U.S. OPEN Giornata 12
QUESTA SERA LE SEMIFINALI DEL SINGOLARE MASHILE AGLI US OPEN. ABBASTANZA SIMILI, SULLA CARTA, GLI AVVERSARI DI OGNUNA DELLE DUE SEMIFINALI: IN UNA DUE REGOLARISTI DI LUSSO (IL NORVEGESE RUUD E IL RUSSO KACHANOV) E NELL’ALTRA DUE TENNIS MOLTO ESUBERANTI (LO SPAGNOLO ALCARAZ E LO STATUNITENSE TIAFOE).
NELLE SEMIFINALI DEL SINGOLARE FEMMINILE SI IMPONGONO LE MIGLIORI TESTE DI SERIE RIMASTE IN GARA: LA POLACCA SWIATEK (N. 1 DEL MONDO) E LA TUNISINA JABEUR (N. 5).
Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Verona G.Brera Univr – Area1 Veneto Trentino/AA
Non è facile pronisticare chi potrà vincere tra il sorprendente Kachanov (che ha eliminato Carreno Busta e Kyrgios) e Ruud, il glaciale, razionale e instancabile pedalatore che ha lasciato al palo il nostro Berrettini. Probabilmente passerà il norvegese, sempre alla ricerca di spazi vuoti verso cui mandare la palla.
Analogamente non è semplice prevedere chi vincerà tra Alcaraz (attualmente n. 4 nella graduatoria ATP) e Tiafoe (n. 26). Sicuramente parte come favorito lo spagnolo, ma l’americano, al top della forma, potrà anche usufruire del sostegno del pubblico di casa. Crediamo che vincerà lo spagnolo, ma siamo convinti comunque che Tiafoe riuscirà nei prossimi mesi ad inserirsi tra i primi giocatori nella graduatoria ATP.
Per quanto riguarda le donne, Swiatek si è imposta in tre set sull’americana Pegula, che però è riuscita a strapparle il primo set.
Nessun problema, invece, da parte di Jabeur contro la francese Garcia.
Nella finale, che è in programma per domani, la polacca partirà decisamente come favorita, ma è opportuno sottolineare che è sicuramente un onore per la Tunisia e per l’Africa piazzare (per la prima volta) una propria atleta nella finale di uno dei quattro più importanti tornei di tennis. Aggiungerei inoltre che è utilissimo alle giuste rivendicazioni del mondo femminile musulmano poter avere in tutte le catene televisive del mondo l’immagine di un’islamica (tra l’altro atletica e muscolosa) che fa sport disinvoltamente a gambe nude, quindi senza essere costretta a nascondere parti del proprio corpo, in contrasto con gli stereotipi tradizionali evocanti sottomissione all’uomo, muovendosi con la stessa libertà concessa agli uomini.