NEL SINGOLARE FEMMINILE AVANZANO RADUCANO E SAKKARI.
Tennis Il di Alberto Capilupi – REDAZIONE G. Brera Università di Verona – Area1 Veneto Trentino/AA
Matteo Berrettini non ce l’ha fatta contro Djokovic, ad un passo dal poter finalmente vantare di essere il più grande di tutti i tempi in base ai risultati: finora il serbo è alla pari di Federer e di Nadal nel numero degli slam vinti , ma con un altro successo arriverebbe a quota 21, che nessuno ha finora raggiunto. Proprio questa è la molla principale che spinge il campione serbo ad esprimersi al meglio.
Contro di lui Berrettini è riuscito a vincere il primo parziale, giocando al limite massimo delle proprie capacità. Ma, per ottenerlo, ha dovuto procurarsi ben 8 break point, arrivando al successo dopo aver perso due set point consecutivi. Poi non è più stato in grado di reggere il ritmo dell’avversario, ineguagliabile in difesa e sempre pronto a passare all’attacco con angolazioni spiazzanti.
Djokovic in semifinale troverà Zverev, da cui aveva perso in semifinale alle Olimpiadi di Tokyo: sarà quindi una rivincita al medesimo livello di tabellone.
Il tedesco si è sbarazzato nei quarti, ma non troppo facilmente, di Harris, che ha commesso l’errore di essere stato troppo nervoso e molto discontinuo: il sudafricano ha perso il primo set, giocando alla pari, al termine di un tie-break che si è lasciato sfuggire per un soffio; si è fatto strappare un solo break nel secondo (nel secondo gioco); e da 0-4 nel terzo, in cui sembrava aver rinunciato definitivamente a lottare, si è improvvisamente risvegliato, arrivando a 3-4 e poi a 4-5 con attacchi efficacissimi, per poi cedere definitivamente.
Nel singolare femminile la britannica (di origini romene e cinesi) Raducanu ha iniziato piuttosto male contro la svizzera Bencic, medaglia d’oro alle Olimpiadi, poi ha preso in mano le redini del gioco grazie ad anticipi e lungo-linea imprendibili. In semifinale dovrà affrontare la greca Sakkari, che ha battuto nettamente la ceca Pliskova con un gioco molto aggressivo. Se nella parte bassa del tabellone Fernandez (canadese di origini ecuadoriane e filippine) si imponesse in semifinale sulla bielorussa Sabalenka, assisteremmo ad una finale tra due giovanissime diciannovenni (la britannica è nata nel novembre del 2002 e la canadese nel settembre dello stesso anno), che tra l’altro esprimono un gioco piuttosto simile, basato su velocità, anticipo, grandissima reattività ed estrema precisione.