–di Luisa Nicoli-
VICENZA – “Paolo Paolo Paolo”. E’ il coro della gente quello che accoglie il feretro di Paolo Rossi al Duomo di Vicenza. Insieme ad un lungo applauso. Nel giorno dell’ultimo saluto al bomber del Lane di G.B. Fabbri, dei Mondiali di Spagna e della Juve. Ci sono bandiere e striscioni sulle facciate delle case intorno alla cattedrale. La bara, sopra c’è proprio la maglia azzurra numero 20 con cui ha fatto sognare l’Italia, arriva dalla sala del Gonfalone, nella vicina piazza del Duomo, e la portano i compagni dei quel mondiale: Cabrini, Tardelli, Antognoni, Conti, Altobelli, Collovati, Bergomi. E il figlio di Paolo, Alessandro. Ci sono anche gli altri azzurri di Spagna, qualche capello bianco, qualche ruga in più e gli occhi lucidi. Ci sono Roberto Bettega, il pallone d’Oro vicentino Roberto Baggio. Ci sono le autorità locali e regionali, il sindaco Francesco Rucco, le istituzioni del mondo del pallone, il presidente della Figc Gabriele Gravina, l’Aic. Ci sono gli ex compagni del Real Vicenza che arrivò secondo dietro la Juve nel 1977/78, c’è la delegazione del L.R. Vicenza di oggi. Ci sono i gagliardetti di Vicenza, Juventus e Verona, la bandiera della città di Vicenza e della Regione Veneto. Ci sono gli amici di sempre e composte nel dolore la moglie Federica e le figlie Maria Vittoria e Sofia Elena accanto all’altro figlio Alessandro. Un cuscino di fiori della famiglia vicino alla bara, fuori le corone della Fifa e della Figc insieme a quella del Consiglio comunale di Vicenza, dove a febbraio, sembra una vita fa, Paolo Rossi è stato proclamato cittadino onorario. Sull’altare commossi lo salutano gli amici Fabio Guadagnini e Luigi Pelaggi “ci hai lasciati senza fiato, sarà difficile colmare questo vuoto”. Tocca ad Antonio Cabrini invece parlare per i compagni “mondiali”. “Mi manca proprio tutto di te”. Ad officiare la cerimonia è mons. Pierangelo Ruaro, coetaneo di Paolo. “Il Vescovo di Vicenza mons. Beniamino Pizziol ha voluto personalmente impartire la sua benedizione” racconta. E nell’omelia continua. “Ci ha lasciati di sorpresa, la stessa dei difensori che lo vedevano arrivare da dietro e spingere la palla in rete. Paolo ha vissuto anche la malattia con discrezione, con lo stesso garbo di sempre. Era un fuoriclasse ma mai un personaggio, questa è stata la sua grandezza. La sua gioia più grande era rendere felici gli altri. Come aveva fatto ai Mondiali di Spagna. Paolo noi ti affideremo agli angeli perchè tu possa continuare questo viaggio. Ci hai lasciato nella vita un tesoro di cose belle: ora tocca a noi raccogliere il testimone e far crescere questi germogli”. In chiesa e fuori mazzi di fiori rossi e bianchi, all’uscita sul feretro viene posata anche la sciarpa biancorossa della Curva Sud, i tifosi lo accolgono sul piazzale con lo striscione “Lanerossi Vicenza 1902”. Suonano le campane del Duomo ed è ancora un applauso ad accompagnare la salma. Sul piazzale gli abbracci della famiglia, dei compagni: Bruno Conti bacia la bara, le figlie posano una rosa sul feretro, Alessandro il primogenito abbraccia le bambine, accanto a Federica. “Saluto un eroe, un compagno, un amico” le parole di Paolo Maldini. “Mi legano a Paolo tanti ricordi. I miei figli sono cresciuti con suo figlio Alessandro” dice Giuseppe Dossena. “Paolo è un fratello – aggiunge Spillo Altobelli – un grande uomo. Ai Mondiali del 1982 era il nostro fiore all’occhiello, credevamo in lui come Bearzot. Grazie di tutto Paolo”. “Paolo è un campione del popolo – le parole del presidente del L.R. Vicenza Stefano Rosso – una persona con grandi valori. Siamo molto rattristati perchè avevamo iniziato un percorso insieme, era la persona più idonea a rappresentarci perchè aveva un cuore enorme. Aveva accolto con entusiasmo il nostro progetto entrando a far parte del club. E’ veramente una mancanza difficile da sopperire. Con Roberto Baggio erano le due persone su cui contavamo di più. Speriamo di poter contribuire in futuro ad onorare al meglio la sua memoria. Il Vicenza è una società molto unita, con la città e i tifosi. Siamo una famiglia, che questo momento difficile possa farci crescere e unire ancora di più”.