“ Dica 33 “
Rubrica a cura Dott. Piera Vettori – Conegliano Veneto Area1 Veneto-Trentino/AA
E’ una malattia molto diffusa che conta circa 3 milioni di soggetti in Italia destinati a raddoppiare entro il 2025 mentre nel mondo interessa circa 400 milioni di persone con una previsione al 2040 di 600 milioni di soggetti …alla luce di questi numeri già da tempi -non sospetti -si poteva parlare di epidemia (o di pandemia?) diabetica!!
Il diabete rappresenta anche un importante e grave problema di economia sanitaria che va ad incidere pesantemente sui bilanci economici con una stima che si aggira intorno all’11% della spesa sanitaria mondiale (International Diabetes Federation). Anche in Italia i costi diretti per la terapia del diabete e delle sue complicanze si attestano intorno al 10 % circa della spesa sanitaria. A questi dati vanno aggiunti anche i costi “sociali”, indiretti, legati alla mancata produttività per assenza dal lavoro dovuta alla malattia, al pensionamento precoce, all’assistenza sociale legata alla patologia stessa.
Il diabete costituisce uno dei più importanti Fattori di Rischio cardiovascolare; in effetti la maggior parte delle cause di morbilità e di mortalità nel diabete è rappresentata dalle malattie di origine cardiovascolare al punto che il paziente diabetico è considerato alla stregua del paziente cardiopatico per quanto riguarda il rischio di futuri eventi cardiovascolari.
Si riconosce una predisposizione ereditaria.
Colpisce i vasi arteriosi per cui interessa alla lunga tutti i distretti del nostro corpo.
E’ una condizione clinica caratterizzata da un aumento dei livelli di zucchero nel sangue causato da:
1) riduzione della produzione di insulina da parte del pancreas;
2) da resistenza all’azione dell’insulina.
Si distingue un diabete tipo 1 insulinodipendente (detto anche “giovanile”) dovuto ad una condizione autoimmunitaria ed un diabete tipo 2 molto più frequente (90% dei casi) legato in larga parte ad una serie di fattori che comprendono: l’iperalimentazione e/o un’alimentazione non corretta, la sedentarietà, lo stress psicofisico, le ricadute del cambiamento e dell’inquinamento in senso lato della società “moderna “su abitudini alimentari e sociali.
Lo stile di vita è molto importante in entrambi i tipi di diabete e deve affiancare un adeguato trattamento farmacologico una volta diagnosticata la malattia.
Tra gli obbiettivi terapeutici va dato rilievo alle seguenti voci:
- alla riduzione del peso corporeo -se presente-e spesso lo è…
- alla riduzione dell’obesità viscerale (attenzione alla circonferenza addominale!)
- al mantenimento del valore di emoglobina glicata inferiore al 7%,
- al controllo migliore possibile del colesterolo LDL e dei trigliceridi
- al controllo dei valori di pressione arteriosa (anche al di sotto di 130/80 se possibile)
- allo stop fumo!
- ad una alimentazione corretta (tenendo presente che non solo i “dolci” aumentano la glicemia e quindi vanno ridotti, ma anche pane pasta frutta alcool vanno consumati con moderazione)
- all’aumento dell’esercizio fisico che anche per il diabetico deve essere considerato come una medicina, al posto di una medicina.
Le complicanze del diabete possono riguardare i reni (con possibile comparsa nel tempo di insufficienza renale), l’occhio con possibile comparsa di retinopatia diabetica di varia gravità, le arterie periferiche, il piede (piede diabetico) oltre alle complicanze cardiovascolari tipo ictus ed infarto.
Questo è lo scenario generale.
Nel singolo invece spesso capita di sentir dire “ah ma io ho solo un po’ di glicemia, ..ma poca roba …” oppure:” io non sono diabetico; prendo solo la metformina ma non mi sento diabetico, non ho alcun disturbo….”e così via ….
Sicuramente questo è un approccio che non va bene anche se va riconosciuto forse come un aspetto involontariamente scaramantico dell’interessato di fronte alla diagnosi della malattia e della conseguente situazione…e da questo punto di vista possiamo “sospendere il giudizio”… momentaneamente
Va invece sottolineato che si tratta di una patologia cronica, che non va affatto sottovalutata, che può avere anche conseguenze gravi e che è una malattia che deve essere “tenuta sotto controllo”.Come ? con la collaborazione tra il singolo ed il medico,tra il singolo ed il personale dei centri antidiabetici diffusi nel territorio,tra il singolo ed i familiari. Attualmente sono anche disponibili nuovi principi terapeutici che gli specialisti diabetologici stanno usando da qualche anno e che confortano per quanto riguara la loro efficacia e tollerabilità.
In questo modo si può ritardare negli anni e nei decenni la comparsa delle complicanze e convivere con una qualità di vita anche discreta con questa famigerata “glicemia alta”.
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