-di Massimo Rosa–
Stavo guardando in tv Udinese-Inter, quando ad un men che niente dalla fine del match, mentre i giocatori dell’Udinese, come sempre accade da che il calcio esiste, stavano perdendo tempo. Questo atteggiamento faceva imbestialire Conte, vedendo la sua Inter pareggiare e sciupare così l’occasione di agganciare i Milan in vetta alla classifica dal momento che i rossoneri stavano soccombendo per 0 a 3 a San Siro, dimentico però che in tempi di pandemia il rumoreggiante pubblico rimane a casa. Così il suo inveire contro l’arbitro è stato udibile da Trieste a Canicattì.
A tutti i telespettatori, ma ancor di più all’arbitro, è forzatamente rimbombato nelle orecchie quel:” Sei sempre tu Maresca, sei sempre tu Maresca…”. Non contento di dirlo una volta, lo ha continuato a ripetere, quasi stesse sgranando un rosario, puntandogli contro un minaccioso dito. Visto l’imbufalito atteggiamento, all’arbitro non restava che espellerlo. Ma Conte, mai domo, aggiungeva anche un ricordo di Maresca protagonista, a suo dire, al Var di una decisione contraria ai nerazzurri. Una sceneggiata che Conte poteva evitare, visto che non era accaduto alcunché di strano in campo.
Capisco l’arrabbiatura per l’occasione perduta, ma un comportamento del genere sopra le righe, non fa di certo bene all’immagine dell’Inter, né tantomeno al calcio in generale.
Con il vittimismo e l’arroganza non si fa molta strada.