Ieri, oggi e domani delle strategie calcistiche
Il Calcio di Romano Mattè – REDAZIONE G. Brera Università di Verona – Area1 Veneto Trentino/AA
Uno degli allenatori piu’ vincenti del nostro calcio , Fabio Capello , dopo i mondiali di Russia ( 2018) , vinti dalla Francia del “trappattoniano” Deschamps con la squadra piu’ giovane e talentuosa di quel mondiale , aveva fatto alcune considerazioni anticipatorie su quello che sarebbe accaduto nel calcio ed in particolare anche nella nostra serie A . Queste in sintesi le sue valutazioni :
- Inizia il declino della tattica del possesso – palla ( Nagelsmann ora al Bayer Monaco la ritiene addirittura iurassica )
- Vi è una maggior attenzione alla fase difensiva ;
- Si evidenzia una cura sempre maggiore quasi maniacale alle situazioni di palla – inattiva divenute sempre di decisive
Ora abbiamo meno costruzione dal basso – nell’ultima Champion ben 10 quadre hanno preso gol perdendo palla dove è piu’ facile concedere occasioni agli avversari – e più costruzione lunga – il portiere ed un difensore , vedi Bonucci alla Juve , divengono come dei primi play – a scavalcare il centrocampo .
Sulla perdita di palla si torna al tanto bistrattato marcamento ad uomo attuato però in modo meno furente e con più intelligente aggressività . Il pressing alto fisico , corpo a corpo , uomo ad uomo , a coppie fisse a tutto campo viene attuato con maggiore prudenza e ad un livello più basso. L’Atalanta di Gasperini – ha la difesa meno battuta con solo 5 reti – lo attuava in modo intelligentemente furente , quasi soffocante tendenzialmente alto il che richiedeva un grande dispendio psico-energetico , ora lo attua in modo più basso , meno travolgente , più essenziale , vorrei direi più chirurgico e quindi meno dispendioso . Gasperini un purista della “3” ed un fanatico dell’anticipo , ma per nulla integralista – talvolta per esigenze gioca a “4” – è stato il primo ad inserire negli esterni della “3” ex terzini ( anche ex esterni alti ) più rapidi , più portati all’anticipo e più portanti a scivolare in fascia sulle ripartenze avversarie . La nuova DEA ringiovanita e rinfrescata con giovani di qualità ( Lockmann , Soppy, Hojland , Scalvini …) ha abbassato il suo baricentro medio di 5 -6 metri ed attua un più prudente possesso -palla ( -5% ) con più ripartenze lunghe e turnover .
Siamo ora al “gegen-pressing “, o contro-pressing , mutuato dalla Stuttgart Schüle –
o scuola di Stoccarda – che ha il suo guru in Helmut Gross e come ottimi allievi i vari Tuchel , Ragnick , Blessin , Nagelsmann e Klopp . Questo contro-pressing esige il recupero di una palla perduta entro 5” !
Il Liverpool di Klopp attua una media di 112 pressioni a partita ed è primo nel contro-pressing con una media di 45 palloni recuperati a gara . Solo il Chelsea di Tuchel ( ora sostituito) si avvicina con una media di 104 pressioni a gara e 40 palloni recuperati in contro-pressing . La Juve di Allegri ha valori nettamente inferiori a quelli sopra indicati avendo un più basso indice di pressione e di riagressione . Si cambia come si vede per subire meno gol : Gasperini e Spalletti sono in testa alla classifica e Sarri , il giochista per eccellenza è quarto , e tutti e tre hanno incassato meno gol e questo significa solo una cosa : una maggiore attenzione alla fase difensiva , agli equilibri difensivi – offensivi . E’ la Fiorentina di Italiano , che ha il migliore rapporto tra aggressività e palloni recuperati , ed è sempre la Viola che ha ricevuto ( fino ad ora) il minor numero di tiri in porta (solo 62!) , mentre il Napoli di Spalletti , che ha riscoperto la verticalizzazione ed un possesso-palla più verticalizzato , ne ha ricevuti 69 . Il Toro di Juric è 1° ed il Milan di Pioli è 2° con 32 palle recuperate , sono le squadre che hanno un ottimo indice di pressione e di contropressione . Si attua anche quello che Spalletti toscaneggiando ha chiamato bipolarismo – modulistico : in altre parole non si cambia modulo in corso di gara ma lo si corregge così il suo 4-3 -3 iniziale accentrando Zieliński , che da interno diviene tre quartista , passa in quel momento ad un più offensivo 4-2-3 -1 . Si lavora anche sui tagli a chiudere negli ultimi 30 – 40 m offensivi degli esterni bassi in proiezione offensiva ( vedi il Milan di Pioli con Calabria ed Hernandez) , che creano tra le linee spaccandole opzioni tattiche spesso letali .
Le novità tattiche innescate da questo calcio sempre in evoluzione toccano profondamente anche il sistema difensivo. Se all’Euro 2016 solo 3 nazionali erano disposte dietro a 3 , nel 2022 queste sono ben 15 . Vari allenatori hanno scoperto e praticato la difesa a 3 con ottimi risultati . Vedi Conte , Gasperini , Juric, Tudor , Nagelsmann , Tuckel ( Il primo a vincere la finale di Champion con la 3!) , Dechamps , Soutgate , il nostro Mancini , Van Gaal (addirittura un ideologo della 3!) , Allegri , Spalletti , Pioli , senza dimenticare i precursori della 3 Scala ( PR) e Zaccheroni (UD) . Nella disposizione a 3 vi sono tuttavia varie declinazioni con diversi obiettivi tattici e strategici . Vedere 3 centrali puri , praticamente 3 stopper contro un solo attaccante è certo uno spreco e questa è una 3 troppo difensiva e protettiva e meno propositiva .
Oggi la tendenza è quella di avere 3 centrali che abbiano piedi buoni per avere palloni più puliti e fruibili in avanti aiutando la finalizzazione e per attirare un pressing avversario più alto creando così più campo aperto alle spalle della difesa avversaria. Per avere una versione più offensiva e propositiva della 3 , uno dei 2 esterni della 3 può essere un laterale di ruolo ( Allegri , ad esempio , nella Juve schiera Danilo , Alex Sandro , e Quadrado ) . Tutto questo per offrire un maggior contributo di qualità alla manovra e nell’impostazione dal basso . Come si vede ciò che più conta è come noi vogliamo interpretare questa linea difensiva a 3 : la vogliamo più protettiva o più offensiva ? Ai lati della 3 quale atteggiamento tattico chiediamo ai 2 esterni bassi ( gli ex-terzini? ). In fase attiva questi debbono essere alti e propositivi ( appoggio tattico , verticalizzazione , assist dagli esterni , tagli a chiudere … ) ed in fase passiva non si devono appiattire sulla linea a 3 , perché il centrocampo ha bisogno del loro apporto per incrementare il pressing.
Qualora per contro si appiattissero sulla linea a 3 i centrocampisti dovrebbero coprire una più ampia zona di campo avendo così un dispendio psico-energetico fortemente penalizzante. Abbiamo anche una variante della linea a 3 detta sporca nel senso che in possesso – palla un esterno della stessa , quello che ha più attitudini spiccatamente offensive ed ottimo piede , sale aggiungendosi al centro-campo o all’attacco coperto dall’esterno basso del suo settore. Nell’Udinese di Sottil è Beccao , che si sgancia in avanti , mentre Pereira, esterno basso di dx lo copre tatticamente pronto ad accentrarsi ( ripristinando la linea a 3 ) sulla perdita di palla.
Come si vede non esiste un calcio statico ma dinamico , perché esso è la proiezione della nostra stessa società , che è in perenne divenire in continua evoluzione . “ Cambiare non equivale a migliorare , ma per migliorare bisogna cambiare ! “ : così sentenziò Winston Churchill , un grande della Storia . Nulla è più vero!
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