e il suo collega Di Martino al Var non furono capaci di assegnare nemmeno uno di due evidentissimi calci di rigore in favore della squadra di Baroni.
I RIMEDI – Gli errori, gli svarioni, gli abbagli, causati spesso dalla libera interpretazione dei falli e delle varie situazioni di campo impongono una urgente revisione dell’utilizzo del mezzo tecnologico. In questo inizio di campionato se ne sono visti tanti, qualcuno straordinariamente clamoroso, come in Juventus-Salernitana. Bisogna evitare che alle sviste umane si sommino quelle del ‘Video Assistant Refereer. Non ci sono dubbi. Come farlo? L’istituzione del Var a chiamata potrebbe essere la soluzione giusta di tutti i problemi. Avviene già nella pallavolo, nel basket, nel tennis e sarebbe certamente un toccasana anche per il calcio costretto, fin qui a muoversi in una sorta di giungla degli equivoci, causati a turno dagli arbitri o dagli addetti al Var. L’uso della tecnologia introdotta sui campi di calcio deve essere regolamentato da rigide disposizioni che non lascino spazio alle libera e spesso contrastante interpretazione degli addetti. Naturalmente tutti devono fare la loro parte. I giornalisti, evitando di condizionare il comportamento degli arbitri con critiche esagerate e a volte fuori luogo. I giocatori, i tifosi e i dirigenti devono, a loro volta, devono imparare ad accettare gli errori dell’arbitro allo stesso modo di come si accettano quelli di una attaccante o di un portiere. Fanno parte del gioco. Bisogna convincersene. Solo così le cose miglioreranno ed il Var diventerà davvero uno strumento idoneo a risolvere casi dubbi e correggere errori. Di conseguenza a rendere inutili e superflue polemiche e discussioni. Il nostro calcio ne ha un gran bisogno.