-di Adriana Balzarini–
La sua figura oggi viene celebrata con un doodle, l’immagine che di tanto in tanto compare su Google al posto del logo.
Oggi, lunedì 16 novembre si celebrano i 120 anni dalla nascita di Eliška Junková, pilota automobilistica cecoslovacca, considerata una delle più grandi donne nella storia delle corse automobilistiche.
Dopo la fine della prima guerra mondiale, quando la sua città Moravia entrò a far parte della Repubblica di Cecoslovacchia, trovò lavoro nella filiale della banca Pražská grazie alla sua conoscenza delle lingue e proprio qui conobbe il giovane banchiere Vincenc “Čeněk” Junekche che iniziò a corteggiarla.
Eliška Junková per lavoro iniziò a viaggiare in alcune città e a Parigi e continuò la relazione con quel giovane banchiere, che nel frattempo era diventato ricco e amante delle auto, ma che addirittura le chiese di diventare sua moglie . “Se sarà l’amore della mia vita, è meglio che impari ad amare questi suoi dannati motori” diceva alle sue amiche ma presto fu anch’essa travolta dalla passione per le auto sportive in particolare per la Bugatti . Prese la patente clandestinamente a Praga , città in cui era ritornata e in seguito iniziò a gareggiare. Il marito vinse la sua prima cronoscalata nel 1922 la “ Zbraslav-Jíloviště” , ma in seguito dopo un incidente occorsogli alla mano Eliska Junkovà guidò la sua prima gara professionale; avvenne nel 1923, con Čeněk al suo fianco.
Dopo questa esperienza gareggiò da sola, vincendo la sua classe all’evento Lochotín-Třemošná. Arrivò poi con la Bugatti prima all’evento Zbraslav-Jíloviště nel 1925; i due coniugi , dopo l’acquisto di una nuova Bugatti, divennero amici con Ettore Bugatti e lei fu denominata la “Regina del Volante”. Partecipò alla Targa Florio in Italia, una delle più antiche corse automobilistiche al mondo, la più antica tuttora disputata, nell’anno 1927 e nel 1928, arrivò quinta con la sua Bugatti T35B. Partecipò anche alla progettazione del circuito Jan Masaryk di Brno, tuttora in uso. Si ritirò dalle corse nel 1928 a causa della morte del marito in un incidente automobilistico durante il Gran Premio di Germania. Sposò in seconde nozze lo scrittore Ladislav Khás nel dopoguerra e in seguito all’ostilità nei suoi riguardi dalle autorità comuniste del suo paese fu dimenticata per molti anni. Nel 1973 la sua autobiografia Má Vzpomínka je Bugatti (“La mia memoria è Bugatti”) le permise una nuova notorietà, partecipando spesso come ospite d’onore ad alcune manifestazioni organizzate dalla Bugatti.
Morì a Praga all’età di 93 anni, il 5 gennaio 1994.