Di Andrea Ceccotti – Area 12 Friuli Venezia Giulia
E sì, perché correva il dicembre del 2018 quando, alla serata del Panathlon Club di Trieste dedicata alla consegna dei premi annuali, al giovanissimo Matteo Parenzan veniva consegnato il Premio Sport – Studio.
Ho avuto personalmente il piacere e l’onore di consegnare, quale allora Presidente del Club, il premio a Matteo. Quella sera oltre a ricevere il riconoscimento, Matteo accolse molto volentieri il mio invito a leggere, assieme alla sua mamma Valentina, le nostre Carte dei Diritti del Ragazzo nello Sport e dei Doveri del Genitore nello Sport.
Matteo, atleta paralimpico e pluricampione di tennistavolo, nel 2017, all’età di 13 anni, è diventato il campione italiano più giovane della storia. Allora questi risultati gli valsero il 27° posto nella classifica internazionale della classe 6. Per andare alla Paralimpiadi di Tokio 2020 era richiesto di entrare nei primi 15. Nella serata panathletica chiesi a Matteo le sue aspettative per una qualificazione ai Giochi del 2020:
“L’obiettivo è veramente difficile da raggiungere, anche se non lo ritengo impossibile. Dovrò intensificare ancora di più gli allenamenti. Proverò a qualificarmi con tutte le mie forze e, se non ce la farò, ritenterò la prossima volta. Per fortuna l’età è dalla mia parte”.
La vita quotidiana di Matteo, che è affetto dalla nascita da miopatia nemalinica, una malattia neuromuscolare caratterizzata da debolezza muscolare e da ipotonia, ruota attorno a tre punti di riferimento. Il primo è senza dubbio la famiglia, composta da mamma Valentina, papà Michele e dal fratello Giacomo. Poi ci sono i quattro nonni: quelli paterni Mario e Maria e quelli materni Lino e Gloria, che si alternano per accompagnarlo agli allenamenti e alle lezioni di inglese. Ci sono poi la scuola, Matteo è studente con ottimo profitto al quarto anno del Liceo Carducci Dante a indirizzo socio-economico di Trieste. E infine la grande passione del tennistavolo con la società dello Sportni Krozek Kras del presidente Igor Milic che da sei anni lo segue amorevolmente.
Al Kras, che ha sede a Sgonico, lo segue da alcuni anni il tecnico sloveno Dusan Michalka. Insieme svolgono dei lavori differenziati. Non potendo Matteo sviluppare la forza, si cerca di puntare sulla sensibilità. Si cerca di farlo giocare con atleti molto diversi tra loro e Dusan lo monitora costantemente e ritiene che sia fondamentale metterlo alla prova con gente migliore di lui. Solo essendo competitivo con pongisti più forti, si può pensare di progredire. Matteo non disputa solo il campionato a squadre paralimpico, ma anche quello cui partecipano i normodotati. E quindi con questa base di lavoro, intensificando le sedute e allenandosi tutti i giorni, tranne il mercoledì, non poteva non arrivare la tanto desiderata e voluta qualificazione alle Olimpiadi Paralimpiche di Tokio. Risultato conseguito grazie alla vittoria del 5 giugno al torneo preolimpico svoltosi in Slovenia a Lasko.
Il torneo si sarebbe dovuto svolgere dal 9 all’11 aprile del 2020 e a causa della pandemia era stato spostato di oltre un anno. Periodo non certo facile per Matteo che non ha mai interrotto la preparazione nonostante il lockdown. L’Ask Kras gli ha messo a disposizione un tavolo e il robot spara palline, per cui ha continuato ad allenarsi in garage. Un percorso complicato anche dal Covid-19, contratto a novembre del 2020. Matteo ha avuto la febbre e il mal di gola e anche delle piccole conseguenze polmonari, che gli comportavano un respiro affannoso. Ha dovuto rivedere i ritmi d’impegno. I mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2021 sono stati molto difficili perché non stava bene e questo influenzava molto il suo umore. Pian piano, grazie all’aiuto di tutto lo staff e anche della sua famiglia ne è venuto fuori e a giugno ha conquistato il biglietto per Tokio. Un bellissimo regalo per i suoi 18 anni, compiuti il 23 giugno. Giorno in cui è stato al Quirinale in occasione della consegna del tricolore da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E i riconoscimenti istituzionali sono proseguiti anche di recente. Infatti il 16 agosto Matteo è stato ricevuto nel salotto azzurro del palazzo municipale di Trieste dal sindaco Roberto Dipiazza che gli ha fatto il tradizionale “in bocca al lupo” e consegnato la medaglia del Comune di Trieste in segno di attenzione e apprezzamento.
Ho sentito Matteo dopo la sua qualificazione e vi voglio in conclusione riportare le sue parole:
“È davvero difficile descrivere cosa rappresenta per me questa qualificazione alle Olimpiadi per la prima volta nella mia vita. Un sogno che fin da bambino avrei voluto realizzare e che all’età di 17 anni si è avverato. Ancora non riesco a credere cosa è successo, mi sembra di vivere in un sogno ma invece è pura realtà. Un risultato fenomenale che arriva dopo quattro anni di enormi sacrifici, miei e della mia famiglia, ma senza questo grande lavoro non sarei mai stato in grado di raggiungere ciò che ho raggiunto. Sapevo che staccare un pass per Tokyo sarebbe stata una sfida durissima, perché solo chi vinceva il titolo preolimpico si qualificava, ma io non ho mai smesso di crederci, spingendo ogni giorno sempre di più, e nemmeno la positività al covid-19 mi ha fermato alla lotta per la qualificazione. Prima di partire per il torneo preolimpico di Lasko, avevo quel desiderio di farmi un regalo per i miei 18 anni, e ci sono riuscito nei migliori dei modi. Durante tutto il torneo ho sempre sentito la vicinanza dello staff tecnico e dalle persone che mi hanno sempre supportato. Ho ricevuto moltissimi messaggi di incoraggiamento e voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questa realizzazione del sogno.
Matteo sei un “GRANDE”!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!