Verona 2.11.2020- Da Beneventum a Maleventum il passo è stato breve: è bastato il terreno di battaglia del Marc’Antonio Bentegodi perchè Benevento facesse un salto indietro nella storia, quando l’esercito romano batté Pirro re dell’Epiro, così da Maleventum, nome originario della località, si trasformò in Beneventum.
La storia però non si è ripetuta al Marc’Antonio Bentegodi, perché re Pirro, alias Juric di Spalato, ha rovesciato la storia infliggendo alla squadra campana un pesante 3-1, che sicuramente i beneventani non si attendevano.
Dunque, ancora una volta, l’Hellas Verona ha mostrato le proprie capacità difronte ad un avversario tosto e ben organizzato, che aveva anche messo in dubbio, per un certo lasso di tempo, la possibilità di portare a casa i tre preziosi punti dopo che aveva pareggiato. Ma il Verona di questi tempi, lo stesso dello scorso campionato nel gioco ma non nei suoi protagonisti, ha qualche marcia in più degli avversari capitati sinora a tiro, fatto salvo il Parma (incidente di percorso). I gialloblù sono granitici in difesa, aggressivi a centrocampo, e volano sulle fasce in fase d’attacco. Nei rari momenti di appannamento danno l’impressione di non soccombere mai, ed in questo ricordano caratterialmente i giocatori dell’Osvaldo Bagnoli. Questi forse con più grinta e spensieratezza. In tutto ciò il bello è che qualunque sia l’avversario, titolato e non, l’atteggiamento è sempre lo stesso: voglia di vincere, merce rara sui nostri campi di gioco.
La partita in sintesi
La partita è stata vivace con il Verona che non perde tempo imponendo da subito un ritmo assai dinamico e veloce sulle fasce, tant’ è che al 16’ è già in vantaggio con un’azione a quattro tocchi: Di Marco per Kalinic, tacco di quest’ultimo per Zaccagni, cross e piedino di Barak per l’1 a 0 gialloblu. Un capolavoro! La reazione dei campani è immediata, e prima della fine del tempo hanno due occasioni strepitose vanificate da due interventi eccezionali di Silvestri. L’Hellas, comunque a sua volta, si rende pericoloso con lo scatenato Zaccagni, ma anche l’altro numero uno fa il miracolo. La pressione dei beneventani, dopo avere subito la rete, è asfissiante, traducendosi però solo in calci d’angolo.
Nella ripresa ancora i bianchi campani stringono i gialloblù nel loro ridotto, una sorta di quadrato finale tipo battaglia di Little Big Horn, quella storica del generale Custer e del suo 7° Cavalleria. I veronesi non riescono più ad uscire dalle vicinanze dell’area di rigore. Così appena sventato un altro pallone pericoloso Silvestri deve capitolare sul diagonale di La Padula. E’ l’1 a 1. Intanto le grida di Pirro-Juric alzano i decibel al cielo, e con essi il ritorno della formazione gialloblù agli usuali standard.
Il Benevento è investito dalle folate ariose montebaldine (il Montebaldo è la montagna tra Verona ed il Lago di Garda, da cui scende l’aria in città) degli avversari, e a sua volta cede terreno e spazi ai tarantolati veronesi. Così al minuto 17 il solito Di Marco, terzino sinistro, imbecca Barak, che fa partire un gran tiro di esterno finendo la sua corsa in fondo alla rete. Al minuto 21 è la traversa a dire no a Kalinic. Quattro minuti dopo il Benevento reclama un rigore per atterramento di Caprari. L’arbitro dice di no, espellendo Caprari, che avrebbe subito il fallo, per proteste. Il Benevento, dopo il pareggio, aveva già staccato la spina, ed ancor più dopo essere rimasto in dieci uomini. L’Hellas ha modo di triplicare con un colpo di testa dello scatenato Barak, volando a 11 punti in classifica in compagnia di Napoli, Inter e Roma. E domenica a San Siro contro il Milan. Sarà ancora SHOW?