–Ritorna il campionato, seppur dalle molte incertezze-
di Paolo Avezzù
Foto di Giorgio Achilli da “Rovigooggi”
Tempi duri per il rugby italiano. E’ notizia della scorsa settimana dell’ennesimo “cucchiaio di legno” conquistato nel Sei Nazioni di Rugby, perdendo anche con l’Inghilterra con la nostra nazionale e quindi 5 anni di fila con zero vittorie. A livello del campionato nazionale le cose non vanno meglio. Dopo l’incredibile annullamento del campionato TOP12 2019/2020 deciso dal Consiglio federale della FIR (Federazione Italiana Rugby) dello scorso marzo, quando la Rugby Rovigo era in testa con ben 7 punti di vantaggio sulle immediate inseguitrici, la massima serie ha perso pezzi, diventando da TOP 12 a TOP 10, quindi con due squadre che non si sono iscritte al campionato. Poi le incertezze sulla partenza, prima fissata per il 31 ottobre e poi spostata a sabato 7 novembre. Ma a causa Covid la partenza è stata “positiva”, in quanto ben tre partite sono state rinviate a motivo di alcune positività al virus tra giocatori: quindi niente Lyons Piacenza-Petrarca, Calvisano-Mogliano e Lazio-Fiamme Oro. Uniche partite disputate sono state quella casalinga tra Femi Cz Rovigo-Viadana, vinta dal Rovigo per 37 a 17 con la conquista del bonus del quinto punto e primato in classifica, e Valorugby Emilia-Hbs Colorno finita 25 a 15. E altra nota triste, come nel calcio, una partenza con gli spalti completamente vuoti. I giocatori in campo hanno fatto meta e meritato l’applauso a distanza dei loro tifosi, molto diverso il giudizio sui dirigenti nazionale della Federazione Rugby. Emblematico il commento di Umberto Casellato, coach della Rugby Rovigo: “Tanti parlano e non giocano, noi preferiamo star zitti e giocare”. Onore ai ragazzi di Rovigo e speriamo in tempi migliori per il rugby italiano….