–RUOTE D’ORO “Gold Wheels ” Capitolo n. 19-
Da Verona, Roberto Gerosa
Tour de France – 12° –
La prima manifestazione del “Tour de France” iniziò nel 1899 e, tra alcune vicissitudini non sempre favorevoli, proseguì fino al 1986. Un anno, il 1986, in cui possiamo ricordare anche alcuni altri eventi, bui o frizzanti, come il disastro della centrale nucleare di Chernobyl, la nascita di Lady Gaga, quella di Manuel Neuer il portiere tedesco alto 193 centimetri, la morte dell’inventore della vitamina C l’ungherese Albert Szent Gyorgyi e la vittoria di Alain Prost al Campionato Mondiale di Formula 1.
Nel 1992 il Tour de France riprese come rievocazione storica ma si preferì cambiare nome e intitolarlo “Tour Auto” per distinguerlo dall’ omonima corsa ciclistica. La gara del 63’, di cui oggi parleremo, venne considerata a quei tempi tra le più difficili e le più attraenti. Consisteva in un percorso con sedici prove di velocità (nove in circuito e sette in salita), con difficoltà operative e di tenuta; valida per il campionato del mondo costruttori Gran Turismo. Era una delle gare difficili anche per i mezzi che dovevano essere sempre efficienti e, prova ne è, che delle 122 vetture partite solo 31 conclusero il Tour di quell’anno. Trattandosi di una competizione sportiva era necessaria una preparazione anche fisica in cui il comfort assunse notevole rilevanza. Si pensi alla fatica fisica dei piloti che, costretti a lunghissime tappe stradali e dormendo in un letto una notte su due, dovevano essere pronti ad estenuanti prove di velocità. Partirono il 14 settembre da STRASBOURG (Strasburgo) e percorsero le sedici prove, più precisamente: Turckheim, Nurburgring, Spa-Francorchamps, Reims, Rouen, Le Mans, Aubisque, Tourmalet, Pau, Albi, Ventoux, Rousset, Chamrousse, Auverghe, Braus, Monaco arrivando a NICE (Nizza) il 22 settembre, dopo aver percorso circa 5.700 chilometri.
Fu un Tour particolarmente importante per la nostra industria in quanto, oltre al dominio delle Ferrari, specifiche per questo tipo di gara, non va dimenticato l’ottimo piazzamento dell’Alfa Romeo Giulia TI Super che, nonostante fosse stata inserita nella categoria Gran Turismo in quanto non aveva ancora i requisiti per essere inserita in quella meno aggressiva della Turismo, si classificò al primo posto nella classe 2000cc e quarta assoluta in base ai punteggi raggiunti nelle varie prove di velocità. Per la casa milanese fu sicuramente un Tour de France ricco di soddisfazioni ricevendo anche l’ambito premio “Trofeo Charles Faroux”, messo in palio da “L’Equipe” quale Marca di auto meglio classificata.
Prima assoluta in questo Tour fu la Ferrari GT Berlinetta la cui produzione di 45 esemplari, si inserì negli anni dal 1956 al 1959 come vettura nata per le competizioni Gran Turismo. Alcune delle caratteristiche di una Ferrari GT “Tour de France” (nome non ufficiale) del 58’ costruita dalla Carrozzeria Scaglietti furono che il motore era un 12 cilindri con una cilindrata di 2.953cc, una potenza che variava dai 240CV ai 290CV in base al tipo di preparazione, che aveva tre carburatori tipo 36 della Weber, un impianto frenante idraulico a tamburi che poi alcuni piloti facevano modificare con freni a disco, ovviamente più garanti.
Ho avuto modo di provare, grazie alle conoscenze di un amico introdotto nell’ ambiente, una potente Ferrari 360 Modena presso il circuito di Adria (Rovigo) la città che ha dato il nome al mare Adriatico, trascorrendo due splendide giornate primaverili di diversi anni fa. All’ arrivo ad Adria ci fu un primo incontro tra sportivi, poi le varie sistemazioni, una visita alla città ed al suo Museo Archeologico Nazionale, al Museo della Cattedrale dove sono proposti oggetti devozionali di rara bellezza artistica ed alla Chiesa di Santa Maria Assunta, concludendo la serata con una “scorpacciata” di pesce. La seconda giornata iniziò con una sveglia mattutina, una buona colazione, dirigendoci poi presso l’officina per conoscere alcuni dati tecnici dell’auto, per avere consigli (sempre utili) sul circuito spiegati da professionisti del settore, terminando dopo alcune ore con la vestizione. Iniziai con indossare la particolare maglietta bianca sotto tuta, poi le calze, le scarpe e la tuta sempre ignifughe, il sotto casco o balaclava, il casco integrale e infine i guanti che devono avere un polsino di 8 cm per sicurezza in caso di incendio.
Ci recammo nei box, salii sulla vettura con a fianco l’istruttore, agganciammo le particolari cinture di sicurezza e attendemmo il verde del semaforo per poter accedere sul percorso del circuito per i primi giri di “confidenza” con il mezzo che, in questo caso, non era certo un giocattolo. Non è facile spiegare cosa si prova ad avere dietro al sedile circa 450CV (si, si, 450) che una volta liberati se non hai delle buone “briglie” ti scappano da tutte le parti. Il rumore del potente motore, i turni di velocità tramite il cambio sequenziale (le palette) che bastava sfiorarle, le frenate al punto di corda per poi subito accelerare verso la nuova traiettoria, rendendoti conto che giro dopo giro la vettura, pur se nervosa, diventava sempre più docile come se avesse capito che non le si voleva imprimere niente. Che potenza! Che brividi! Che emozioni. . .
*Per informazioni relative al mondo delle auto storiche o conoscere le agevolazioni fiscali/assicurative oppure per trasmettere foto con notizie di rievocazioni storiche, il numero dedicato è: 3755459855 tramite WhatsApp.
*Ringrazio come sempre tutti i lettori/lettrici e, per i loro commenti, Giacomo, Gianni, Luca, Oliver e Cecilia.
*Si svolgerà il 28 e 29 di questo mese a Riva del Garda la gara inserita nel Campionato Italiano Regolarità Auto Storiche denominata “Coppa della Pace”.
9 Comments
Gianni
Ancora una volta Roberto ci stupisce con il suo modo di raccontare la storia e le sue esperienze.
Gianni
Stefano
Mitica giulia…
Marco
Articolo Interessante e dettagliato . Competizione di cui non conoscevo l’esistenza e il tuo racconto Roberto mi ha incuriosito molto . L’Ultima parte crea non poca invidia. Alla prossima .
Silvano Quintarelli
Come sempre Roberto “suona” su due registri. Il primo è quello della competenza tecnica, sempre puntuale e dettagliata, ma che accontenta soprattutto gli addetti ai lavori. Il secondo, quello che io personalmente preferisco, è quello in cui da libero sfogo al ricordo personale, ed è li che, secondo me, da il massimo di se, quando usa tutta la tastiera, tasti bianchi e tasti neri, per comunicarci emozioni. Complimenti come sempre Roberto
Luca+Veloso
Interessante racconto su una manifestazione che non conoscevo ma, sentire le emozioni provate… fa un po’ invidia… Bravo bravo
Andrea Cabianca
Complimenti Roberto come sempre
Ogni volta che leggo un tuo articolo provo sempre tanta emozione
Tour Auto sarà una delle mie prossime gare
Speriamo nel 2022
GIACOMO
Purtroppo ai giorni nostri i circuiti cittadino possiamo farli solo con rievocazioni o gare di regolarità… bei tempi che non ho vissuto
Nicola Leoni
Grande Roberto, come sempre fai vivere sensazioni vere che ti fanno emozionare. Non immaginavo da profano che addirittura ci fosse una corsa automobilistica che ricalcasse nel nome il leggendario Tour de France ciclistico. Non si finisce mai di imparare. Grazie per farci provare queste emozioni. Ciao Nicola.
Enrica da Udine
Come ogni volta Roberto Gerosa ci illumina con i suoi dettagliati racconti facendoci sentire quasii presenti in un passato storico delle auto e delle loro grandi imprese che purtroppo vengono spesso dimenticate. Grazieeee per riportarci alla memoria tutto questo.