Tennis di Alberto Capilupi – REDAZIONE di Verona – Area1 Veneto Trentino/AA Il
Il nostro campione, bissando il successo dell’anno scorso, ha dimostrato di essere tornato in grandissima forma e di gradire molto il gioco sull’erba: al di là del prezioso successo, il torneo è stato per lui un ottimo allenamento per lo slam inglese, che è giustamente considerato il campionato del mondo di questa superficie, una superficie che premia soprattutto chi sa sfruttare i tagli con rotazione all’indietro (cioè in back spin) per “conquistare” la rete, perché la palla resta bassissima e può persino schizzare via, rendendo difficile il passante all’avversario. Analogamente l’erba è molto vantaggiosa per chi sa battere verso l’esterno dando una rotazione laterale (in “slice”, cioè attorno all’asse verticale), perché costringe il ribattitore a spostarsi molto in fuori: infatti chi sa battere bene su questa superficie, molto spesso si presenta subito dopo a rete per concludere con un colpo al volo (una volèe o uno smash).
Berrettini sa farlo benissimo. In più ha raggiunto quasi la perfezione con l’ace, cioè nella ricerca immediata del punto con il servizio. Nel corso del torneo è addirittura migliorato nella gestione della seconda palla di battuta, perché preferisce rischiare il doppio fallo piuttosto che mettere l’avversario nella condizione di attaccarlo. Lo si è visto chiaramente nella finale con il serbo Krajinovich. Certo si può optare per questa scelta se si è in fiducia, altrimenti si può fare la fine di Cilic, che proprio nella semifinale con il serbo si è rovinato con una serie sciagurata di doppi falli in due giochi decisivi.
Un’altra arma di cui dispone con estrema sicurezza Matteo è l’accoppiata del servizio con il colpo successivo, che gioca esclusivamente di diritto in modo esplosivo e preciso, alternando l’angolo aperto con il contropiede. Uno schema molto diffuso, che però Matteo sa applicare in modo irresistibile o, meglio, ingiocabile.
Sempre nel corso del torneo si erano creati per lui dei problemi con la palla corta, perché in più di una partita il bilancio non era sempre positivo. Ma questo non si è notato nella finale, probabilmente perché si è allenato su questo colpo, cercando soprattutto di eseguirlo in condizioni di sicurezza e non da troppo lontano.
Nella contro-palla-corta e nella velocità di reazione a rete è sembrato agilissimo, nonostante la sua mole imponente: vuol dire che è in ottima forma e che sa addirittura fare cose insospettabili.
E’ anche migliorato nel diritto, perché si è accordo di aver commesso nei primi incontri troppi errori con i colpi piatti da metà campo, mandando troppo spesso la palla in rete. Escludendo il diritto in back-spin, che non fa parte del suo repertorio, ora Berrettini spinge di diritto in tutte le situazioni, ma dando sempre un po’ di rotazione in avanti, che consente alla palla di salire sempre sopra la rete.
Rimangono carenze nella risposta al servizio di rovescio. Troppi errori, dovuti principalmente a ritardi nell’impatto. Qualche errore di troppo anche negli scambi nel back-spin di rovescio, che ormai preferisce al quello a due mani piatto. Ma se aggiustasse anche questo problema, chi potrebbe fermarlo?