Da Verona Enrico Brigi – Area 1 Veneto Trentino A/A
Dopo nove anni di incontrastato dominio bianconero il campionato italiano di Serie A cambia padrone con l’Inter che iscrive per la diciannovesima volta nella sua storia – manca un solo sigillo per la conquista della seconda stella – nell’albo d’oro del torneo. È stato un campionato quasi interamente condizionato dalla presenza del Covid che ha tenuto praticamente per l’intera stagione i tifosi fuori dagli stadi obbligandoli a seguire in tv i propri beniamini. Il virus non ha risparmiato nemmeno gli atleti, provocando anche il rinvio di alcune partite. Tutto sommato, però, da questo punto di vista, grazie anche ai rigidi protocolli attuati, è filato tutto liscio senza particolari problemi. Certo, con il pubblico, certe partite in certi stadi avrebbero anche potuto prendere una piega diversa ma siamo nel campo delle ipotesi e sappiamo bene che la riprova, specialmente nel calcio, non è mai esistita.
Parlando di calcio, alla fine la scelta della Juve, per molti azzardata, di affidare la panchina a un esordiente come Andrea Pirlo, si è dimostrata per certi versi inadeguata e ad approfittarne è stato un altro ex juventino come Antonio Conte, bravo a salire sul gradino più alto del podio con la sua Inter. Dopo una partenza un po’ a fari spenti la squadra nerazzurra ha innestato la quarta e non si è più fermata, non trovando praticamente sul percorso alcun avversario in grado di mettergli veramente un bastone tra le ruote. Chi ci ha provato di più di tutti sono state Milan e Atalanta. I rossoneri, partiti con il piede giusto, sono rimasti in testa per più giornate per poi perdere terreno nel girone di ritorno quando i veri valori sono usciti allo scoperto. Qualcosa meglio è andata, invece, l’Atalanta, l’unica forse ad insidiare da vicino fino alla fine i futuri campioni d’Italia.
Le squadra di Gasperini e Pioli, assieme alla Juve, sono quantomeno riuscite a strappare in extremis la qualificazione alla prossima Champions, sfuggita invece all’ultima giornata al Napoli che, complice il pari interno con il Verona, è finita in Europa League assieme alla Lazio. Male è andata, invece, alla Roma che giunta solo settima, al termine di un campionato tutt’altro che esaltante, si dovrà accontentare di un posto in Conference League. Alle sue spalle si è classificato il Sassuolo, protagonista di un altro ottimo campionato che però non ha portato ad alcuna gratificazione in campo europeo.
In serie B retrocedono Crotone, Parma e Benevento. I neo promossi calabresi, di fatto, non hanno mai dato l’impressione di potercela fare e nemmeno il cambio di panchina da Stroppa a Cosmi ha sortito l’effetto desiderato mentre la formazione di Inzaghi, protagonista di un positivo girone di andata, è clamorosamente crollata nella seconda metà del ritorno. Sorprendente al negativo, invece, è stato il campionato del Parma. I ducali, infatti, nonostante l’enorme cifra spesa, la più alta del torneo, non sono riusciti a evitare una clamorosa retrocessione. Anche qui, il cambio tecnico – D’Aversa, esonerato a inizio anno per far posto a Liverani, è stato richiamato al capezzale – non è riuscito a produrre gli effetti sperati.
Le due più grosse delusioni sono state sicuramente Fiorentina e Torino con l’unica differenza che almeno qui i cambi di allenatore hanno permesso di salvare la stagione. Si è trattato per entrambi i club, tuttavia, di una magra consolazione viste quelle che erano le aspettative della vigilia. Viola e granata non sono tuttavia stati gli unici a disattendere i programmi di inizio stagione. Stessa sorte, se vogliamo, è toccata per certi versi anche a Cagliari e Genoa mentre si sono salvati senza alcun patema Verona, Sampdoria, Bologna e Udinese.
Un plauso, invece, lo merita lo Spezia del bravo Vincenzo Italiano che da neopromossa ha dato da filo da torcere a tutti gli avversari, conquistando con qualche giornata di anticipo una meritata salvezza.
Ora, in attesa dell’inizio dei Campionati Europei, il campionato va in archivio, non senza, però, uno strascico per nulla trascurabile. La mancate conferme di Gattuso e Pirlo sulle panchine di Napoli e Juventus e la rescissione di Conte dall’Inter hanno innescato un vorticoso valzer di allenatori che ha letteralmente rivoluzionato il panorama delle panchine. Come sempre ogni Presidente è convinto di aver fatto la scelta giusta. Lo sapremo solo alla fine del prossimo anno.