da “SPORT & PROTAGONISTI DEL XX SECOLO VERONESE” di Massimo Rosa
La visione che si presenta ai primi soccorritori è apocalittica. La pioggia continua a cadere sempre più fitta senza concedere requiem agli sfortunati passeggeri della Freccia della Laguna, né tanto meno ai soccorritori che nel frattempo cominciano ad arrivare in forze, prestando i primi soccorsi.
Alte e numerose sono le urla che si levano tra i rottami delle vetture ancora accartocciate di chi è rimasto intrappolato.
Passato il primo momento i gialloblù dell’Hellas si cercano e si contano, tutti comunque fortunatamente rispondono all’appello.
Il dottor Cottini, il medico sociale, presta i primi soccorsi ai nostri atleti sotto shock, e più che altro fortunatamente solo ammaccati.
Logozzo lamenta ferite al piede e mano sinistra, per Tasson e Fiaschi, invece, varie contusioni, ma nulla di preoccupante. Destano, invece, qualche preoccupazione l’accompagnatore Nello Nuvolari ed il coach Ferruccio Valcareggi. Il primo viene trasportato alla clinica Rizzoli di Bologna, dove gli sono riscontrate fratture all’avambraccio ed al polso sinistro, oltre ad un trauma cranico: se la caverà in 40 giorni. Per lo “ Zio Uccio “, invece, in un primo momento si parla di semplice contusione all’emitorace, ma una volta poi rientrato a Verona le lastre diagnosticano la frattura di 7 costole.
Riavutisi dalla terribile paura, la squadra gialloblù, con il morale sotto i tacchi, fa rientro in città a bordo di un pullman, che giunge in sede alle 21 e 15, accolta da parenti, amici e tifosi.
Intanto la partita prevista per il giorno dopo è sospesa, e la Roma ne chiede la disputa di lì a tre giorni, cioè 72 ore dopo il gravissimo incidente, dove sono, tra l’altro perite una quarantina di persone e ferite 150. Incredibile.
Ma è altrettanto incredibile che la Federazione imponga al Verona di giocare il mercoledì, cioè il giorno dopo la richiesta giallorosa. Il Verona cerca di fare resistenza, ma quando non si conta nella stanza dei bottoni si sbraita senza ottenere alcun risultato.
E così i nostri si rimettono in viaggio per la capitale martedì mattina, questa volta però noleggiano un comodo pullman.
L’atmosfera a bordo non è delle migliori, anche se qualcuno cerca di mettere un pizzico d’allegria, comunque sia con scarsi risultati. L’adrenalina prodotta in quella manciata terribile di pochi secondi dell’incidente li ha prostrati e scaricati di qualsiasi altra energia. E tutto hanno in mente, tranne che disputare una partita di calcio. Come dargli torto ?
Via via che si avvicinano al luogo del terribile incidente l’ansia a bordo è sempre più palpabile. Poi finalmente, ecco pararsi innanzi all’improvviso il luogo della catastrofe. Quella vista, così a freddo, è ancora più impressionante, e le gambe fanno Giacomo. Tutti, nessuno escluso. Ciò non toglie però che ci si voglia fermare. E così è. E’ una curiosità, la loro, dettata dalla paura e dalla consapevolezza di avere avuto una fortuna enorme ad essere ancora lì.
Ciccio Mascetti ritrova i propri documenti, e Zigogol addirittura il proprio giubbino.
Poi si riprende il cammino verso la città de “ Er Cupolone “, pronti ad affrontare gli avversari, che ci metteranno sotto per 2 a 1.
L’applauso dei romani quando i nostri scendono in campo è corale. I gialloblù, comunque, contrariamente alle previsioni giocano la loro partita e soccombono solo perché, sfiga delle sfighe, si fanno male da soli, infatti, il nostro Esposito al 45’ del primo tempo manda la palla in fondo alla nostra rete. Tuttavia nei gialloblù c’è orgoglio, e ne avanza. E così Mascetti riesce a pareggiare all’8’ del secondo tempo. Ma per un Mascetti che segna, la sfiga delle sfighe è sempre in agguato, ed infatti all’88’ Santarini, che non segna mai, neanche col compasso, c’infila la palla del 2 a 1.
Ma che importa, l’importante è essere lì, sani e vegeti, anche se ammaccati, accarezzati dal Ponentino romano a disputare la partita, il resto non conta.
Il Verona conclude la stagione al nono posto con 26 punti.
Si conclude anche l’era Valcareggi con l’Hellas per un’altra stagione in serie A. Gli succede Gigi Mascalaito. Il “Valca” ringrazia e toglie l’incomodo, ritornando nella sua Firenze, lo fa da gran signore, il Commenda, infatti, non gli ha dato alcuna spiegazione del suo esonero, e lui non ha chiesto il perchè. Lascia nella tifoseria un buon ricordo.
Comincia così l’anno degli addii.
INTANTO A VERONA
Esplode il televisore e s’incendia l’abitazione, muore il proprietario, Valentino Soffiati di 59 anni. Una tanica di benzina è cosparsa e data alle fiamme all’uscio della maestra Maria Ancona, insegnate delle scuole elementari di Borgo Nuovo. Non c’è due senza tre: è dato alle fiamme un bancone del ‘700 nella basilica di S.Anastasia, prima era toccato ad un confessionale. Muore Michele Galtarossa, lascia la moglie e due figli maschi. Giuseppe Arcaroli corona il sogno di vedere nascere la scuola superiore di turismo. Gianni Rossi di 31 anni è assolto dall’infamante accusa di avere abusato di una tredicenne. Il suo cane è troppo affettuoso e lo fa cadere: si rompe il femore, a pagarne le spese di questo grande amore il 72enne Giocondo Scaglia. Due bimbi di Monteforte, nella notte tra Natale e S.Stefano, muoiono per un rigurgito che li soffoca. I gemelli Tarocco, entrambi mobilieri di Cerea, scampano all’ennesimo sequestro. A Sara Failla, laureata in lettere moderne, offrono un posto da spazzina. E’ assunto dagli americani di stanza a Verona perché conosce l’inglese e vola in Florida dopo essersi specializzato in chirurgia estetica alla scuola del dottor Ivo Pitanguy: si tratta del nostro concittadino Joe Castellano, noto chirurgo estetico. Soldato americano, diversamente bianco, precipita dal balcone di casa, sembra si sia buttato giù dal terrazzo in preda agli allucinogeni. Muore monsignor Giuseppe Turrini, direttore della Biblioteca Capitolare. La crisi politica comunale si risolve con la riconferma del sindaco Renato Gozzi. Tra il 22 ed il 26 agosto sono dati alle fiamme 5 pullman di turisti, venuti a Verona per assistere agli spettacoli areniani. E’ la brava e bella Manuela Kustermann ha rivestire in panni del principe di Danimarca nell’Amleto in scena al Teatro Romano.
Il testo di questo articolo è parte di “SPORT & PROTAGONISTI DEL XX SECOLO VERONESE, scritto da me nel 2000, il racconto di cento anni di sport di Verona dal 1900 al 2000.
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