” TuttoVolley “
Qui Ascoli – Valerio Rosa
La data dell’8 marzo non è stata scelta a caso. Lara Lugli, pallavolista quarantunenne di Carpi, ha scelto proprio il giorno della Festa della Donna, per rendere nota la sua storia sui social. Una storia paradossale e triste se si pensa agli anni di lotta delle donne di tutto il mondo per ottenere i diritti di madre e lavoratrice. Una storia che purtroppo, però, non è la prima e forse non sarà neanche l’ultima.
L’accusa parte dalla sua ex società di appartenenza il Pordenone Volley: «Sei rimasta incinta facendo indebolire la squadra in cui giocavi, ora ci paghi i danni». Un episodio di discriminazione nei confronti di una donna e di una madre, ora in forza al Soliera in Serie C, che ha suscitato parecchia indignazione soprattutto nel mondo dello sport. I fatti risalgono al marzo del 2019, quando Lara Lugli, in ottima forma ‘nonostante’ i suoi 39 anni, giocava con successo a Pordenone, in Serie B1.
Fu allora che scoprì, del tutto inaspettatamente, di essere incinta. Dopo aver avvertito la società, un mese dopo purtroppo subì un aborto spontaneo, ma ormai aveva concluso la stagione consapevole che da lì in avanti non avrebbe più percepito il ‘rimborso spese’ previsto per gli atleti dei campionati dilettantistici. La società però, non le ha mai versato il ‘rimborso’ di febbraio, e per questo la giocatrice si è rivolta ad un avvocato per vedere riconosciuti i propri diritti. Pronta la risposta del Pordenone Volley difeso, tra l’altro, da un avvocato donna: richiesta dei danni alla giocatrice, colpevole di essere rimasta incinta violando il contratto che obbliga le tesserate ad «astenersi da comportamenti che in qualsiasi modo possono essere in contrasto con gli impegni assunti».Una clausola che pare comprenda anche la maternità. «La giocatrice – si legge nella citazione – al momento dell’ingaggio ha taciuto l’intenzione di avere dei figli. Quando ha annunciato la propria condizione, la squadra era tra le prime in campionato. Dopo il suo ritiro, nelle successive nove giornate, Pordenone ha realizzato solo 10 punti, finendo a sette punti dalla zona playoff. I cattivi risultati hanno determinato l’allontanamento degli sponsor e perdite economiche alla società». Ed ecco quindi la richiesta dei danni alla Lugli.
Ma il suo caso, come detto, non è stato il primo. Lo scorso anno fece scandalo la notizia di Carli Lloyd. La palleggiatrice e capitana della VBC Casalmaggiore che annunciò di essere rimasta incinta e i tifosi della squadra iniziarono a insultarla: «Strappatele il contratto, non lo merita». Nel maggio del 2019 l’atleta olimpica e velocista Allyson Felix rimasta incinta, denunciò che gli sponsor avrebbero premuto per un suo ritorno «il prima possibile» ad allenarsi ma che volevano pagarla «il 70% in meno». Infine, anche la campionessa degli ottocento metri Alysia Montano accusò il suo sponsor di averla messa di fronte a un bivio quando rimase incinta nel 2014: o lo stipendio o la maternità. Insomma, sembra davvero che la massima gioia di una donna, ovvero essere in attesa di un bambino, alla fine sia una colpa. A maggio, intanto, ci sarà la prima udienza in Tribunale e Lara Lugli dovrà difendersi dalla paradossale accusa di essere rimasta incinta. Siamo nel 2021, ma probabilmente qualcuno non se ne è ancora accorto.