di Massimo Rosa – Verona Area 1 Veneto – Trentino/AA
Ieri sera stavo assistendo ad Inghilterra-Scozia, e mentre guardavo la televisione mi accorsi che stavo tifando per i blu scozzesi:” Strano, mi dissi, io che ho un forte debole per Londra”. Ma nello stesso istante la mia mente andò a ritroso e capii il perché. Ero tornato al 15 aprile 1967. Da dieci giorni mi ero sposato e da cinque eravamo nella capitale britannica.
Quella mattina dissi a mia moglie Graziella:” Oggi ti faccio una sorpresa”. La sua curiosità fu subito forte, ma la mia bocca restò ermeticamente chiusa. Così salimmo sulla nostra fiammante Fulvia coupé rossa e, come un consumato driver londinese, mi diressi verso il tempio per antonomasia del calcio mondiale: Wembley.
Una volta a destinazione cercai i bagarini (tutto il mondo è paese). Trovatone uno, e sganciato qualche sterlina in più del costo del biglietto, entrammo dalla parte delle due torri. Salite le scale ci ritrovammo in un immenso corridoio dalle tante porte, completamente deserto. Apertane una per curiosità, perché non capivamo dove andare, ci trovammo…nel palco reale, completamente disabitato. Arrivarono dei poliziotti che educatamente ci dissero, in modo molto British, che avevamo sbagliato, facendoci quindi accompagnare da due boy scout alla nostra postazione di tribuna. Non vi ho però ancora detto che la partita da lì a poco sarebbe stata Inghilterra-Scozia, e che mia moglie indossava per puro caso un Kilt, comprato alla Scotch House di Knightsbridge. Quel giorno gli spettatori era centomila, tutti con il loro foglietto di canzoni da cantare, compresi noi due. Al centrocampo vi era un palco mobile su cui salì un signore vestito in bianco, che fece cantare all’unisono tutti i presenti. Uno spettacolo nello spettacolo. La partita aveva doppia valenza: una per il campionato Interbritannico e l’altra per la qualificazione agli Europei. Piccolo dettaglio l’Inghilterra era Campione del mondo.
Quel giorno una scatenata Scozia batté i bianchi di Sua Maestà Elisabetta II per 2-3, espugnando così il Tempio. Al termine della partita, i suoi scatenati tifosi, incontrando mia moglie che indossava il kilt, esclamavano “We win the Cup”, infatti la vinsero: solo quella Interbritannica, composta da Inghilterra, Scozia, Galles ed Irlanda.
Questa sera, se fossi stato a Wembley, quel “We win the cup” sarebbe stato indirizzato a me , poiché istavo indossando una polo dei The Black Watch, 3rd Battalion, Royal Regiment of Scotland.