Essere Slazenger significa essere uno dei marchi sportivi più antichi di sempre. Non solo uno dei marchi sportivi più antichi, ma uno dei più antichi sponsor di Wimbledon da quando il campionato ebbe luogo nel 1877 per la prima volta.
Slazenger è un nome leggendario nel mondo del tennis, la più grande industria sportiva di tutti i tempi.
La fabbrica, fondata nel 1881 da Joseph Slazenger-Moss e dai figli Ralph, Albert, Horatio e Isaac, riscosse da subito consensi favorevoli grazie alla loro abilità nel forgiare i mobili, arte tramandatagli dai nonni all’inizio dell’800. Iniziarono l’attività a Manchester, per poi spostarsi nel quartiere di Londra di Laurence Pountney Hill in Cannon Street.
La collaborazione tra l’azienda britannica e i campioni del tennis risale sin dalla sua nascita, e nel 1902 a seguito della richiesta dei giocatori più rappresentativi, le palline Slazenger furono introdotte sui campi dell’All England Club. All’epoca era impossibile immaginare che dopo un secolo sarebbero state ancora le palline della Slazenger a sancire il primato assoluto di titoli Slam vinti sul Centre Court. Per dovere di cronaca, va detto che le palle da tennis, in un primo tentativo di regolarizzare il gioco del tennis dovevano essere vuote e di gomma, ricoperte di panno bianco solo nella bella stagione. Con il regolamento sancito nel 1877 si definì che il gioco del tennis doveva essere praticato solo con palle ricoperte di panno bianco.
All’avvio della fortunata collaborazione con Wimbledon, la ditta era attiva già da ventuno anni. Al di là della modestia professata dal fondatore, negli anni seguenti, Slazenger avrebbe avuto una crescita tale da divenire una delle aziende leader nell’intero globo.
Se quelle griffate Slazenger figurano come palline ufficiali dell’evento tennistico più prestigioso ormai da un secolo abbondante, c’è da dire che le racchette non sono da meno, avendo collezionato centinaia di successi importanti per mano di alcuni fra i più grandi campioni di ogni epoca. Già dai primi tornei svolti a Wimbledon, quasi tutti i partecipanti, utilizzavano racchette Slazenger, probabilmente per la continua ricerca di questa azienda nel migliorarsi come nel caso del manico ‘ottagonale’ inventato proprio da Ralph nel 1885.
I primi telai del 1881, tutti a cuore convesso, erano i seguenti:
“Demon”; “Renshaw”; “Lawford”; “ Ich Dien”; racchette che avevano quasi tutte la forma dell’ovale quadrato con l’eccezione della “ No.1” costruita con il piatto corde a uovo.
Nel 1893 il modello Demon venne realizzato con il manico “Fish-Tail” (una chicca molto ricercata dai collezionisti) e dal 1897, in seguito alle prime vittorie dei fratelli Doherty a Wimbledon, era molto ambito il modello a loro dedicato, realizzato presumibilmente sul telaio della “No.1”.
Agli inizi del nuovo millennio erano tanti i campioni che adoperavano Slazenger: dai fratelli Doherty, Herbert Lawford, Frank Riseley, Arthur Gore, Roper Barret, la Douglass (in seguito conosciuta come Mrs Lambert-Chambers) e a molti altri ancora.
Con l’avvio del nuovo secolo e la nascita della Coppa Davis il tennis divenne sempre più popolare ed il gioco più veloce e combattivo, così per meglio fronteggiare le nuove esigenze nasce nel 1908 la prima racchetta Slazenger a cuore concavo, la “IZ”, racchetta innovativa che recava anche le due corde verticale centrali raddoppiate, già in uso dal 1905 sulle racchette dei fratelli Doherty. Tuttavia con questo telaio reggevano molto bene il confronto anche i modelli “E.G.M”, “Stadium” e “Slazenger”.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, nel 1919, l’azienda si rilanciò sul mercato avvalendosi dell’esperienza dei Pionieri quali erano i fratelli Doherty. Un modello autografo degli anni ’20 spopolò ovunque si giocasse a tennis, per questo, non è difficile ancora oggigiorno trovarle disponibili sui mercati on line specializzati, talvolta anche in buono stato di conservazione e a prezzo ragionevole.
A partire dagli anni venti del novecento la Slazenger abbandonò definitivamente il telaio a cuore convesso e tra i telai introdotti in quegli anni si ricordano in particolare i seguenti:
Vimy, Driver, Ace, Eclipse, Meteor, Warrior, Varsity, Victory, National, Stadium, la Belle, Queen’s, tutte denominazioni ripetute negli anni e in uso ancora oggi da molte case produttrici di racchette.
La passione per il tennis crebbe sempre più grazie ai numerosi tornei Internazionali e ai suoi partecipanti, campioni che hanno segnato la storia del tennis nel ventennio ’20-’40.
Giocatori come Bill Tilden e i Moschettieri di Francia (Lacoste, Cochet, Brugnon e Borotra) e ancora, preziosi testimonial come Earl Taylor, Adrian Quist, Bunny Austin, Van Ryan, Wallace Davies, Yvon Petra, John Anderson, Angela Buxton, Dorothy Round e la Harper Lawrence.
Con gli anni trenta s’intravedono i primi grip avvolgere i manici delle racchette, realizzati in pregiato cuoio inglese. Una svolta però che non tutti condivideranno, scelta tra l’altro, già poco fortunata per un’altra Azienda già nel 1915.
Gli anni Trenta, per la Slazenger, saranno indimenticabili, merito del campione inglese Fred Perry che in breve tempo, con la sua fedele racchetta “Fred Perry Tournament Model”, vinse per se e per l’Inghilterra tutto ciò che c’era da vincere.
Dal 1934 al 1936 conquistò tre vittorie di fila a Wimbledon. Da quel lontano giorno di luglio, nessun altro suddito della regina d’Inghilterra ha più vinto quel titolo fino al 2013, quando Andy Murray ha riportato alla vittoria un altro inglese dopo ben 77 anni.
Sull’onda delle sue prestigiose vittorie, la Slazenger produsse altri modelli, rafforzando la sua leadership nel campo delle racchette tennis.
Ecco alcuni modelli prodotti negli anni ’30: “Slazenger All White”, “Fred Perry Special”, “Primax”, “Special Demon”, “Pall Mall”, “Marquis”, “Eltham”, “Whirlwind”, oltre alle nuove edizioni delle Meteor, Victory, Eclipse, Le Belle e altre ancora.
Dan Maskell, dopo aver allenato e portato alla vittoria la squadra di Coppa Davis nel 1933 e vinto diversi titoli di Campione d’Inghilterra, divenne insieme a Fred Perry il maggior testimonial del marchio. Molte furono le racchette autografe. Nel 1938, una in particolare, col binomio “Perry-Maskell”, fungeva da studio riportando sul telaio numerosi suggerimenti, anche sul modo d’impugnare la racchetta mediante tacche di posizionamento.
Durante gli anni della seconda guerra mondiale (1939 – 1945) le società Slazenger, Sykes, Gradidge e Ayres si riunirono ed un fatto poco noto fu probabilmente che queste contribuirono alla produzione del materiale bellico. Il 15 settembre 1940 durante una pesante incursione aerea su Londra, bombe incendiarie caddero sulla fabbrica Slazenger. La fabbrica Gradidge in Woolwich subì ugual destino mentre la Sykes a Horbury rimase gravemente danneggiata. La Slazenger e la Gradidge furono tuttavia in grado di continuare la produzione presso altri centri continuando così insieme a servire la Patria. Fortunatamente però quest’intesa cessò con la fine del conflitto mondiale.
Le pubblicità del 1949 riproponevano sommariamente i modelli passati, ma fu il 1950 l’anno della nuova svolta. Nel 1953 l’Azienda fu ceduta alla Dunlop pur mantenendo il prestigio del nome.
Gli scenari di sfida questa volta non erano più i teatri di guerre, ma i rettangoli di gioco in terra rossa ed in erba di tutto il mondo.
Nuovi campioni Slazenger vennero alla ribalta: Ken Rosewall, Vic Seixas, Ken McGregor, Orlando Sirola, Athea Gibson e Manolo Santana e molti ancora.
La “Challenge Power” godette di un’enorme longevità: a utilizzarla furono i campioni australiani Roy Emerson e Neal Fraser e l’inglese Christine Truman che vinse gli Internazionali d’Italia nel 1959.
Slazenger precorse i tempi anche nel periodo di transizione tra le racchette in legno e quelle moderne: infatti, già nel 1969 iniziò a produrre un telaio in metallo d’acciaio cromato, la “Plus”, utilizzata da Betty Stove, mentre, qualche anno dopo, realizzò la “X10” in cromo bleu per Manuel Orantes. Nel mezzo, una perla per pochi ricchi: la “Phantom”, tra le prime rivestite totalmente in graphite.
Nel 1981, la Slazenger per festeggiare il Centenario, mise sul mercato una racchetta commemorativa, la “Challenge Graphite 100”, usata da Virginia Ruzici e Sergio Casal, ma il pezzo forte fu il modello costruito per il nuovo arrivo in casa Slazenger dell’idolo del tennis argentino Gullermo Vilas. Enorme scalpore suscitò la notizia del 1981: Vilas abbandonò la Head per passare alla Slazenger, firmando un contratto di cinque anni, il più lungo della storia della ditta inglese, e cominciò a giocare con la “Vilas Tour Frame”, un telaio che egli stesso aveva contribuito a disegnare, dando inoltre il suo nome anche ad altri due modelli: la “Vilas International”, e la “Vilas 24”.
Al primo torneo disputato a Houston, trionfò senza cedere nemmeno un set, dominando in finale lo statunitense Giammalva.
Avanza la tecnologia e nel 1988 anche Jimmy Connors, veterano ben intenzionato a non abbandonare la scena, si accasò con il Brand inglese, impugnando la “Panther Pro Ceramic” per gli ultimi fuochi di una carriera irripetibile. In seguito anche Arantxa Sanchez-Vicario e Tim Henman hanno utilizzato una Slazenger con successo. Proprio il valido “Timbledon”, nell’ultimo anno della sua carriera, ha sperimentato con successo l’innovativa tecnologia “Nano Carbon” e “Convex Concave”, che a parità di peso con altri modelli, da maggior spinta e potenza. D’altronde, in centotrent’anni di storia, Slazenger è stata caratterizzata da una continua evoluzione, che l’ha mantenuta costantemente al passo coi tempi, anzi spesso li ha addirittura precorsi.
Tra centinaia di testimonial, oltre ai già sopra menzionati campioni, sicuramente vanno ricordati altri valorosi alfieri tra i quali citiamo: Gerald Battrick, Roger Taylor, Jan Lundqvist, Onny Parun, John Newcombe, Shirly Bloomer, Sue Barker, Francoise Durr, Jan Lehane, Olga Morozova, Lesley Turner, Margaret Court, Mal Cox, Ilie Nastase, Bjorn Borg, John Lloyd, Vijay Amritraj, Tomas Smid, Henry Leconte, Larisa Savckenko, Helena Sukova, Kevin Curren, Wayne Ferriera, Mardy Fish e Corrado Barazzutti che vinse nel 1976 la mitica coppa Davis utilizzando la “
egli anni ’60 e commercializzata fino alla sparizione dell’era del legno.
Ed è per questo motivo cChallenge N.1”.
Nonostante la produzione di migliaia di modelli, dal legno ai materiali più innovativi e di ultima generazione, tre sono state le racchette che hanno fatto la storia di questo prestigioso marchio plurititolato:
la “No.1” nata nel 1881 e commercializzata fino ai primi anni Venti del ‘900;
la “Challenge” realizzata subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, divenuta poi negli anni cinquanta “Challenge Power”;
la “Challenge No.1” nata nhe Slazenger, grazie ai modelli Power 300 e Challenge No.1 (Tour 295 e Tour 320 e Open 300), ha voluto portare nuovamente alla ribalta le gloriose denominazioni, continuando instancabile nella sua ricerca, per offrire a ogni tennista, dall’ultimo dei dilettanti al primo dei “Pro”, l’attrezzo più adeguato.
(fonte: www.asscotennis.it )