RUOTE D’ORO – Gold Wheels – Capitolo 24
Anni ‘70
Qui Verona – Roberto Gerosa – Area1
Furono definiti anni “creativi” come la svolta economica/sociale e la contestazione giovanile con la nascita dei “figli dei fiori” quale movimento di controcultura, iniziato negli Stati Uniti e poi diffusosi in Europa e in altri Paesi del mondo.
Tra gli avvenimenti che contraddistinsero, nel bene e nel male quegli anni, ne ricordiamo alcuni: la prima edizione della Maratona di New York (1970), la nascita della Fondazione Medici Senza Frontiere (1971), lo scandalo Watergate nel ’72 mentre nel 1973 ci fu la prima telefonata da un cellulare portatile (pesava molto e sembrava un walkie-talkie militare anni ‘40). Nel 1977 Moser fu campione del mondo di ciclismo su strada e fu soprannominato “lo sceriffo” in quanto sapeva ben gestire il gruppo durante la corsa. Ricordo che Teofilo Sanson, patron dell’industria del gelato “Sanson” e sponsor ufficiale della squadra di ciclismo dove gareggiava anche Moser, fece produrre per l’occasione un ghiacciolo “il Moseriride” che costava 100 lire. Nel ’78 Sandro Pertini fu nominato Presidente della Repubblica rimanendo in carica fino al 1985 mentre nel 79’ l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) istituita nel 1948, dichiarò finalmente la fine del vaiolo (variola) che fece purtroppo migliaia di vittime ed era trasmessa per via aerea mediante l’inalazione di goccioline prodotte dalla mucosa di una persona infetta (la storia dovrebbe insegnare).
E’ inoltre sempre utile confrontare alcuni dati come lo stipendio medio di un operaio che in quegli anni era di circa 120.000 lire, che un caffè costava 70 lire e la benzina circa 150 lire al litro. A questo proposito ricordo che a quei tempi avevo una Triumph MK2 del 1965 (se ce l’avessi ora…) con cui ho anche partecipato e vinto alcune gare di abilità come le gimkane, venduta per coronare il mio matrimonio (secondo grosso errore…).
Prima del matrimonio, facevo parte di un complessino musicale, molto affermato per quei tempi, con cui “raggranellavo” diversi soldini. Io cantavo, a volte accompagnato dalla mia chitarra elettrica marca Eko che scoprii, molto tempo dopo, costruita nelle Marche (primato Italiano) dalla fabbrica fondata da Oliviero Pigini nel 1959. In quegli anni suonavamo in ambienti da ballo o nei teatri (allora erano in voga) e, quanto guadagnavo, lo spendevo appunto in benzina e in sanzioni per eccesso di velocità. Per fortuna non c’erano i punti da detrarre ma, “la multa” quasi settimanale, era molto salata.
Negli anni ’70 le auto in circolazione, con uno stato di servizio oltre i quattro anni, erano circa il 50% ed erano prevalentemente utilitarie mentre la produzione di auto era di circa 1.500.000 unità annue. Furono anche gli anni del 52° Salone di Torino dove si accumularono diverse speranze. Tra queste, quella che il Governo si convincesse che l’automobile non era solo uno strumento di lavoro o divertimento, ma anche un mezzo che consentiva a milioni di persone di poter lavorare e che quindi andava applicata una politica espansiva che aiutasse e non soffocasse con tassazioni varie.
Tra i Marchi presenti a quel Salone ci furono le immancabili Abarth con le Fiat “600” da corsa di cui abbiamo parlato nel capitolo n° 15 di novembre, le Sport 2000 e le 1000 biposto; l’Alfa Romeo presentava la GT Junior e, oltre al marchio De Tommaso, c’erano le Ferrari Dino, le rinnovate Fiat e altre ancora senza dimenticare alcune “straniere” come la Porsche che presentava il modello 914 (presente anche al Salone di Francoforte) che aveva una forma squadrata, il tetto rigido asportabile e un innovativo posizionamento del motore, tipo “posteriore/centrale”. C’erano le Volkswagen Maggiolone con motori da 1,2 – 1,3 e 1,5 litri e le “Svedesi” con modifiche esterne come la pulitura dei fari che la Casa Volvo aveva applicato alle sue vetture.
Esponeva inoltre la francese Citroen con le nuove GS, con motore da 1015cc raffreddato ad aria e le SM, dotate di un motore Maserati da 2670 cc. Oltre a queste, si poteva ammirare anche il “vecchio” modello DS che fu prodotto dal 1955 al 1975. Chi ha qualche “capello bianco in più” ricorderà che una caratteristica di queste vetture erano le sospensioni idropneumatiche (oleopneumatiche), che permettevano un’ottima azione livellante del mezzo in caso di strade sconnesse (oggi abbiamo le buche nel bitume stradale) il cui funzionamento, a ruote indipendenti, avveniva tramite una pompa con dei pistoncini che aumentavano o diminuivano la lunghezza della colonna d’olio. Oggi le DS berlina e in particolare le cabriolet, sono molto ricercate dagli appassionati del marchio e se a prima vista si potrebbe avere qualche dubbio vedendo questa vettura un po’ “pacioccona”, ricordo che grazie a queste sue particolari caratteristiche era apprezzata nelle gare da rally dove si dovevano spesso affrontare strade con sabbia, con ghiaccio o con fango.
*Ringrazio tutti i lettori/lettrici che hanno contribuito assieme ad altri, al raggiungimento, in pochi mesi, di quota 100.000, non di semplici “clic” come spesso accade, ma di articoli realmente letti. E’ semplice pronunciare 100.000 ma, proviamo ad immaginare una folla presente ad un concerto o ad una partita di calcio. Sono tanti! Naturalmente questo ci sprona al raggiungimento di un nuovo obiettivo.
*News dai lettori: Gino vende una Citroen DS 19 del 1974, praticamente unico proprietario in quanto acquistata dopo alcuni mesi di prima immatricolazione, colore bleu, iscritta ASI, tutta originale e sempre tagliandata da vero amatore, prezzo e foto a richiesta.Per contatti, il numero gratuito è 3755459855 tramite WhatsApp.
6 Comments
Silvano Quintarelli
“Venduta per coronare il mio matrimonio (secondo grosso errore…)”… Roberto, non ti smentisci mai!
Giampaolo
Ciao Roberto,
Leggere i tuoi articoli è sempre molto istruttivo, sei sempre molto preparato!
Non sapevo che fra le tante cose eri anche un cantante… Sei una sorpresa…
Emanuela
Che bel articolo pieno di storia e che sorpresa Roberto cantava e suonava ..bravo
giacomo
Bello questo percorso storico con esperienze personali… divertente anche l’aneddoto dei tuoi 2 grossi errori…
Giovanni
Anche se sono di parte è sempre un piacere e una fortuna leggere ricordi del passato. La Storia qualunque essa sia è una risorsa che non deve morire
Angelo
Grazie Roberto per darci delle informazioni che noi avevamo dimenticato gli anni 70 x noi che avevamo vent’anni avevamo la libertà del gioco del divertimento dalla voglia di fare al prossimo racconto