50 anni di sport e amicizia: Leno e Giampiero riuniti dai valori del Panathlon
Di Lorenzo D’Ilario – Roma Area 14 Lazio
Era il giugno del 1971 quando gli obblighi del servizio di leva portarono un giovane studente di Milano a trasferirsi a Sassari e, due mesi dopo, a Roma. Era la sua prima volta nella Capitale e trovarsi catapultato all’improvviso in una città così grande e caotica non è stato affatto facile, soprattutto con il caldo di agosto ad accoglierlo. Per non parlare del fatto che questo ragazzo già lavorava e non aspettava altro che quei lunghissimi quindici mesi trascorressero in fretta perché il suo sogno era quello di terminare gli studi e sposarsi al più presto. Per sua fortuna, con il pallone tra i piedi ci sapeva fare e, a distanza di cinquant’anni, scoprirà che aver rimandato il matrimonio al settembre del 1972 per fare il militare non è stata altro che l’occasione per scrivere una storia di sport e amicizia davvero unica al mondo. Ma procediamo con ordine.
Alla Città Militare della Cecchignola, che ancora oggi è un’area strategica per l’Esercito e la Difesa e di grande importanza in termini di indotto economico per Roma Sud, Gianni Stella, consigliere di una storica società del panorama romano e laziale, fu il primo a notare le qualità calcistiche del giovane militare.
Anche se al tempo il bacino militare era una risorsa da cui attingere a costo zero frequentemente utilizzata dalle squadre di calcio, il nuovo acquisto dell’Associazione Sportiva Flaminio Andrea Doria per il Campionato Regionale della Stagione 1971-1972 dovette sudarsi l’opportunità di ricevere le chiavi del centrocampo. Quella della Cecchignola è da sempre una realtà militare eterogenea dove convivono ben 36 reparti e comandi di cui 10 interforze e la concorrenza era altissima.
All’inizio i giovani selezionati erano tre ma, qualche giorno prima dell’inizio del campionato, arrivò la scelta definitiva: “Leno, abbiamo deciso di puntare su di te”. Sì, il giovane militare dai piedi buoni era proprio Leno Chisci, attuale Vice Presidente Vicario del Panathlon International – Distretto Italia.
Così Leno, con il suo borsone in spalla, due volte a settimana iniziò ad attraversare tutta la città con i mezzi pubblici per raggiungere la sede degli allenamenti, il Campo Berti, situato nella parte opposta della Capitale, in piena Roma Nord. Lo stesso tragitto doveva ripeterlo ogni maledetta domenica, quando il campo era il punto di ritrovo in vista di una lunga trasferta in giro per il Lazio oppure il teatro di una appassionante partita casalinga. In quest’ultimo caso il nostro Leno arrivava già alle 11 del mattino. A quell’ora, infatti, gli veniva offerto un leggero pranzo pre-partita nei pressi del campo, mentre i suoi compagni erano intenti a rifocillarsi nel calore domestico. A differenza loro, Leno era venuto a Roma per fare il militare e la sua routine settimanale era scandita da un continuo avanti e indietro. Poteva vivere la splendida realtà societaria e scambiare due chiacchiere, quasi sempre in riferimento alla tattica e agli schemi di gioco, soltanto nel momento in cui si allenava e giocava le partite. La vita di caserma, purtroppo, gli impediva di coltivare ed approfondire rapporti umani al di fuori del campo.
Ma adesso è giunto il momento di fare un lungo salto nel tempo. All’inizio del 2020, Leno Chisci, in qualità di Vice Presidente del Distretto Italia, insieme al Presidente Giorgio Costa è chiamato a partecipare ad un incontro con i presidenti dei Club appartenenti all’Area 14 Lazio. Allo stesso tavolo siede anche Giampiero Cantarini, fresco di riconferma alla presidenza del Panathlon Club di Roma per il secondo mandato. Il suo nome o, meglio, il suo cognome suona subito familiare a Leno, che tuttavia non riesce proprio a ricordare dove lo avesse già sentito al di fuori del Panathlon.
Pochi mesi fa, a pochi giorni dal Natale, arriva l’illuminazione. Scorrendo le pagine di una sorta di almanacco che la società A.S. Flaminio Andrea Doria aveva realizzato nel 1972 per festeggiare i suoi primi 25 anni di storia, Leno scorge il cognome Cantarini nella formazione titolare della stagione 1971-1972. Cantarini e Chisci. Chisci e Cantarini. Sempre vicini, proprio come in una storica foto di squadra in bianco e nero che li immortala l’uno accanto all’altro. Così, nel corso di una telefonata per gli auguri natalizi, avviene l’incredibile scoperta. “Scusa Giampiero, ma tu hai giocato a calcio?”. “Sì”. “Ma per caso hai giocato nell’A.S. Flaminio Andrea Doria”. “Sì”.
Giampiero Cantarini era uno dei pilastri della squadra nella quale, dopo una lunga trafila nei settori giovanili della Lazio e della Roma, giocava ormai da diverse stagioni. Più precisamente, era il leader della difesa con licenza di “uccidere” e le sue movenze ricordavano quelle di Giacinto Facchetti. Tanto ostico da affrontare per qualsiasi attaccante, quanto difficile da fermare nelle sue scorribande offensive sulla fascia. Tra le sue vittime preferite, infatti, possiamo annoverare i portieri avversari, che ne temevano gli inserimenti ma, soprattutto, la sua fisicità sulle palle inattive. E, come ricorda un articolo di giornale dell’epoca, è proprio su un calcio d’angolo guadagnato per mezzo di “un tiro cross di Chisci all’incrocio dei pali che il portiere avversario deviava prodigiosamente” che il pallone arrivò sulla testa di Giampiero, che con uno stacco poderoso sovrastò il suo diretto marcatore e segnò la rete della vittoria nei minuti finali della trasferta in quel di Tuscania. “La vittoria conseguita sul campo del Tuscania dimostra chiaramente il buon livello di preparazione e di gioco raggiunto dalla squadra: forte in difesa con Cantarini… a centrocampo si avvale di veri maratoneti come Chisci”, prosegue la stessa fonte.
Al di là dei meriti calcistici, già a quel tempo era evidente che Giampiero avesse la stoffa per diventare un dirigente di alto profilo nel mondo dello sport. Proprio come Leno, non era affatto un “semplice” studente, tanto che oltre agli studi presso l’Istituto Superiore di Educazione Fisica di Roma – l’attuale Università degli Studi di Roma “Foro Italico” – e al calcio giocato, ogniqualvolta se ne presentasse l’occasione veniva coinvolto in prima persona da Lionello Cianca, presidente dell’A.S. Flaminio Andrea Doria e dirigente CONI, anche nell’organizzazione di diversi eventi e manifestazioni sportive, tra cui le prestigiose finali dei Giochi della Gioventù a Roma.
Lo scorso 21 giugno, nel corso della Conviviale del Trentennale Donna Sport 1990-2020 organizzata dal Panathlon Club di Roma, Leno Chisci e Giampiero Cantarini hanno avuto il piacere di condividere con tutti i Soci e gli ospiti presenti l’emozione di essersi ritrovati esattamente cinquant’anni dopo il primo incontro che, coincidenza nella coincidenza, era avvenuto nel 1971 al Campo Berti, che sorgeva proprio una manciata di metri al di sotto del caratteristico “Casale di Tor di Quinto” presso il quale si è tenuta la cerimonia di consegna del Premio Donna Sport.
Leno e Giampiero non sono soltanto il Vice Presidente Vicario del Panathlon International – Distretto Italia e il Presidente del Panathlon Club di Roma ma, soprattutto, sono due Amici che, dopo aver condiviso le fatiche, le gioie e i dolori di un’intera stagione sportiva trascorsa sui campi polverosi di periferia, si sono riconosciuti nel segno del Panathlon e della promozione dell’etica nello sport.
La loro amicizia rappresenta la traduzione pratica dello scopo del Panathlon, ovvero dell’affermazione dell’ideale sportivo e dei suoi valori morali e culturali quale strumento di formazione ed elevazione della persona e di solidarietà tra gli uomini e i popoli. Per cinquant’anni hanno condiviso la vita senza rendersi conto di condividerla, prima sui campi da calcio e poi nel Panathlon. Ha questo di particolare la loro amicizia: li ha uniti indipendentemente da vincoli e legami visibili ma, in realtà, si sarebbero potuti riconoscere in qualunque momento attraverso la comune aria che non hanno mai smesso di respirare. Quella dello sport e, soprattutto, dell’etica sportiva.