Qui Verona – Romano Mattè – Redazione Gianni Brera Università di Verona
Commentando i mondiali di Russia (2018), vinti dalla Francia di Dechamps (ottimo allievo trapattoniano) con la squadra più giovane e talentuosa di quel torneo, Capello allenatore tra più vincenti del nostro calcio a livello mondiale, sottolineava tre cose:
- il declino del possesso – palla, che da mezzo per attaccare meglio era divenuto il fine (vedi la Spagna);
- l’importanza fondamentale del sistema difensivo: i campionati si vincono con le migliori difese e non con i migliori attacchi (vedi la Francia);
- si accentua un’attenzione divenuta quasi maniacale nello studio e nella preparazione degli schemi sulle “palle-inattive” divenute sempre più decisive per il risultato.
Anche Conte, come il collega Fabio, è un “risultatista”, ama un calcio pragmatico, poco dialogato, tutto teso al risultato (ricordate il paradigma bonipertiano!: “la vittoria non è la cosa più importante ma è sola la cosa che conta)”, magari scarno, a volte poco spettacolare, ma essenziale fatto di rapida verticalizzazione.
Il calcio del “martello” contiano rifugge da ogni ideologia, che come tutte le ideologia tende ad accecare. Non è preda di una follia creativa, di quell’ossessione che implode nell’artista allorché si accinge a creare un capolavoro. Il calcio contiano è fatto di rigore tattico, di maniacale e feroce applicazione, e soprattutto di nobile e ruvida “prosa”, che di rado assurge a “poesia”. Quali le quattro mosse vincenti dopo uno sentato avvio:
- centrocampo “a 3” per avere più equilibrio e più copertura alla linea difensiva: rinuncia al 3/4 per avere meno campo da coprire;
- rinuncia alla tattica possesso-palla di quasi il 20%: da una media a gara di circa 61% si passa a un 44%!;
- si abbassa il baricentro medio di quasi 10 m., da 56 m. a circa 48 m., in altri termini ci si difende più bassi, avendo più campo aperto per scatenare le ripartenze “di potenza” (Lukaku) e di “velocità” (Lautaro) degli attaccanti.
- gli “esterni-bassi”(della “3 + 2”) in fase di possesso-palla sono (quasi) più alti e propositivi dei 3 di mezzo, ma in fase di non “possesso-palla” non si appiattiscono sulla terza linea, ma si mantengono tendenzialmente alti, perché il centrocampo ha bisogno del loro apporto per incrementare il “pressing”.
Anche Conte come Jurić, costruisce “lungo”, ma mentre solo il 30% dei palloni rilanciati viene da noi sfruttato in avanti (l’arrivo di Lasagna ha aumentato di quasi 10% questa percentuale!) l’Inter, per contro, in avanti ha uomini in grado di ripulire e domare questi palloni “lunghi” (in primis Lukaku”), rendendoli più puliti e fruibili per l’avvio della finalizzazione. Il “martello”, piaccia o non piaccia, ha vinto alla grande la sua sfida, riportando i nerazzurri alla vittoria dopo anni di cocenti ed amare delusioni. Ora arriva la sfida più difficile quella di doversi ripetere, ma questo è già futuro!.