Il ‘mitico’ ingegnere leccese, luminoso esempio di civiltà e fair play nello sport, ha segnato un’epoca dello sport salentino. Sono Sue creature anche il Circolo Tennis, costituito nel 1948, e il CUS nato nel 1968 nella ‘Firenze del Sud’.
Il 17 luglio 1956, cinque anni dopo la nascita del Panathlon International, l’ing. Mario Stasi inviava un telegramma al Presidente Fernando Pozzani con il seguente testo:”Lieto informarLa costituzione Panathlon Club Lecce avvenuta data odierna con ventidue aderenti, rappresentanti di sedici sport“. Da allora sono trascorsi 65 anni e il Club di Lecce ha continuato a testimoniare e promuovere con costanza, passione e coerenza, gli ideali sportivi che animarono il suo fondatore. Mario Stasi, per oltre 40 anni presidente del Club, é stato un esempio luminoso di questo modo di porgersi e di promuovere lo sport, come strumento di formazione ed elevazione della persona e di solidarietà tra uomini e popoli. Ancora oggi, a ventidue anni dalla sua morte, l’ingegnereMario Stasi, insuperato maestro di civiltà e fratellanza nello sport, é un faro che illumina ognuno di noi non solo nello sport, ma anche nell’impegno sociale, nelle professioni, nelle attività quotidiane.
Quando, nel 1956, chiamò a raccolta i suoi fidati amici leccesi, che come lui amavano lo sport, non ebbe soverchie difficoltà a dare vita al Club, perché era fortissima la considerazione umana e sportiva che essi nutrivano verso di Lui. Avviò con successo un progetto che lo avrebbe visto protagonista per oltre quarant’anni, quasi fino all’ultimo giorno di vita. Animato da una immensa passione per lo sport, naturalmente portato a relazionarsi con il prossimo, forte di una straripante umanità, Mario Stasi trovò nel Panathlon lo strumento per promuovere e realizzare i suoi ideali di vero sportivo. E’ stato un vulcano di idee, iniziative e progetti, in perenne eruzione. Nelle innumerevoli discipline sportive, che praticava con ammirevole impegno, privilegiava sempre l’aspetto etico e formativo rispetto al risultato sportivo. Certo, era un lottatore, non trascurava l’aspetto agonistico e ci metteva sempre una grande determinazione, ma i suoi comportamenti erano sempre e soprattutto improntati al rispetto dell’avversario, all’osservanza delle regole, alla lealtà e al fair play, principi nei quali credeva fortemente. E’ stato tennista di valore, irresistibile nuotatore, coriaceo giocatore di rugby, ottimo cestista, fine schermitore. Anche nel calcio era un mastino. Non si tirava mai indietro, indomito e indomabile, ardimentoso, costantemente aperto a nuove esperienze sportive, disposto a provare nuove emozioni. Un grande carica di entusiasmo e una buona dose di spirito d’avventura, lo spingevano ad allargare sempre più il suo orizzonte sportivo. Non lo frenarono neppure la guerra e la prigionia.
Trovò il modo di organizzare tornei di pallacanestro nel deserto africano e gare di atletica nel campo di prigionia, in cui trascorse un anno e mezzo. Epica una gara di sci a cui partecipò ad Ortisei nel 1935 ai Campionati Italiani Universitari (‘Littoriali della neve e del ghiaccio’) con il Centro Sportivo dell’Università di Pisa. Non aveva mai sciato prima di allora. Non si é mai capito come riuscì a sfrecciare a tutta velocità fra gli alberi dell’Abetone, finendo la sua corsa in una buca, dopo aver rischiato di travolgere altri sciatori in gara o di schiantarsi contro un albero. Nato il 6 giugno del 1913, Mario ci ha lasciato per sempre il 22 maggio del 1999. Con Lui scomparve una figura mitica dello sport salentino. Da studente universitario di ingegneria a Pisa, partecipò alle Universiadi del 1936 in Germania. Non finiva mai di raccontare la pessima impressione che gli fece Adolf Hitler nel corso della parata inaugurale di Berlino. Così la ricordò in un suo articolo su ‘Euro Salento sport’ un settimanale locale: “”…entrammo sul gran viale che dava accesso allo stadio olimpico di Berlino per essere passati in rassegna dal capo della Germania Adolf Hitler. Stava su una specie di podio e ci osservava sfilare senza sorriso, io ero sulla fila esterna, gli passai ad una distanza di neppure tre metri, avendo l’opportunità di osservarlo perfettamente. Mi meravigliò che si fosse imbellettato con il rossetto sulle guance, ma quello che mi impressionò fu lo sguardo. Al mio fraterno amico Tonino Lucarelli, che sfilava accanto a me, chiesi: Non ti sembrano gli occhi di un pazzo? Anche Tonino aveva avuto la stessa impressione ed eravamo nel 1936, quando nessuno poteva prevedere gli orrori di cui sarebbe stato capace“”. Apprezzato ingegnere, uomo molto amato e stimato da tutti, nel 1948 fu l’animatore decisivo per la costituzione del Circolo Tennis Lecce, nel 1956 fondò il nostro Club e nel 1968 diede vita al Centro Universitario Sportivo.
Ai primi anni ’80 fu progettista e realizzatore del palazzetto dello sport del Cus che, come il Circolo Tennis, porta il suo nome. Per decenni fu instancabile animatore di manifestazioni di livello locale, nazionale ed internazionale. Nella sua amata Otranto, a Gallipoli, a Lecce, in tutto il Salento l’ingegnere ha lasciato traccia del suo impegno sportivo. La sua fervida fantasia lo portò ad inventare il calcio-tennis, che promuoveva, chiamando a raccolta, ogni anno ad Otranto, i suoi amici ed ex calciatori del Lecce. Ideò le ‘Idruntiadi’ di nuoto e il ‘decathlon dei campioni’, a cui aderivano annualmente anche sportivi di rango nazionale in raduni ospitati nelle splendide località balneari, che si affacciano sul mare Adriatico, nei pressi di Otranto. Negli ultimi anni di vita, costretto a muoversi con la carrozzina per un grave problema alle ginocchia, si dedicò alle bocce fino a diventare campione italiano ‘master’ della specialità. Giornalista pubblicista, Mario Stasi svolse anche una intensa attività di collaboratore sportivo di varie testate giornalistiche, tra cui la ‘Gazzetta del Mezzogiorno’. Non è esagerato affermare che il nostro fondatore, ‘leggendario’ personaggio sportivo, abbia segnato più di mezzo secolo di storia dello sport a Lecce e nel Salento. Il suo nome e la sua immagine vivono nella memoria di molte generazioni di sportivi. Per noi panathleti, Mario è un punto di riferimento costante, una guida certa e un motivo di grande orgoglio. L’orgoglio panathletico che lo ha sempre animato in vita e che ha trasmesso a migliaia di sportivi con i suoi esemplari comportamenti.
Ludovico Malorgio – Presidente Panathlon Club Lecce