” Col vento in poppa “
– –Da Trieste, Matteo Contessa–
Se il mare di Auckland resta vuoto e calmo, è a terra che da un paio di giorni le acque della Prada Cup e della successiva America’s Cup hanno cominciato a ribollire. Stiamo entrando nel vivo del grande evento velico e la pressione sta iniziando ad innalzarsi rapidamente, com’era prevedibile.
Al momento il restante programma di Prada Cup è sospeso perché nello scorso weekend ad Auckland sono emersi tre (tre!!) casi di positività al Covid che sono bastati al Governo neozalendese per imporre immediatamente un lockdown di livello 3, il massimo. Ciò ha comportato lo stop obbligato alla sfida fra Prada e Ineos Uk in attesa che la situazione migliori e si torni al livello minimo di rischio.
Ed è sulle due opzioni di slittamento (o meglio su quella delle due che al momento appare l’unica praticabile) proposte da America’s Cup Events, la società che gestisce tutto il circo di Auckland, che si sta scatenando l’inferno. La prima ipotesi prevede che, in caso di ritorno a livello 1 del lockdown, il programma della Prada Cup riprenderà venerdì 19 febbraio per arrivare alla sua conclusione al più tardi il 23 febbraio. Dunque entro il limite del 24 febbraio previsto dal Regolamento della Prada Cup per assegnare il trofeo. La seconda, in caso di persistenza di un lockdown di livello 3 o anche 2, definisce la ripresa delle regate appena il 26 febbraio, con deadline spostata al 3 marzo. In quel caso slitterebbe di una settimana anche l’inizio dell’America’s Cup, dal 6 al 13 marzo, ma non la fine, che in ogni caso resta fissata al 21 marzo. Con il lockdown di livello 2 già proclamato fino a lunedì prossimo, è ovvio che la prima opzione è impossibile, siamo già nella seconda.
Questi gli argomenti della contesa. E sul campo di battaglia, da una parte c’è Prada-Luna Rossa e dall’altra tutti gli altri: America’s Cup Events, Ineos UK, la stampa neozelandese, l’opinione pubblica. Mentre apparentemente se ne resta fuori team New Zealand, Defender della Coppa delle Cento Ghinee. Ci sono montagne di soldi investiti in questa giostra, interessi diversi. E allora ognuno fa il suo gioco, si capisce.
ACE vuole regate aperte al pubblico e massimo spettacolo, gli elementi necessari per il suo tornaconto d’immagine e finanziario. E dunque prova a traccheggiare, d’accordo con il Governo kiwi, fin quando la normalità sarà ristabilita. Ben sapendo che, in aggiunta, questa situazione avvantaggia nettamente la barca di casa. Ineos UK ha piacere di avere giorni in più sperando che intanto si raffreddi lo stato di grazia di Luna Rossa (che conduce 4-0) e al contempo per provare qualcosa di nuovo che la renda più competitiva per tentare la difficilissima rimonta sugli italiani. Stampa e opinione pubblica fanno da “agenti provocatori” per far saltare i nervi a Team Prada, soprattutto in previsione della sfida a New Zealand per la Coppa America che ormai appare la più probabile.
Dall’altra parte, Luna Rossa è inviperita. Vuole che sia rispettato il Regolamento (redatto insieme al Defender New Zealand e sottoscritto da tutti gli sfidanti) il quale prevede che entro il 24 febbraio la Prada Cup vada tassativamente assegnata. Tanto che sono previste “bolle” sanitarie per i Team, regate a porte chiuse in mare e senza pubblico a terra in caso di emergenza Covid (proprio la situazione in questione). E se proprio al 24 febbraio le regate non fossero ultimate, la Prada Cup debba andare a chi in quel momento è in testa. Luna Rossa è avanti 4-0, ma ha affermato che non vuole vincere così e preme per riprendere sabato a porte chiuse. Per chiudere subito il discorso con Ineos UK e avere qualche giorno di tempo per migliorare ulteriormente barca e manovre, ma anche per poter far riposare l’equipaggio: sa bene che la sfida contro New Zealand, già difficilissima così, diventerebbe improba se affrontata in pochissimi giorni e con uomini logori contro avversari freschi di testa e di fisico e con una barca intonsa.
A la guerre comme à la guerre…