-di Adriana Balzarini–
Roma 1960: Giusy Leone ultima donna italiana capace di correre la finale olimpica dei 100 metri.
Oggi 21 dicembre 2020 Giusy Leone compie di anni 86 anni.
Fino ad ora nessuna atleta è riuscita ad eguagliarla perché ad oggi è ancora riconosciuta come l’atleta più forte che l’atletica abbia mai avuto essendo l’unica ad essere salita sul podio olimpico e su quello dei Campionati mondiali. La sua conquista della medaglia di bronzo ai Giochi di Roma 1960, nonostante fosse un risultato importantissimo che la vedeva dietro solo alla afromaericana Wila Rudolf denominata dai giornalisti “la gazzella nera” e alla inglese Dorothy Hyman passò alla cronaca un po’ in sordina perchè il giorno dopo la sua strepitosa gara un altro torinese, Livio Berruti , vinceva la medaglia d’oro nei 200 metri.
È a tutt’oggi Giusy la più forte velocista che l’atletica italiana abbia mai avuto, l’unica a essere salita su un podio delle Olimpiadi o dei Campionati Mondiali. Donna timida e riservata cominciò a praticare atletica dopo aver rinunciato a diventare una ballerina di danza classica. Figlia di un operai della FIAT e di una mamma impiegata fu incoraggiata da un vicino di casa ad intraprendere la strada del campo ; prima provò con il salto in alto, poi si dedicò alla velocità. Nel 1952 conquistò il suo primo record italiano con 12″ nei 100 m. e quando chiuse la carriera agonistica che avvenne alla fine del 1960, aveva ottenuto sette primati sui 100 m, l’ultimo, 11.4″, tempo che fu anche primato europeo, e ben dodici sui 200 m. nel 1952, partecipò ai Giochi di Helsinki (eliminata nei quarti) all’età di 18 anni e quattro anni dopo, a Melbourne, si piazzò quinta nella finale dei 100 m . L’anno della suo miglior risultato fu il 1960 a Roma quando conquistò la medaglia di bronzo, sempre sui 100 m, nella gara vinta da Wilma Rudolph. Nella stessa Olimpiade fu anche finalista dei 200 m. e della staffetta 4 x 100. Dove si classificò al quinto posto.
Dopo i Giochi Giusy lasciò l’atletica, si sposò con il quattrocentometrista Mario Paoletti, che a sua volta lasciò per amore Roma. Vissero a Torino, dove Mario divenne un dirigente della Fiat, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza.
Giusy con la sua nuova fiammante cinquecento rossa, donatale dalla FIAT come regalo di nozze e per il risultato olimpico, continuò a raggiungere il suo ufficio dove le confermarono il posto da impiegata oltre a ricoprire il ruolo di responsabile delle attività ricreative sportive all’interno dell’azienda.
Auguri Giusy dalla redazione del Panathlon Italia!