IL PRESIDENTE CIP LUCA PANCALLI: “RAPPRESENTA L’ITALIA PARALIMPICA CHE GUARDA AL FUTURO”
A cura di Andrea Ceccotti – Area Comunicazione Area 12 Friuli Venezia Giulia
Perché Matteo, atleta para(O)limpico di tennistavolo, già all’età di 13 anni era diventato il campione italiano più giovane della storia. Da allora il suo obiettivo era quello di andare alle Para(O)limpiadi di Tokio 2020.
Impresa non facile ma in cui Matteo ha sempre creduto.
Grazie all’appoggio della famiglia, con il fratello, i genitori e i nonni, della sua società sportiva il Kras di Sgonico, della Federazione Italiana Tennistavolo che ha sempre creduto molto in lui e del suo tecnico sloveno Dusan Michalka che lo segue da alcuni anni, era già riuscito nell’impresa di qualificarsi per i giochi Paralimpici di Tokio.
La qualificazione l’aveva ottenuta vincendo il 5 giugno il torneo para(O)limpico di Lasko in Slovenia. Quindi da agosto a settembre ha potuto partecipare ai Giochi Para(O)limpici quale atleta più giovane della spedizione azzurra, con i suoi 18 anni appena compiuti.
Questo suo curriculum sportivo lo aveva già fatto conoscere in ambito sportivo nazionale ed internazionale. Ma l’apice della notorietà Matteo lo ha sicuramente raggiunto quando è stato deciso di assegnargli il prestigioso ruolo di portabandiera dell’Italia alla cerimonia di chiusura delle Para(O)limpiadi di Tokio 2020.
IL Presidente del CIP, Luca Pancalli ha detto di lui: “Matteo, dopo le ultime Para(O)limpiadi rappresenta l’Italia (O)limpica che guarda al futuro ed è l’anello di congiunzione fra un presente luminoso e un futuro che ci auguriamo possa essere sempre più radioso”.
Renato DI Napoli, presidente della Federazione Italiana Tennistavolo ha dichiarato: “Sono felice per questo per questo ragazzo. E’ riuscito a qualificarsi giovanissimo alle Para(O)limpiadi e ha dovuto affrontare subito avversari di ranking altissimo. Per il tennistavolo si tratta di un traguardo storico in quanto non aveva mai avuto un suo atleta quale alfiere. Ringrazio il Comitato Italiano Para(O)limpico per avergli concesso questa passerella d’onore, che spero sia beneaugurante per una lunga carriera, ricca di altre grandi soddisfazioni”.
E per confermare, se ce ne fosse bisogno ancora bisogno, che questo ragazzo farà ancora tanta strada, vi voglio riportare quanto Matteo mi ha voluto personalmente riferire:
“Un’esperienza che mai avrei potuto pensare di provare a 18 anni, emozioni che porterò sempre nel mio cuore e che serviranno per continuare a migliorare i risultati nelle prossime competizioni.
Dal punto di vista dei risultati sono rimasto sicuramente deluso devo ammettere, perché sapevo di poter far molto di più di quello che ho fatto ma non ci sono riuscito. Mi dispiace moltissimo perché ci eravamo preparati molto bene per arrivare a Tokyo e dare battaglia agli avversari ma ci sono riuscito solo in parte, non ottenendo i risultati che speravo e volevo.
Ritorno da Tokyo incassando una delusione dai risultati ma con una grande soddisfazione di aver ottenuto il ruolo di portabandiera alla cerimonia di chiusura di un’edizione da record, rappresentando un intero movimento paralimpico che sta crescendo sempre di più.
Voglio ringraziare il presidente Luca Pancalli e il capo delegazione Juri Stara per avermi affidato questo prestigioso ruolo.
Infine voglio ringraziare la mia famiglia che non ha mai smesso di credere in me e mi ha aiutato in tutti i modi a qualificarmi ai giochi para(O)limpici di Tokyo 2020, e lo staff tecnico: la federazione, la società Kras con Michalka, Martina Milic, Vanja Milic e infine grazie a Marino Filipas con cui abbiamo sempre lavorato molto e in silenzio, con tanta umiltà e tanta professionalità”.