–Il calcio moderno richiese ai portieri i piedi buoni-
di Romano Mattè
Nel marzo 2019 l’ IFAB ( organo internazionale, che presiede alla regolamentazione del gioco del calcio) ha varato sei nuove regole entrate in vigore nel Giugno dello stesso anno.
Una di queste riguarda la “ rimessa in gioco” del portiere .
Questa nuova disposizione va verso una filosofia di gioco moderna, di impostazione del gioco “palla al piede” , che tende a favorire le squadre più tecniche e più organizzate tatticamente , in altri termini , le squadre , che privilegiano il “gioco “ partendo già dalle retrovie . Fatto assai curioso , per non dire assurdo, al tavolo dell’IFAB, ove si discutono le nuove regole , è per ora assente una qualificata rappresentanza dei principali attori del gioco , ossia i calciatori !
La nuova regola, che riguarda la rimessa in gioco del portiere, è quella che ha avuto un maggiore impatto sul gioco stesso.
Prima di questa “riforma” nel caso di rimessa in gioco dal fondo del numero 1, o di una punizione in area per chi difende, nessun giocatore poteva ricevere palla prima che questa uscisse dall’ area. Questa disposizione poteva consentire una potenziale situazione antisportiva: un difensore incalzato , “pressato“, bastava che mettesse un piede nella sua area per interrompere il gioco .
Ora con la nuova regola la situazione è cambiata: nessun attaccante può mettere piede in area , finchè il portiere non tocca palla , mentre un difensore può ricevere palla in area sul tocco del proprio numero 1 e cominciare l’ azione “ palla al piede” , partendo da dietro.
Tutto questo , come abbiamo già sottolineato , tende a favorire le squadre più tecniche e tatticamente più organizzate , in altri termini , quelle squadre, che tendono a realizzare un gioco più “ bello” , più spettacolare ! Che il portiere dovesse essere bravo anche con i piedi ( i nostri guardiani non sono tra i migliori del mondo! ) lo si richiedeva da tempo , ma questa “qualità” tecnica la si usava però in modo ”classico”appoggiandosi a lui per la circolazione di palla in mezzo ai difensori centrali , come un portiere di movimento paragonabile a quello del “calcio a 5 “. Ma se nessuno ti “pressa”, il portiere non può limitarsi solo a palleggiare con i suoi difensori, ed ecco un’ ulteriore “evoluzione” tattica del ruolo : se vuoi essere tra i migliori del mondo , devi aggiungere una nuova funzione al tuo ruolo , devi divenire quasi un difensore centrale , un “libero” , un “play” aggiunto , guadagnando così un tempo di gioco.
Per fare questo, il portiere deve avere non solo piedi “buoni”, ma anche “classe” mentale ( la palla non gli deve scottare trai piedi !) intelligenza tattica e rapida capacità di lettura situazionale. L’ obbiettivo tattico è quello di creare superiorità numerica ( temporanea) nella fase più delicata, quella del primo avvio della fase offensiva. Lo stesso scopo lo voleva ottenere la più datata “remuntada lavolpiana” (dal nome del D.T. dell’Uruguay La Volpe), abbassando un centrocampista, quasi sempre il “play”, sulla linea difensiva, creando così superiorità numerica, un vantaggio tattico, nella ripartenza del gioco. Ora, se il mio portiere esce dall’area “palla al piede”, costringe gli avversari a fare una scelta tattica. Se lo si lascia giocare, l’estremo difensore imposta e cerca un compagno libero, se, invece, un avversario si alza e mette pressione, inevitabilmente si “libera” un giocatore di movimento, si crea pertanto, superiorità numerica temporanea nella fase cruciale sull’avvio del gioco. Nella recente gara Juve-Roma, si è vista una sequenza simbolo e per certi versi sorprendente per l’inversione di posizione e di ruolo tra Bonucci e il suo portiere: Szczesncy avanza palla al piede, esce dallo spazio d’area e porta palla fino ai 20-25 metri dalla sua porta, sulla ¾ difensiva, con gli attaccanti della Roma poco distanti, mentre capitan Bonucci si porta alle sue spalle!. Tutto questo è ovviamente rischioso ma, piaccia o no, è la nuova frontiera nell’evoluzione del gioco dell’estremo difensore. Se guardiamo i numeri della Juve, questi sono impressionanti. Il portiere polacco, in questo torneo, ha giocato solo il 30% di palloni davanti alla sua porta nella zona di sicurezza dell’area piccola, mentre nello scorso torneo ne aveva giocati oltre il 60%, inoltre le giocate “palla al piede” fuori area, 20-30 metri dalla sua porta, sono ora passate dal 3,4 a 14 per gara!. Tutti si sono stupiti, ma questa è la nuova frontiera nell’evoluzione del ruolo, che ci vede in ritardo rispetto ad altre scuole europee e mondiali. Se non si rischia, non si “crea”, non si “inventa” nulla non solo nello sport ma anche nella vita.