20 Congresso nazionale della Società Italiana di Cardiologia dello Sport
di Dott. Piera Vettori – Castelfranco Veneto – Area 1 Veneto Trentino/AA
Si è svolto a San Daniele del Friuli dal 16 al 18 settembre 2021 il 20 congresso Nazionale della SIC Sport (Società Italiana della cardiologia dello sport)che ha anche “festeggiato “ il quarantesimo anniversario della società stessa.
E’ stato un piacere per me parteciparvi e per una serie di ragioni: perché era il primo appuntamento scientifico a cui partecipavo in presenza dopo tanto tempo; secondo perché, socio da molti anni di questa società scientifica è stata un’occasione per incontrare molti colleghi, di cui alcuni vecchi amici, e qualche professore universitario patavino-ma non solo-che annovero tra i miei “maestri”, rivisti tutti con molta simpatia ed anche con un po’ di emozione: capelli ora bianchi per lo più e qualche kilo in più talvolta, ma sempre la stessa arguzia argomentativa e grande conoscenza della materia trasmessa all’uditorio attraverso la presentazione e discussione di dati ed evidenze derivanti anche da studi internazionali molto recenti( 2019-2020-2021).
E da ultimo la felice constatazione della presenza di una platea di giovani, giovanissimi colleghi, specializzandi o neo specialisti di medicina dello sport per lo più, ma anche di altrettanto giovani cardiologi; dato che ovviamente può essere di “conforto ”e di speranza per il futuro.
Non è questa la sede per entrare in dettagli tecnici; tuttavia mi preme far presente come quello che è stato definito e qualche volta contestato da alcuni scienziati nordeuropei ed americani il “modello italiano” della medicina dello sport (ricordo che un Decreto Ministeriale del 1982 norma le procedure per il rilascio del certificato di idoneità agonistica)si è rivelato nei decenni un modello vincente che ha permesso di ridurre i casi di morte improvvisa durante sport come si può vedere dall’analisi di questa diapositiva di un importante studio dell’Università di Padova.
L’esecuzione obbligatoria infatti di un esame come l’elettrocardiogramma e del test da sforzo consentono qualche volta di identificare subito la presenza di eventuali problematiche cardiologiche ed in altri casi di sospettarle, indirizzando lo specialista a proseguire nell’iter diagnostico che prevede accertamenti di secondo e di terzo livello (ecografia cardiaca, monitoraggio elettrocardiografico delle 24 ore, risonanza magnetica cardiaca, angioTac coronarica e così via)in modo da poter intercettare i casi a rischio, che seppur rari, sono comunque presenti e qualche volta con destini disastrosi.
I temi affrontati dagli esperti hanno riguardato l’inquadramento delle aritmie nell’atleta, dell’ipertensione, dell’ipercolesterolemia, la diagnosi ed il trattamento delle cardiomiopatie, lo studio delle conseguenze cardiologiche dell’infezione da Covid19,la diagnosi e terapia della cardiopatia ischemica negli atleti master, l’utilizzo dei defibrillatori impiantabili e la gestione dei tanti altri aspetti che emergono durante le visite di idoneità sportiva che secondo alcuni sono considerate banali ma che banali non sono affatto !!
Una società scientifica piuttosto giovane (40 anni…. che bella età!) nata da un’intuizione dei cardiologi italiani di allora che è riuscita ad ottenere l’attenzione ed il rispetto delle più importanti comunità scientifiche del mondo con cui oggi realizza un confronto costruttivo che i giovani colleghi mi auguro vogliano implementare e mantenere nel tempo.