-DI ROMANO MATTE’–
Mai si era avuta nella storia del nostro calcio una ripartenza più
anomala, più incerta, più “bestiale” di questa stagione!
Dopo la luttuosa “serrata” di quasi tre mesi, si era ripreso un
campionato colmo di incognite: calendario compresso con più
gare ravvicinate, che non consentivano adeguati recuperi
soprattutto a livello nervoso, partite meno “intense” e frenetiche
(-5%) con più pause di recupero (+7%) e più rischi di infortunio
(+30%), specie a carico del bicipite femorale (o flessore della
coscia), e degli adduttori, e con azioni di “pressing” e di “ contropressing” più basse e ridotte (-20%), inoltre “pressing-alto” fatto
solo a tratti e sulle seconde palle, per evitare un dispendio “psicoenergetico” non sostenibile. Ebbene tutto questo avveniva solo
trenta giorni orsono!. Si è ora avviata una frettolosa ripartenza
soprattutto per motivi economici (diritti televisivi) ed anche per
mandare a tutte le realtà non solo calcistiche del Paese un
segnale di ritorno alla sospirata normalità. Questa ripartenza
rischia però di stravolgere ogni previsione. Si riprende dopo una
“sosta-vacanze” troppo breve con preparazione di base
forzatamente accorciate. In tempi normali queste si svolgevano in
28-30 giorni con carichi di lavoro razionali e progressivi e con più
amichevoli di crescente spessore. Ora tutto è stato troppo
compresso, appena abbozzato con alto rischio (+30%!) di
cedimento dell’apparto “muscolo-tendineo” e con “test”
amichevoli ridotti quasi a zero. Tutte le squadre sono ancora
cantieri aperti e non c’è allenatore, che possa dire di poter
lavorare su di un progetto tattico compiuto, giacchè il mercato è
ancora aperto, sebbene alle ultime battute. Uniformare la
preparazione e dare un assetto progettuale chiaro, definito,
preciso, possibilmente propositivo richiederà almeno altri 30-40
giorni, quando tutto va bene. Se questo non bastasse, i bilanci dei
“club” sono in rosso, gli incassi drasticamente diminuiti (latitano
“sponsor” e spettatori!), i protocolli anti-Covid-19 richiedono
tamponi ogni quattro giorni con costi aggiuntivi difficilmente
sostenibili specie nelle serie inferiori, e nell’aria vi è ancora un
malcelato sottile e perfido timore pandemico. Questo è il quadro
della realtà, che rende questa ripartenza la più incerta e la più
anomala di tutta la nostra storia calcistica in grado di sovvertire e
di sconvolgere ogni ragionevole previsione