–di Roberto Gerosa–
Premessa: Questa rubrica, legata al mondo delle auto storiche e a ciò che gira intorno ad esse, come lo sport, la cultura, il fair play (colonne portanti del Panathlon) e coloro che negli anni hanno contribuito al loro miglioramento quali piloti, ingegneri e costruttori, vuole essere un quindicinale dialogo tra colui che scrive e coloro che leggono, augurandosi ci sia un piacevole scambio di opinioni e un utile passaparola.
***FIAT 1100/103 ZAGATO
In tempo di guerra venne arruolato Ugo Zagato (1890/1968), che trascorse diverso tempo presso le Officine Ansaldo specializzate nella costruzione di aerei, dove Imparò l’aerodinamica e il contenimento del peso. Nacque così nel 1919 la Società Zagato, che strinse nei successivi anni 20’ una collaborazione con Alfa Romeo; tale sinergia diverrà celebre in quanto la partecipazione alle corse permetterà loro di vincere, tra le altre gare, anche tre consecutive Mille Miglia negli anni 28’, 29’ e 30’, di cui abbiamo raccontato una parte in un precedente capitolo. Passarono gli anni e anche il figlio Elio Zagato (1921/2009), oltre ad essere un noto corridore, entrò nell’ azienda di famiglia assieme al fratello Gianni. In quei tempi, le carrozzerie delle auto erano prevalentemente in materiali quali alluminio e legno; il primo era più adattabile alle forme, che i batti-lamiera, divenuti oggi preziosissimi ed introvabili artigiani, rifinivano. Dopo la morte del padre, Elio diventerà il direttore dell’azienda e, per lui come per altri carrozzieri, il vero bum arriverà negli anni 50 e 60’, quando vennero costruiti modelli di vetture sportive che ancora oggi possiamo ammirare in manifestazioni rievocative o nei musei, dove i giovani conosceranno la storia ed i meno giovani ricorderanno i bei tempi.
Tornando alla nostra Zagato, la cui carrozzeria in alluminio era costruita su un telaio Fiat 1100/103, aveva un motore da 1089 cc, quattro freni a tamburo e la trazione posteriore. Un particolare che non sfuggirà all’ occhio attento, è la doppia colorazione nelle fiancate che disegna una zeta “Zagato”.
Verso la fine degli anni 80’ ho posseduto anch’io una Fiat Zagato come quella sopra descritta, le cui differenze sostanziali erano nel motore, potenziato a 49 CV diversamente dalla normale che ne aveva 36 CV, un carburatore Weber doppio corpo e una marmitta speciale. Dopo il restauro per avere i relativi certificati, ricordo tra le altre una gara indimenticabile, con dei preparativi difficili da sommare all’attesa della gara stessa: il respiro affannoso e il cuore che inizia a battere forte perché sai che tornerai a correre! Da quel momento la testa pensa solo a questo, chiami il tuo compagno di viaggio per sapere se sta bene, provi la vettura, i freni, le gomme e intanto il tempo passa fino ad arrivare al giorno della gara. La borsa degli attrezzi deve avere lo stretto necessario, pensi a chi saranno i tuoi avversari che pur amici sono pronti a farti vivere gioie ma anche pesanti dolori, ovviamente nel massimo rispetto. . .quasi sempre! Il giorno stesso ricevi la tabella di marcia, risali in macchina con il tuo navigatore di fiducia, attendi che lo speaker chiami il numero della tua vettura e che prima del via presenti il tuo equipaggio facendoti sentire in quel momento come se partecipassi ad un mondiale. Dopo circa metà del percorso, essendo in anticipo sulla tabella di marcia e avendo avvistato un bar, scendemmo per sgranchirci le gambe e per acquistare due bottigliette di acqua. Risalimmo quasi subito, ci riallacciammo le cinture e ci rinfilammo i caschi.
A bordo strada alcune persone esultavano e ci incitavano, ma tu non devi lasciarti andare, non puoi distrarti, cosicchè tutto proceda regolarmente. Arrivammo in prossimità di una seconda prova speciale e, nel radar, il navigatore si trovò un foglio allegato con la descrizione: ATTENZIONE lavori in corso! Naturalmente, può capitare che l’organizzazione per motivi di sicurezza faccia presente questo con una variante dell’ultimo minuto, così ne prendemmo atto e avanti! Arrivò il nostro turno, entrammo in questa prova di circa 3 chilometri con una discesa abbastanza ripida. In questi momenti si è particolarmente tesi… la strada era un po’ scivolosa perchè aveva da poco piovuto, corremmo un po’, ovviamente per entrare nei tempi ma, ad un tratto, un cane ci tagliò la strada!! La strada era stretta, tentai di schivarlo ma l’auto non ci stette ed iniziò a sbandare, colpa forse di terriccio melmoso causato dai lavori in corso, sbattemmo sull’ angolo di un muretto, l’auto si girò fermandosi a bordo strada con il muso rivolto verso gli altri concorrenti in arrivo e con l’impossibilità di scendere in quanto il colpo aveva bloccato la porta. . . .!! Ecco: penso che ciascuno di noi abbia un Santo in paradiso, quindi, se sono qui oggi a scrivere, ce l’ho sicuramente anch’io.
Per richieste o per trasmetterci foto di attuali rievocazioni storiche con annesse notizie, il numero a cui fare riferimento è: 3755459855 tramite WhatsApp.
Un sentito grazie a tutti i lettori e lettrici compresi i commenti di Emanuele, Gianni, Alessandro, Emanuela, Luca, Salvatore, Nereo, Nicola, Corrado, Giampaolo, Angelo.
Ultima ora: Si celebrerà il 16 novembre la 4a “GIORNATA MONDIALE MOTORISMO STORICO”, giornata legata alla nascita del campione mantovano Tazio Nuvolari. Per informazioni tramite e.mail: posta@gmms.eu -Porto Mantovano (MN)-
10 Comments
Giacomo
È bello perché le esperienze vissute rendono più interessante la storia… e ti permettono di godere di esperienze che hanno vissuto altri. BRAVO
Alessandro
Bella autovettura, molto elegante la monocolore in foto con Mastroianni….
Ma poi com’è andata a finire l’auto incidentata ?
Emanuela
Bel racconto, interessante confrontare la potenza dei motori pensando che pochi cavalli vincano 3 anni a fila la mille miglia.
Luca+Veloso
Un’ulteriore bel racconto per unire storia motoristica a esperienze personali per farci sentire… Al volante dell’auto…
Gianni
Auto molto interessante la 1100 Zagato che mi permette, grazie al vostro redattore, di ritornare brevemente indietro negli anni, ed è un bene che ci sia un Santo in paradiso per tutti. Gianni
Angelo
Le emozioni di scrivere un racconto vissuto e sempre bello,ma sentirselo raccontare e più entusiasmante bravo Roberto mi fai sempre sentire partecipe dentro i tuoi racconti
Nicola
Grande Roberto. E’ sempre molto interessante leggere i tuoi articoli. Conoscere le Storie di uomini che fanno
parte e che hanno contribuito a creare la Storia dell’Auto. E poi ci rendi partecipi con i tuoi racconti delle emozioni
e delle sensazioni che un pilota puo’ provare durante le gare. Grazie. Nicola.
Enrica da Udine
Bellissima macchina la Zagato! Il racconto dettagliato della corsa ti fa emozionare.Come negli altri articoli Roberto Gerosa ti fa sentire partecipe .in attesa del prossimo articolo la ringrazio per farci conoscere questo bellissimo mondo delle auto d’epoca.
Silvano Quintarelli
Roberto Gerosa ci stupisce come sempre non solo per aver avuto una vita piena di avventure (e il nostro sospetto è che queste non si siano limitate al solo mondo dei motori) ma anche e soprattutto per la capacità innata di rievocarle e di coinvolgere il lettore. Bravo come sempre, Roberto. Continua cosi.
Roberto+G.
Stupenda la storia di Zagato….molto affascinante…ancora una volta l’autore ha saputo emozionarmi!