Sport e libertà in Afghanistan
Come è noto, il ritorno al potere dei Talebani in Afghanistan ha ripristinato una serie di vincoli e limitazioni alle libertà individuali anche nelle più fondamentali attività come il lavoro, lo studio, la cultura e lo sport.
Il Panathlon International è seriamente preoccupato per le limitazioni imposte alla pratica degli sport, in particolare verso le donne.
Per tutelare gli atleti che parteciparono alle Olimpiadi di Tokyo, il CIO si è attivato trovando soluzioni che consentono loro di rimanere fuori dall’Afghanistan e continuare a praticare lo sport.
Anche alcuni sportivi che parteciperanno ai Giochi di Pechino non sono rientrati nel loro paese. Inoltre, un centinaio di atleti ed atlete appartenenti alla famiglia Olimpica Afghana hanno ricevuto assistenza umanitaria ed hanno potuto lasciare il paese con l’aiuto del CIO, assieme ad altri componenti del Movimento Olimpico. Il Comitato Olimpico Afghano eletto nel 2018 rimane l’unico riconosciuto dal CIO.
Negli ultimi anni le donne in Afghanistan si erano conquistate spazi incoraggianti in diverse discipline sportive come espressione di libertà ed indipendenza. In molti casi erano maturate apprezzabili individualità sotto il profilo tecnico-sportivo che stavano emergendo anche a livello agonistico.
In ogni caso la pratica dello sport estendeva anche alle donne tutti i benefici che essa comporta in termini di crescita psicofisica ed etica.
Il Panathlon International auspica che, al più presto, i nuovi governanti revochino tali divieti e consentano a tutti, in particolare alle donne, di tornare sui campi sportivi e nelle palestre come potevano fare nel passato più recente.