PINK BUTTERFLY
Seconda Parte
L’Associazione Pagaie Rosa tra Dragon Boat e lotta al tumore al seno
Qui Lorenzo D’Ilario – Roma Area 14 Lazio
Grazie alla squisita disponibilità di Mariagrazia Punzo, presidente dell’Associazione Pagaie Rosa, che in occasione della cerimonia di consegna del Premio Trentennale Donna Sport 1990-2020 organizzata dal Panathlon Club di Roma si è concessa ai microfoni del referente della comunicazione dell’Area 14 Lazio Lorenzo D’Ilario, prosegue il viaggio del Panathlon International – Distretto Italia alla scoperta del Dragon Boat e dei suoi straordinari benefici per la riabilitazione fisica e psicologica delle donne operate di tumore al seno. Dopo la prima parte dedicata all’inquadramento regolamentare e federale di questa appassionante disciplina, adesso entriamo nel vivo dell’attività dell’Associazione Pagaie Rosa, una splendida realtà del panorama sportivo romano e laziale.
Dal 2003 ai giorni nostri l’Associazione Pagaie Rosa è cresciuta tanto. Da quante donne è composta oggi?
“La nostra associazione è composta da circa 50 donne. La più giovane ha 26 anni, mentre la più grande ne ha 78. Tutte le fasce di età sono rappresentate ma con una concentrazione maggiore attorno ai 45/55 anni perché in quella fase della vita si è più libere da impegni familiari. A tal riguardo, però, ci tengo a mettere in risalto uno dei nostri progetti più riusciti: “I figli delle Pink”. In passato capitava spesso che le mamme non potessero venire ad allenarsi con una certa regolarità perché non sapevano a chi lasciare i loro figli. Adesso, con l’appoggio del circolo dove ci alleniamo, durante i nostri allenamenti i figli delle atlete della nostra squadra possono fare lezioni di canoa. E, quando possibile, cerchiamo di coinvolgerli anche nelle nostre attività, ad esempio facendoci da tamburino”
A proposito, dove svolgete i vostri allenamenti?
“All’inizio ci allenavamo al laghetto dell’Eur, mentre oggi la nostra base è divenuta il lago di Castelgandolfo e, più precisamente, da circa tre anni ci appoggiamo al circolo dell’Aisa Sport. Essendo un centro di avviamento allo sport per la canoa siamo circondati da bambini, inclusi tanti giovani atleti disabili. Colgo l’occasione per precisare che, oltre alla paracanoa, esiste anche il Paradragon, di cui tra l’altro mi sto occupando in prima persona in ambito FIDB, destinato ai ragazzi con disabilità fisiche. Il Dragon Boat, inoltre, arreca tanti benefici anche ai ragazzi autistici, come abbiamo avuto modo di riscontrare in numerose attività estive. E’ davvero ammirevole la forza interiore dei ragazzi con disabilità, che si allenano con una costanza esemplare tanto che uno di loro è un atleta di interesse olimpico ed è in grado di farsi da solo due volte il giro del lago per un totale di circa 18km ad ogni allenamento. Stiamo facendo del nostro meglio per disciplinare in maniera puntuale e precisa la categoria del Paradragon perché con determinati ausili è assolutamente possibile far vivere un sogno a questi ragazzi portandoli in dragone!”
Come sono strutturate le sedute di allenamento?
“Ci ritroviamo per allenarci due volte a settimana, il mercoledì pomeriggio e il sabato mattina. La seduta di allenamento di solito inizia con un quarto d’ora abbondante di riscaldamento della parte superiore del corpo per poi passare ad un’uscita in barca dalla durata di un’ora, a volte anche un’ora e mezza. Gli esercizi, ovviamente, sono mirati agli impegni che ci attendono. Ad esempio, affrontare una gara di fondo richiede una preparazione diversa rispetto a uno sforzo puramente aerobico. Quando scendiamo dalla barca rimettiamo in ordine le varie attrezzature, facciamo un po’ di stretching e, spesso, ci fermiamo a chiacchierare ed a fare uno spuntino tutte insieme. L’allenamento, infatti, non si limita soltanto all’uscita in barca ma serve anche a fare gruppo”
Riguardo al gruppo, chi è la leader della squadra?
“Siamo un gruppo unito e possiamo considerarci tutte protagoniste, comprese le donne che purtroppo ci hanno lasciato. I momenti di lutto sono quelli più difficili da gestire ma quando ci troviamo al massimo dello sforzo e dobbiamo fare le ultime pagaiate il pensiero va sempre a loro ed è come se le avessimo sempre in barca insieme a noi. Comunque il nostro capitano è Edy Marrocu, mentre le senatrici della squadra sono Barbara Prantera e Maria Di Paola. A livello dirigenziale, invece, non posso non citare Anna Rosaria Forno, che è la nostra segretaria, responsabile della comunicazione e addetta al reclutamento delle donne”
La vostra Associazione si chiama “Pagaie Rosa”, mentre il nome della vostra squadra è “Pink Butterfly”. Quali significati si nascondono dietro queste denominazioni?
“In ordine cronologico la nostra squadra, denominata Pink Butterfly, è nata prima della nostra Associazione, al quale è stato dato il nome di Pagaie Rosa. Entrambi i nomi sono stati ideati dalla fondatrice Orlanda Cappelli e da essi abbiamo tratto il nostro motto: “Fuoco di Drago, Ali di Farfalla”. La farfalla simboleggia la rinascita dopo il tumore al seno, costituisce un messaggio di speranza. Il rosa, invece, è il colore storicamente assegnato al tumore al seno. Il drago, infine, è il simbolo della nostra imbarcazione”
Qual è la finalità dell’Associazione Pagaie Rosa?
“La finalità dell’Associazione è il recupero del benessere psico-fisico delle donne operate di tumore al seno attraverso lo sport. Oltre a questo, la nostra missione è quella di introdurre il tema della prevenzione e della cura del tumore al seno in contesti in cui di solito non se ne parla, come quello sportivo. In ogni caso, anche al di fuori dell’ambito sportivo, attraverso diversi open day e le manifestazioni a cui partecipiamo cerchiamo di farci conoscere dalle donne che vivono le nostre stesse difficoltà e di divulgare ai medici le nostre attività”
Come avete affrontato la sospensione delle attività sportive durante la fase più acuta della pandemia?
“Non ci siamo mai fermate, basta pensare che siamo state capaci di organizzare persino una gara virtuale contro la squadra di Pordenone. Logicamente ci siamo dovute adeguare ai tempi e abbiamo attivato un abbonamento Zoom che ci ha permesso di seguire lezioni a distanza di ginnastica posturale e pilates con un’istruttrice di Tor Vergata. Inoltre ogni sera ci ritrovavamo virtualmente per leggere e commentare brevi racconti, mentre uno dei ricordi più divertenti è il concorso ‘Chi è questa bimba Pink’ ideato dalla nostra segretaria Anna Rosaria Forno, una sorta di gara a chi riuscisse a dare per prima un nome e un cognome alle nostre foto da bambine. Infine, abbiamo seguito diversi corsi di Europa Donna Italia e attivato il supporto psicologico con la Dott.ssa Patrizia Pugliese, psiconcologa dell’Ifo, che ancora oggi continua a seguirci”
Quali sono i successi più importanti che avete raggiunto a livello sportivo?
“Tra i successi più recenti della nostra squadra, il più importante è senza dubbio l’oro ai Mondiali di Venezia 2017 nei 200, 500 e 2000 metri. Poi abbiamo vinto diversi titoli italiani, oltre al festival di San Pedro del Pinatar in Spagna e alla competizione di categoria a Vienna, mentre nel 2019 ci siamo aggiudicati il festival di Pordenone ed è stata una bella emozione perché trionfare nei 2000 metri richiede tanti sacrifici. A livello personale, invece, ho gareggiato anche nella Nazionale italiana di Dragon Boat, con la quale ho vinto un oro, un argento e due bronzi nella mia categoria”.