di Giorgio Bruzzone ( da Masticare Calcio)
Se si parla di figure importanti dello sport ligure è impossibile non citare Gian Filippo Mirabile, un atleta che ha ottenuto enormi soddisfazioni nella sua carriera para(O)limpica, dal triathlon all’atletica fino al canottaggio. Quest’oggi abbiamo la fortuna di poter fare due chiacchiere con lui, che si è reso disponibile fin da subito per questa intervista.
“Innanzitutto non possiamo fare altro che ringraziarti per la tua disponibilità. L’obiettivo del blog Masticare Calcio è quello di riuscire ad allargare i suoi orizzonti andando a toccare anche altre tematiche oltre a quelle calcistiche. E tu ce lo stai permettendo con un contributo importante. Ma partiamo con la prima domanda: che ci dici della tua storia?”
Allora, inizialmente, da normodotato ero ciclista. Avevo delle buone prospettive ma il 15 luglio 1992 mi capitò un grave incidente sul lavoro che mi condizionò pesantemente. Feci 2 anni di riabilitazione. La mia intenzione non era quella di mollare. Fu così che nel 2008 ebbe inizio la mia attività paralimpica, inizialmente con l’atletica leggera e poi col triathlon. Non nascondo che inizialmente il nuoto non era il mio forte, ma poi, partendo praticamente da zero, sono riuscito lo stesso a raggiungere traguardi importanti anche in questa disciplina. Successivamente ecco l’inizio della mia avventura col canottaggio, nata “quasi per caso”: un giorno mentre mi trovavo al campo di Villa Gentile era presente anche il presidente del trionfo ligure con il quale gareggiavo da normodotato nell’atletica leggera. “Sei forte nell’atletica, sei forte nel triathlon… Perché non provi a fare canottaggio?”. A quell’epoca era anche presidente del Murcarolo. Mi fece fare un test dove arrivai solamente a 10 secondi dal record italiano. Incredulo, avvisò l’allenatore della nazionale di canottaggio, il quale venne di corsa a Genova. Mi fecero ripetere il test. Addirittura lo abbassai ulteriormente di 5 secondi. “Sei forte! Bisogna soltanto imparare a remare e vedrai che ti levi delle soddisfazioni”. E così è stato…
“Veniamo al dunque… Si tratta per te della prima Olimpiade, giusto? Che aspettative hai?”
Sì, giusto! Beh, sicuramente riuscire a raggiungere la finale A. E poi vediamo di giocarcela tra i primi 6. Venderò cara la pelle.
“Il tuo obiettivo a lungo termine invece?”
Dopo Tokyo c’è Parigi. Saranno 2 anni di puro sacrificio.
“Che valenza dai allo sport? Si può dire che lo sport in alcuni casi ti salva la vita?”
Parlando personalmente penso che chi subisce un trauma ed è già un atleta sicuramente ne esce avvantaggiato. È già capace a fare dei sacrifici. Riesce a uscirne molto meglio e più velocemente. Per chi non ha mai fatto attività agonistica e subisce un trauma lo sport serve tantissimo per l’integrazione nella vita normale. Aiuta tantissimo le persone disabili nella vita quotidiana, nelle nuove amicizie e nella ricerca di nuovi stimoli.
“Cosa consiglieresti a chi si trova in difficoltà, considerate le tue esperienze personali e la tua voglia di non arrenderti mai di fronte agli ostacoli?”
Di fare come faccio sempre io, ovvero di guardare il lato migliore della medaglia. E di non piangersi mai addosso, non serve a niente!
“Un’ultima domanda… Perché consiglieresti alla gente di guardare le paralimpiadi?”
Beh, innanzitutto perché nonostante la disabilità i tempi sono quasi come quelli dei normodotati. Non c’è poi così tanta differenza… E poi perché gli atleti che parteciperanno si possono considerare degli esempi da seguire. Nonostante il loro problema, infatti, non si sono mai pianti addosso e sono arrivati lo stesso a questo traguardo importantissimo.
Che dire… Noi tutti ci auguriamo che Mirabile possa riuscire nel suo intento di imporsi in questa sua “speciale” prima olimpiade. I presupposti ci sono. Forza Gian Filippo! Forza Italia!